BARZIO (LC) 769 m.s.l.m. – Zucco dell’Angelone – Arrampicata sportiva – Via Condorpass: difficoltà 5b (5b obbl.), Sviluppo 220 m circa – esposizione Sud
Questa via non ha certo bisogno di presentazioni, eppure, nella nostra “carriera alpinistica”, è rimasta lì in attesa fino ad oggi, cosa che ci sembra quasi incredibile dopo averla ripetuta! E altrettanto incredibile (per noi) è che la cordata di oggi abbia una maggioranza di quote rosa 😉
Nonostante si tratti della prima via aperta in Angelone (1978), il suo calcare risulta ancora oggi (2024) tra i più belli del Lecchese!!! Inutile dire che non solo merita una visita, ma che è quasi un obbligo morale farci un giro!!!😅.
Circa 12 anni fa ne salimmo solo il primo tiro per poi scendere (non ricordiamo le ragioni: brutto tempo, amici non convinti, boh!), detto questo ad oggi siamo davvero felici di aver finalmente portato a compimento questa meravigliosa opera del Don (Don Agostino Butturini con Fabio Secchi, Pietro Corti e Stefano Bolis, ovvero i suoi Condor, vedere storia qui)!
Roccia magnifica, varietà di progressione, protezioni ottime e tanto divertimento!
C’è da dire però che a nostro avviso non è una via per neofiti, per quanto i gradi originali lo possano far pensare. Richiede una certa sicurezza nei movimenti e sul grado massimo proposto (che come spesso accade qui in Angelone è dato stretto), quindi a nostro avviso si tratta più di un fantastico sfogo per alpinisti di lunga data che hanno piacere di godere di una via plaisir su un calcare magnifico piuttosto che di una via di battesimo 😉
Nel giudizio chiariremo meglio😅.
Avvicinamento
Lasciare la macchina nel grande parcheggio dell’Angelone, ovvero quello della funivia per i Piani di Bobbio, che si raggiunge salendo da Lecco a Barzio, attraverso la strada della Valsassina (parcheggio a pagamento, disponibile anche pagamento con Telepass).
Imboccare il sentiero che parte poco oltre il bar della funivia.
Al primo bivio salire a destra per poi prendere la sinistra al bivio successivo (indicazioni per il terzo e quarto sperone). Qualche passaggio attrezzato su rocce e roccette fino ad arrivare ad un evidente canalone ghiaioso e vegetato: se si va dritti, attraversandolo, si arriva all’attacco di Anabasi.
Bisogna invece risalirlo su traccia prima di attraversarlo, fino a raggiungere quasi il suo termine: qui sulla parete di sinistra (faccia a monte), accanto ad una grossa edera, parte la via (circa 30 minuti dal parcheggio, se non vi perdete).
Descrizione dei tiri
- 5b (25 m) – Dall’attacco si sale abbastanza facilmente fino ad un diedro verticale che va rimontato direttamente e che oppone i passi più difficili.
Il passo chiave può essere protetto eventualmente con un friend medio-piccolo in fessura. Si esce poi comodamente fino alla sosta. - 4b (20 m) – Abbassarsi sotto la sosta e traversare a sinistra fino ad un fittone, quindi salire la paretina ammanigliata di fronte e proseguire nel canale tra rocce e vegetazione fino alla vicina sosta.
- 5b (25 m) – Si sale verticalmente nella fessura sopra la sosta fino ad una pancia che va rimontata con passo delicato, per poi affrontare una placca compatta e una serie di gradoni abbastanza atletici fino alla sosta.
- 5b (15 m) – Traversare facilmente a sinistra, poi salire per rocce lavorate in direzione di un diedro a sinistra (attenzione ad una roccia che balla parecchio!), alzarsi bene con i piedi, quindi traversare a sinistra seguendo una esile cengia con ultimo passo verticale di riequilibrio che conduce ad una sosta intermedia. Eventualmente collegabile con il tiro successivo.
- 5a (20 m) – Ignorare gli spit sopra la vostra testa (variante che comunque sembra interessante!) e traversare ancora a sinistra seguendo delle ottime lame per le mani con piedi a spalmo per poi risalire in un diedro ben ammanigliato fino alla sosta.
- 5a (20 m) – Sopra la sosta salire la fessura verticale ma generosa, per poi uscire su placche lavoratissime verso sinistra, superare un muro di grossi massi sopra il quale si trova la comoda sosta.
- 5b (25 m) – Si sale il camino sfruttando la spaccata nella prima parte (2 fittoni a sinistra), poi con ottime lame ci si sposta a destra (altro fittone in uscita) fino ad un terrazzino erboso. Salire poi una placca lavorata fino al cambio di pendenza. L’uscita più diretta è a sinistra con un paio di passi carini, altrimenti piegare a destra (più facile) e poi uscire in sosta.
- 5b (35 m) – Salire un’ampia fessura verticale a sinistra della sosta con qualche incastro, poi per rocce più semplici sempre a sinistra, quindi traversare a destra fino al centro della placca ignorando il fittone centrale (variante più dura).
Continuare a destra seguendo una specie di rampa fino ad un altro fittone, quindi spostarsi di nuovo a sinistra con un paio di passi in traverso delicati.
Uscire poi in sosta superando un muretto verticale ben ammanigliato. - 4a (20 m) – Salire i blocchi sopra alla sosta, quindi per placca molto lavorata fino in cima al muretto dove si può sostare su albero o fittone singolo + protezione veloce, comunque su terreno abbattuto.
Qui a nostro avviso si possono mettere via le corde e si può proseguire a piedi.
Discesa
Dal punto segnalato all’arrivo della via, salire ancora qualche metro fino a delle rocce più verticali.
Evitarle a destra per traccia e risalire poi per roccette rimanendo poi sul lato destro della montagna ed imboccando quasi subito una traccia non evidentissima in discesa (poco dopo bolli bianchi e rossi visibili su alberi e rocce).
Traversare in piano nel bosco fino ad un punto in cui noterete un bollo rosso sul costone a sinistra.
Da lì è possibile raggiungere la cima dell’Angelone per chi lo volesse (non molto interessante onestamente, ma una volta nella vita va fatto per principio! 😁).
Per scendere ignorare il bollo a sinistra e seguire invece per ripidi tornanti nel bosco la traccia che scende, con alcuni tratti segnalati dai segni bianchi e rossi ma anche con alcuni passaggi nella vegetazione che possono lasciare qualche dubbio.
Il consiglio è di fare attenzione alla terra calpestata e di seguire quella il più possibile.
Di sentiero alla fine ce n’è uno solo.
Giunti alla strada (almeno 30 minuti dalla vetta), seguirla in discesa fino al limite esterno del parcheggio dell’Angelone (eventualmente ci sono un paio di tagli nel bosco per arrivare dentro il parcheggio, fateci caso).
Rientrare quindi per raggiungere la macchina.
Giudizio
Che meraviglia!!!
Via di rara bellezza, con una storia interessante e ancora ad oggi su roccia magnifica, nonostante gli anni che passano e le infinite ripetizioni.
Se ci andate nei weekend, sappiate che la media è di 10 cordate al giorno….quindi non vi agitate e mettetevi nell’ottica di farla con calma😅.
Altrimenti organizzatevi per un giro infrasettimanale e la godrete in un momento di maggiore pace e silenzio.
Detto questo, vale sicuramente una ripetizione perché è raro trovare un calcare così bello e dei passaggi così vari e divertenti da scalare, a prescindere dal grado e dalle difficoltà.
La via comunque non è affatto banale e impegna quasi sempre sui gradi richiesti, talvolta più di quanto uno si aspetti. Le protezioni sono spesso bastanti (fittoni resinati), ma consigliamo di portare qualche friend medio-piccolo o dei dadi di pari misura perché alcuni tratti sono chiodati un po’ più allegri (pochi… ma quanto basta :P). Alcune soste sono da collegare, cordini necessari.
Il primo tiro risulta spesso umido o talvolta bagnato e rappresenta a volte uno scoglio di partenza.
Dopo però si esce al sole e la situazione migliora decisamente oltre al fatto che la roccia dal terzo tiro in poi diventa magnifica e goduriosa, con solo qualche punto di attenzione verso rocce ballerine e pericolose.
A nostro avviso è forse la più bella via che abbiamo fatto in Angelone fino ad oggi quindi è difficile non consigliarla.
Segnaliamo il fatto che per il tipo di roccia alcuni passi sono un po’ morfologici e se siete bassi probabilmente dovrete considerare un grado un po’ più alto in alcuni passaggi, soprattutto per poter raggiungere alcune prese chiave che determinano il grado di alcuni tiri.
Il nostro consiglio in questa situazione è di considerare il 5c obbligatorio, altrimenti potreste trovarvi in difficoltà.
Lungo il percorso sono possibili numerose varianti, non sperimentate: noi crediamo di aver fatto il percorso “originale”.
Buon divertimento!!!
Grazie ad Andrea per la compagnia, le risate e le foto!
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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