da TRONTANO (VCO) a ALPE DRISONI – disl. positivo 600 mt. – trekking
da BRACCHIO (VCO) a ALPE FAJE’ – ALPE OMPIO – disl. positivo 1170 mt. – trekking
Spesso in montagna si è costretti a cambiare programma, anche all’ultimo.
Non fa eccezione la Val Grande, anche se non si tratta di alta montagna.
Noi stiamo diventando degli habitué, ma questa volta, complice la voglia di provare un accesso inedito – forse l’ultimo che ci è rimasto – all’interno, abbiamo mal valutato l’innevamento del percorso prescelto, dovendo tornare sui nostri passi e cambiare versante e gita.
L’escursione doveva essere la seguente: accesso da Trontano, precisamente dall’Alpe Faievo, lungo la dorsale dell’Alpe Drisoni e Nava fino al passo di Ragozzale, discesa e pernottamento al Mottac; ritorno ad anello passando per la colma di Basagrana fino al rifurgio Parpinasca e rientro a Faievo.
Ebbene già prima dell’Alpe Nava, dopo aver faticosamente guadagnato poche centinaia di metri di dislivello tracciando in neve fresca, abbiamo dovuto desistere: di neve infatti non ce n’era poca, come ci aspettavamo, e non conoscendo il percorso abbiamo saggiamente ipotizzato che rischiavamo di non raggiungere entro sera nemmeno il bivacco di Ragozzale. Abbiamo scelto di goderci un pomeriggio di relax al sottostante rifugio Parpinasca, dotato di locale invernale con tanto di stufa e di pensare a qualcosa per il giorno successivo.
Visto che l’idea era di star fuori due giorni eravamo attrezzati per la notte e per la cena.
Il giorno dopo, prendendo un caffè a Trontano e parlando con i locali, riceviamo conferma che abbiamo fatto bene a non rischiare: il sentiero per Ragozzale pare sia assai poco battuto e ostico anche in condizioni normali, figuriamoci con la neve. Bene, ci torneremo a stagione più avanzata!
Scendendo all’Alpe Faievo un escursionista ci consiglia un itinerario che da subito ci piace.
Iin macchina, ci spostiamo sul versante opposto, a Bracchio sopra Mergozzo, da cui cominciamo un giro ad anello che per quanto semplice ci ha dato molta soddisfazione.
Salita a Vercio, un’Alpe incantevole con un’eremo da favola, poi alla Colma omonima; da qui un bel cammino in cresta fino al monte Fajè, che consente di godere di panorami bellissimi sia dalla parte della Val d’Ossola sia dalla parte opposta, guardando verso il cuore della Val Grande e traguardando fino al Pedum e alla Cima Sasso. Il tutto su un sentiero segnalatissimo e agevole, l’opposto di ciò che ci aspettava -e ci aspetterà perché noi non desistiamo!- a nord. L’unica nota dolente è che dal Fajè in avanti, quindi lungo la parte di discesa che ci permetterà il giro ad anello passando per l’Alpe Ompio, si incontrano un bel numero di persone: che se decidi di trascorrere un weekend in Val Grande non è proprio qualcosa di cui essere felici…
Il percorso è stato utilissimo comunque, per comprendere, osservandola dall’alto, la morfologia della valle e i suoi punti salienti: all’interno, lontano dai sentieri ufficiali, è facile perdersi e avere chiari i punti di riferimento un domani può essere assai vantaggioso.
Tornati a Bracchio cerchiamo un posto per cena, dopo due giorni di frutta e minestra ci sentiamo entrambi parecchio carnivori.
Caschiamo bene anche questa volta: sopra Ornavasso raggiungiamo alle 19.00 in punto (la fame…) l’Antica Trattoria del Boden (http://www.trattoriaboden.it/), scelta in modo del tutto casuale.
Ebbene: prodotti del territorio, ricette della tradizione rivisitate il giusto, accogliente e con una terrazza esterna con vista sulla valle assai godibile durante il giorno o nelle sere d’estate.
Apprendiamo con piacere che preparano anche merende, utili quando si viene da queste parti a scalare per concludere degnamente la giornata.
Il nostro weekend intothewild con cambio di programma termina, come sempre, con la pancia piena!
I dettagli delle escursioni sono come sempre nelle foto.
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