fr. Antona, Massa (MS) 450 m s.l.m. circa – Monte Antona 900 m s.l.m. – Via Vista su Casania, 6a (5c obbl.) – sviluppo 130 m circa – esposizione Est
E’ passato un bel po’ di tempo dalla nostra ultima scorribanda sulle Apuane, che si colloca a giugno 2022 con la Via Minima Immoralia sempre in zona Massa.
Stavolta abbiamo scelto una via decisamente più breve, forse troppo, ma con un finale in cresta molto panoramico. Quello che non è cambiato è il ravanage tipico apuano… non c’è stata via che non ci siamo sudati da questo punto di vista! (vedi anche lo Spigolo di Fociomboli e Aspide).
L’ambiente è sempre interessante per noi che non lo vediamo tutti i giorni: queste montagne hanno profili e creste particolari, sono selvagge ma costellate da paesini colorati aggrappati ai versanti e poi ci sono le cave, ferite bianche che hanno però il loro fascino perverso.
Vista su Casania è una via “con vista” come suggerisce il nome stesso: l’abbiamo abbinata ad una birretta sul mare (perchè se veniamo a scalare qui ne approfittiamo sempre) e ad un’ottima cena con specialità locali, visto che il territorio va conosciuto da tutti i punti di vista 😉
Fossimo state persone serie, invece, avremmo fatto due tiri nella Falesia di Campareccia, che si intercetta salendo e scendendo.


E mentre beviamo la birretta con il baffo… scopriamo di avere anche noi in Italia la nostra Skeleton Coast!
Trattasi del relitto della Guang Rong
Descrizione e giudizio come sempre a nostro sentimento.
Avvicinamento
Da Massa seguire le indicazioni per il paesino di Antona lungo la strada che sale con numerosi tornanti: superato il paese ed il cimitero, al secondo ampio tornante si può parcheggiare in uno spazio abbastanza comodo (3/4 auto), dove su una roccia vi è una scritta sbiadita “Passo del Vestito”.
Accanto al guard rail si imbocca una piccola traccia che sale ripidamente, per poi raggiungere la falesia e una sorta di intaglio nella roccia, che si supera arrivando in breve ad una cappelletta nascosta nel bosco. Dalla cappella non proseguire lungo il sentiero che piega verso destra ma scendere un po’ a caso verso lo spigolo e la parete, vicini e ben visibili subito di fronte.
Ci sono due vie l’una di fianco all’altra che si incontrano in rapida successione: Ambrones prima (partenza su placca) e poi Vista su Casania.
Guardando oltre si nota un sentierino con bolli rossi, che è quello dal quale si scenderà.
(circa 15/20 min dal tornante)
Descrizione dei tiri
- 6a (6a+ 1p), 25m – Salire il breve avancorpo, poi muretto verticale ben ammanigliato. Quindi su placca che porta sotto al tratto più o meno aggettante (eventualmente a sinistra della placca è più facile, ma bisogna poi spostarsi a destra).
Mettere protezione lunga sul cambio di direzione.
Spostarsi a sinistra con passi delicati, con piedi piccini e mani altrettanto (qui 6a+ ci sta).
Poi risalire in verticale e puntare quindi ancora a sinistra verso lo spigolo dove infine, più semplicemente, si raggiunge la sosta. - 5c+ (6a 1p), 30m – Bel tiro, molto continuo e di movimento.
Salire il facile gendarme a destra della sosta, quindi sempre in verticale, con bellissimi passaggi che a volte richiedono lo spostamento del corpo un po’ a destra e un po’ a sinistra per sfruttare al meglio gli appigli e gli appoggi.
Nella parte finale, passo leggermente strapiombante dove bisogna spostarsi a destra con piedi su terra / arbusti per poi prendere una lama rovescia e uscire successivamente su terrazzo.
Qui attenti agli sfasci perché si può scivolare e si possono uccidere i compagni a valle!!!! - 5b/c (30m) – Spostarsi a destra della sosta fino alla parte rocciosa. Risalirla con qualche passo non banale, soprattutto in prossimità di una sosta intermedia dove, stando sulla verticale, si affrontano dei passi abbastanza impegnativi.
Più facile stando a sinistra ma occhio agli sfasci.
Ignorare la sosta intermedia (appesa) e proseguire con qualche altro passaggio non difficile e poi per rocce rotte fino alla sosta successiva su terrazzo, in comune con la via di fianco. Anche qui attenti agli sfasci, sia lungo la via sia sul terreno finale (!!). - II (10m) – Spostarsi a sinistra della sosta e risalire una facile rampa che in breve porta alla sosta successiva, su una roccia a terra. Viste le difficoltà risibili, è più pratico proseguire in cresta per altri 5 metri e fare sosta su un gendarme roccioso poco prima che inizi la rampa finale che conduce all’ultimo muro (necessario cordino lungo per la sosta).
- II / 5a (15-20m) – Risalire il breve tratto di cresta tra rocce ed erba fino alla paretina successiva. Qui facile passo in leggero strapiombo spostandosi sulla sinistra e si raggiunge subito la sosta finale.
Cresta e discesa
Dalla sosta finale a destra, su terreno delicato, si sale fino a poco prima della sommità del primo rilievo e ci si sposta sull’opposto versante (tracce di sentiero, si passa accanto ad un grosso masso staccato rispetto al fianco della montagna, vedi foto nella gallery). Da qui in avanti la traccia è davvero molto esposta: le pareti dell’Antona sono scoscese su entrambi i versanti ma la vista è stupenda: a sinistra il mare, di fronte e a destra i rilievi delle Apuane riempiono l’orizzonte con il loro peculiare profilo.
Si prosegue in cresta o spostandosi appena a destra/sinistra, cercando il terreno più solido e i passaggi più semplici (difficile ma possibile proteggere con cordini, verificando sempre la solidità di quello a cui vi affidate) con qualche sali scendi, fino a raggiungere la cima con la piccola campana.
Dalla campana si prosegue ancora per un breve tratto in cresta, fino a che sulla destra si rintracciano dei bolli rossi e la labile traccia di discesa: più che scendere si rotola! I bolli sono poco evidenti e la prima sezione, visto che non ci sono alberi che aiutano e il terreno è quello che è (ripido!), risulta abbastanza ostica.
Si continua a scendere verticalmente nel bosco, sempre seguendo i bolli, per poi piegare a destra fino a raggiungere un tratto attrezzato con cavetti di acciaio che permette di aggirare il versante della montagna e di portarsi nuovamente all’attacco delle vie; da qui come per l’andata.
Giudizio
Primi due tiri davvero belli e impegnativi rispetto al grado, lo sarebbe anche il terzo se non fosse un po’ discontinuo e su terreno così così. Quarto e quinto tiro (il quarto è in realtà un trasferimento) meno interessanti.
Diciamo che il tutto acquista senso considerando sia la breve via di arrampicata – che ribadiamo, merita soprattutto per i primi due tiri – sia la bella cresta esposta, il luogo, il panorama. Uno dei classici casi in cui è più facile salire che scendere 😀
Soprattutto perchè se la via è chiodata in modo decisamente confortevole (ovvero con una smitragliata di spit, del tutto inutili le protezioni veloci) la cresta e la discesa richiedono passo sicuro e un po’ di esperienza su terreni come questi, dove praticamente crolla tutto e dove rischiano di rimanerti in mano anche “pezzi” di una certa grandezza. Occorre delicatezza 🙂
I gradi sono giusti, anche un po’ severi: infatti nella descrizione dei tiri abbiamo messo qualche “+” rispetto a quello che si trova in altre relazioni, però è possibile azzerare così come fare resting se occorre, quindi… provateci!
Per noi le Apuane sono un terreno d’avventura ancora poco conosciuto, con paesaggi decisamente diversi da quelli a cui siamo abituati, quindi alla fine ne è valsa la pena!
Un saluto alle cordate che ci hanno fatto compagnia, suggerendoci altri itinerari e – essendo local – evitandoci di perderci in discesa 😀
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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