SAN MARTINO (SO) 923 m s.l.m. – CIMA PLACCHE DELL’OASI 1.500 m s.l.m. circa – Via Uomini e Topi – Arrampicata trad – Difficoltà IV+, 1p V – Sviluppo 330 m – Esposizione Sud
Erano anni che non venivamo a scalare in Val di Mello, per quanto si tratti di un luogo che amiamo moltissimo.
Le ultime vie erano state Stomaco Peloso + Alba del Nirvana che risalgono ormai al lontano 2019 (se escludiamo Vietato Vietare e Coda del Dinosauro in Masino che però sono protette in tutt’altro stile).
Questa valle è tremendamente esigente in termini di sicurezza personale, ma allo stesso tempo è un’infinita soddisfazione ogni volta che si decide di accettare la sfida: questa via poi regala degli scorci indimenticabili sulla Valle, soprattutto d’autunno; unico problema è che c’è buona probabilità di trovarla bagnata (vedi Giudizio).
Per conoscere meglio la storia di Uomini e Topi (scoprirete che si tratta di un nome improprio), vi consigliamo di vedere l’ottimo video di Eraldo Meraldi, dove c’è anche l’intervista a Giuseppe Popi Miotti che aprì questa linea nel lontano 1977 (lo integriamo qui sotto).
Avvicinamento
Dal parcheggio a San Martino (SO), si imbocca il sentiero che entra in Valle, si supera il campeggio, l’osteria del Gatto Rosso, il bidet della Contessa (laghetto), il rifugio Mello, l’agriturismo Al Camèr e il rifugio Rasega (1h circa).
Da qui, proseguire nel bosco e dopo un tratto vicino al torrente, iniziare a salire per ripidi tornanti sul versante meridionale della montagna fino ad incontrare il bivio per la Val Torrone (che va ignorato).
Proseguire oltre, superare un ponticello e risalire dalla parte opposta per altri 40-50 metri circa, staccandosi poi dal sentiero in direzione sinistra e puntando alle evidenti placche dalle quali si attacca, sul lato sinistro delle stesse (1h e 30 circa).
Descrizione dei tiri
- IV – III (55 m) – Alzarsi appena a destra della prima fessura orizzontale, poi seguire a sinistra la rampa appoggiata fino a trovare il punto più agevole di rimonta.
Proseguire in verticale senza linea obbligata fino ad incontrare a circa metà placca un anello di calata che può essere usato come “spit” intermedio (unica protezione).
Continuare ancora in verticale per placca, da qui più lavorata, fino alla sosta con anello di calata nella parte sommitale. - III (30 m) – Traversare verso destra stando bassi o leggermente più alti della sosta.
I primi passi sono i più delicati. Poi si cammina più agilmente in direzione del bosco dove bisogna raggiungere i pini della parte più alta, vicini alle placche a monte, sui quali si sosta. - Collegamento (50 m) – Si cammina nel bosco prima in orizzontale e poi si inizia a salire fino a raggiungere una placca a sinistra della quale c’è un evidente diedro fessurato (spesso umido o bagnato… appunto!). Nel caso, valutare eventuali alternative descritte nel Giudizio in fondo.
- III – IV+ (35 m) – Si risale il diedro cercando di sfruttare le sue piccole fessure per inserire qualche protezione. A metà è presente un chiodo con cordone nel punto più delicato.
Rimanere sempre sul lato sinistro fino al termine della fessura di sinistra, anche quando si incontra un po’ di erba. Arrivati in cima, si può traversare verso destra alla stessa altezza della sosta camminando su una piccola piega della roccia per circa 4 metri. - IV (40 m) – Salire verticalmente la placca. Presente un chiodo con anello dopo circa 8 metri. Continuare in verticale seguendo una specie di “toboga” per poi traversare leggermente a destra in direzione di un terrazzo con albero appena oltre il quale si trova la sosta.
- III – IV (40 m) – Dritti sopra alla sosta su placche abbattute puntando in direzione di un muretto più verticale con evidenti lame rovesce.
Sfruttarle seguendone il giro verso sinistra con buone mani e piedi a spalmo, proteggendo nelle fessure.
Uscire a sinistra seguendo il facile per poi rimontare un ultimo leggero bombé verso destra fino alla sosta. - IV (50 m) – Salire in leggera diagonale destra puntando ad una spalla fessurata che va poi seguita da destra verso sinistra fino al suo termine (sotto la spalla si può proteggere).
Al termine uscire a destra come nel tiro precedente fino alla sosta. - III – IV – V (50 m) – Salire le placche abbattute sopra alla sosta, continuare su uno spigolino appena accennato (a sinistra a un certo punto c’è un chiodo).
Giunti alla sommità, proteggere nella fessura e salire il muro verticale con un paio di passi atletici ma ben proteggibili, quindi ultimi metri su placca abbattuta ma sporca di aghi di pino (ocio!) fino alla sosta su radice.
Discesa
Da quando sono state attrezzate a nuovo le soste, la discesa più consigliabile è sicuramente quella in corda doppia lungo la via (noi abbiamo scelto questa soluzione).
Con quattro calate si raggiunge la sosta a monte del diedro fessurato (quello che spesso è bagnato).
Da qui calarsi sulla verticale lungo la variante Baader fino ad atterrare nel bosco.
Scendere quindi seguendo una labile traccia che più o meno in verticale riporta al sentiero sottostante in circa 10 minuti, poco a monte rispetto al punto dove lo si è lasciato all’andata.
Come alternativa per chi volesse, una volta giunti in cima, è possibile seguire una ripida traccia verso destra (faccia a monte) per effettuare la discesa a piedi (ipotesi da noi non sperimentata).
Giudizio
Si tratta di una delle linee più facili della val di Mello; tuttavia, non prendetela sottogamba perché richiede comunque ottima sicurezza nella scalata su placca senza protezioni!
La roccia è davvero superlativa, il paesaggio è un incanto. Ma un incanto vero: sviluppandosi sulle placche terminali della valle, appena all’inizio della salita verso la Val Cameraccio, da qui si traguarda tutta la Val di Mello, con le sue placche argentate, perimetrate da boschi che in autunno sono fiamme d’oro, arancio e verde.
Le placche disegnano le morbide onde di un oceano di granito, sul quale trovano spazio piccole oasi di alberi in poca terra, che sono come giardini pensili: infatti Giuseppe ‘Popi’ Miotti, che salì questa Via nel 1977 per la prima volta e in solitaria, battezzò questo posto come “Placche dell’Oasi”.
Sebbene l’arrampicata non sia difficile e siano state attrezzate le soste a fix, a nostro parere non è da consigliarsi a principianti: è totalmente da integrare – se si vuole puntare ad una progressione vagamente “sicura” – e bisogna avere un minimo di attitudine nella lettura del “facile”, proprio perché non ci sono spit a guidarvi e virtualmente si potrebbe salire ovunque. Non esiste un percorso obbligato.
Nonostante si fossero succeduti giorni e giorni senza pioggia, nel nostro caso abbiamo comunque trovato il diedro del quarto tiro bagnato: fortunatamente è il tiro più proteggibile di tutti!
Volendo è possibile aggirarlo (non verificato da noi, ma da altre cordate): dopo il primo tiro, infatti, c’è una via (Il gioco dello scivolo, Guerini/Mazzucchi, 1977, IV+) che sale più verticalmente senza traversare a destra, e dopo un paio di lunghezze c’è la possibilità di oltrepassare il boschetto e arrivare alla sosta del quinto tiro (quella sul terrazzino con l’albero solitario).
In alternativa, c’è la variante Baader (Fiorelli/Merizzi, 1978, VI) che si può prendere continuando a traversare verso destra nel bosco al termine del secondo tiro.
Sui tiri di placca bisogna necessariamente salire slegati senza poter mai proteggere, mentre sui tiri leggermente più verticali sono presenti alcune ottime lame e fessure dove è possibile inserire qualche friend che aiuta notevolmente a sentirsi più sicuri.
La modalità mellica di arrampicata, ça va sans dire, deve piacere: se piace è assolutamente il top, ma se non piace può diventare parecchio stressante per la testa! 😛
Noi questa via la consigliamo senza indugio a tutti coloro che vogliono muovere i primi passi in Valle, ma con pregresse esperienze nell’arrampicata trad e ottima padronanza nel muoversi su placca di granito appoggiata e senza tacche o asperità.
Il periodo ideale è nelle mezze stagioni: d’estate fa un po’ troppo caldo mentre d’inverno il diedro sarà certamente bagnato e la via sarà in ombra fino a tarda mattinata.
Noi l’abbiamo salita con diverse cordate che ci precedevano, mettendoci più tempo ma facendo amicizia con ragazzi simpatici della zona di Lecco che salutiamo! 👋🏻 Alla prossima!! 💪🏻💪🏻💪🏻
Divertitevi e godetevi questo gioiellino!!
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