fr. Roreto, Roure (TO) 860 m s.l.m. – Arrampicata sportiva – Multipitch – difficoltà: max 5c, 5b obbl. (passo di 6a+ azzerabile), sviluppo 250 m; Esposizione SUD
Giornata esplorativa per noi: nel senso che questa zona la conosciamo pochissimo o meglio quasi per niente! Unica altra esperienza (escludendo la non lontana Rocca Sbarua) nel 2019, sui denti di Meano: eppure qui c’è moltissimo e la roccia è davvero bella.
Gran parte delle vie, tra cui questa che ci apprestiamo a raccontarvi, sono state aperte e/o riattrezzate grazie all’opera di Fiorenzo Michelin, che ha lasciato questa terra a settembre del 2023, non prima di aver aperto innumerevoli itinerari di arrampicata su queste sue montagne: celeste è il colore degli spit e delle indicazioni di salita e discesa che rendono chiaro e piacevole ogni percorso.
Ci hanno raccontato fosse instancabile nella manutenzione delle vie e dei sentieri, e si vede!
Nonostante la pessima conoscenza della zona, non abbiamo avuto alcun dubbio in via, avvicinamento e discesa erano in condizione perfette.
Speriamo davvero che qualcuno raccolga la sua eredità, ringraziando lui e quelli come lui grazie ai quali quelli come noi possono fare quello che fanno.
Come per la volta dei Denti di Meano siamo finiti qui perchè il meteo altrove faceva schifo 😀 e anche questa volta ci siamo ripromessi di tornare con un po’ più di giorni a disposizione, visto che da Milano fare anda e rianda in giornata non è proprio agevole 😉 Il Vallone di Bourcet, infatti, vanta parecchie vie interessanti (le trovate qui), oltre ad una morfologia … arcigna ma affascinate, quantomeno nella parte bassa che è quella che noi abbiamo intravisto.
Ebbene: pioggia non ne abbiamo presa, nemmeno stavolta! Via portata a casa con molta soddisfazione e divertimento: il granito è spettacolare, questa via in particolare va benissimo come entry level per la zona/tipologia di arrampicata.
Avvicinamento
Seguendo lungamente in auto la Val Chisone si arriva all’abitato di Roreto, frazione di Roure, disposto linearmente lungo la strada statale: quasi alla fine, poco prima dell’Allevamento di Trote e del Bar Iclo, vi è una minuscola deviazione a sinistra (chiamarla via è troppo, è strettissima) che riporta le indicazioni per il Vallone di Bourcet; noi con il Rav non ci siamo azzardati, ma se avete un mezzo più piccolo è possibile infilarsi nella Via dei Romani, superare il ponticello sul Chisone e parcheggiare poco dopo. Altrimenti si parcheggia in paese.
Dal ponticello si prosegue a piedi in salita seguendo la mulattiera per una decina di minuti, inoltrandosi nel Vallone, accompagnati da cartelli in dialetto via via sempre più incomprensibili 😀
Si nota sulla destra il tronco di un albero (un castagno) davvero gigantesco, addobbato con maschere lignee e il solito cartello in dialetto (trovate le immagini nella gallery): qui spicca anche l’indicazione celeste per lo Sperone Belvedere, che invita ad entrare nel bosco.
Dopo poco, seguendo le indicazioni celesti e gli ometti, si arriva all’attacco della via, dove è apposta una targa metallica.
Descrizione della via
- L1 5b, 20 m – si risale la placca levigata sfruttando l’evidente fessura, poi si affronta un risalto molto ammanigliato e si raggiunge la sosta che si trova a sinistra;
- L2 5b, 1 passo (azzerabile) 6a+, 30 m – si sale sulla bella placca a sinistra, guadagnando e risalendo sullo spigolo; poi passo molto alto per rimontare, che prevede un ribaltamento un po’ ostico per i nani (passo di 6a+) per poi affrontare il muro soprastante che regala ottime prese ed più facile di quel che sembra dal basso;
- L3 5b, 25 m – serie di muretti che si superano in sequenza, con piedi a spalmo e sfruttando le fessure per le mani (per i nani più ostico del primo 5b);
- collegamento: dalla sosta si deve traversare a dx faccia a monte, scendendo di qualche metro
- L4 5b, 25 m – si traversa verso destra per poi risalire una parete più verticale, con fessure giganti e massi incastrati, arrivando sulla cima della parete e facendo sosta su albero;
- collegamento: spostarsi di qualche metro sino alla parete di fronte;
- L5 5c, 30 m – a nostro avviso il tiro chiave: si traversa in diagonale sinistra sfruttando per le mani la bella fessura che percorre tutta la prima parte di parete; poi rimonta verticale, sempre sfruttando una fessura svasa ma con roccia super ruvida (chiodo incastrato appena sopra lo spit) e di nuovo in placca per gli ultimi metri fino alla sosta;
tiro molto bello. - L6 5a, 20 m – facile facile fino all’ultima placchetta, levigata ma con ottima fessura per le mani;
- L7 5b, 20m – ci si porta a sinistra su placca molto lavorata, poi sotto ad un tettino, si traversa brevemente a destra per rimontarlo, guadagnando la placca finale;
- L8 5c, 25 m – primo muro con partenza delicata, che permette di guadagnare la cima dello sperone, poi si scende qualche metro per andare a riprendere lo spigolo che si risale in placca fino alla sosta;
- L9 4c, 25 m – prima placca abbattutissima, fino a aggiungere un piccolo “strapiombo” che si affronta sfruttando l’ottima fessura superiore (che dal basso non si vede… ma c’è!), infine ultimi metri di placca fino alla sosta finale. Qui c’è un’albero bellissimo, e anche una vista niente male!
Discesa
Prima calata lungo l’ultimo tiro fino alla sottostante sosta dove si nota una freccetta celeste che indica la calata successiva, che si effettua lungo la parete verticale di destra (faccia a monte, verso la Val Chisone; seguire la freccia); altra calata attrezzata su albero (verificare il cordone!!!), che ci deposita ai piedi della parete e all’attacco del sentiero che poi scende nel bosco con diversi tornanti fino all’attacco della via.
Tutte e tre le calate si possono effettuare con una sola mezza da 60m.
Giudizio
Arrampicata interessante e piuttosto varia, su un granito a grana grossa bello bello!
La chiodatura è eccellente, i passi più difficili sono sempre ottimamente protetti e permettono una progressione serena; le soste sono tutte collegate, ma dove ci sono i cordoni su albero, è sempre meglio controllare in che stato sono 😉
I tiri sono corti e piuttosto costanti sulle difficoltà, senza mai creare grossi patemi; a parte l’ottavo tiro che ha qualche rimonta discontinua, non c’è quasi mai necessità di allungare le protezioni.
Quindi, davvero un’arrampicata plaisir!
La serie di muri che costituiscono lo spigolo si trovano praticamente in mezzo al bosco, ma la vista via via si apre sia sul Vallone di Bourcet che si incunea sempre più stretto tra i due versanti delle montagne, sia sulla Val Chisone, più ampia, e il paesino da cui siamo partiti.
Consigliata!
— > grazie a Elena, Federico e Silvia (in rigoroso ordine alfabetico!) ovvero la cordata che ci ha preceduto per la compagnia, le risate e le belle foto 😉
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