Punta Esmeralda – Via Ciao Marco – scalare in un contesto da favola

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Alpe Devero, Baceno (VCO) 1.650 m s.l.m. – Piani della Rossa 2.050 m s.l.m. – Punta Esmeralda 2.500 m s.l.m. circa – Via “Ciao Marco” – Multipitch difficoltà 5c+ (5b obbl.) – Sviluppo arrampicata 150 m – esposizione SUD; disliv. avvicinamento 800 m circa

Finalmente ci siamo guadagnati l’Esmeralda!

Risale al 2019 il nostro primo (e unico fino ad oggi) tentativo su questa bella parete, sulla quale avevamo scelto di percorrere la Via del Crepone: via che non abbiamo trovato, ravanando parecchio e finendo poi per imbatterci in un tiro della Ciao Marco.

A quei tempi la spittatura ci era sembrata veramente impegnativa, troppo impegnativa per un cambio di programma. Fa ancora più piacere, quindi, averla portata a casa qualche anno dopo, nonostante sulle protezioni restiamo della stessa idea 😜.

L’Alpe Devero si conferma il “solito” paradiso terrestre: seppur molto frequentata, la maggior parte delle persone si concentra nella piana del Devero e di Crampiolo mentre lungo i sentieri l’affollamento è molto più sopportabile.

Comunque in stagione estiva non pensate di trovare facilmente posto in rifugio, anche solo per mangiare. Se volete fermarvi due o più giorni il campeggio resta una valida alternativa, soprattutto perché dotato di barbecue free 😁

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Il primo giorno ci siamo sgranchiti le gambe con una bella passeggiata fino e oltre il Lago di Devero, passando per il Lago Azzurro o Lago delle Streghe e Crampiolo: questo percorso, con poco dislivello, è adatto a tutti, anche alle famiglie, in quanto i punti di interesse ed i punti di appoggio per acqua e merende non mancano.

Il giro di 15 km circa che passando da Crampiolo tocca il Lago delle Streghe e il Lago di Devero (non abbiamo fatto il giro completo per mancanza di tempo, avendo solo qualche ora)


Il secondo giorno siamo saliti ai Piani della Rossa, stavolta del tutto sgombri da neve: questo ci ha permesso di trovare facilmente il sentiero secondario che dalla traccia che conduce al passo si stacca sulla destra, portando fin sotto alle pareti dell’Esmeralda: molto meglio della ravanata su morena della volta precedente!

Una giornata favolosa, senza una nuvola, con i rododendri in fiore lo sguardo che spazia dalla Rossa, al Cervandone fino al Cistella e – proprio di fianco all’Esmeralda – il Crampiolo Sud (che volendo si può concatenare).

Il paesaggio sul versante italiano e quello svizzero è molto diverso, ma bisogna arrivare in cima per goderselo! 😉

Avvicinamento

Dalla piana dell’Alpe Devero imboccare la strada sterrata che attraversa la piana stessa, con indicazione per i Piani della Rossa; giunti al margine dell’alpeggio reperire un sentiero sempre indicato, che passa tra alcune casette per poi cominciare a salire tra radure e boschetti.

Superato un tratto di bosco più ampio il sentiero inizia a costeggiare il torrente, salendo più ripidamente fino a raggiungere i Piani della Rossa, una specie di paradiso in terra!

In corrispondenza dei giganteschi massi erratici centrali seguire il sentiero che sale verso destra – sempre ripidamente – con direzione Passo della Rossa (nel nostro caso NON va raggiunto).

Il sentiero sale con dei tornanti per prati sul lato sinistro della valle, quasi a ridosso delle pareti.

Raggiunti e superati alcuni massi giganti, all’altezza di un tratto in falsopiano che punta in direzione sinistra, si abbandona il sentiero seguendo alcuni ometti che si infilano tra i ghiaioni a destra e che attraversano la pietraia con una traccia parallela alle pareti, fino ad una parte più erbosa.

Proseguendo si arriva sotto le pareti della Esmeralda, caratterizzate da un continuum di placche rosse apparentemente lisce, solcate da molte fessure. Targa metallica all’attacco (2h circa dall’alpe Devero, poi dipende da come camminate 😜).

Descrizione dei tiri

  • L1 – 4c (30 m) – dalla targhetta metallica si sale verticalmente leggermente sulla sinistra, sfruttando fessure e grossi massi sporgenti, fino ad arrivare all’ultimo tratto più verticale e liscio, con una evidente fessura dove volendo si può integrare, che si rimonta per poi trovare la sosta sulla sinistra, in corrispondenza di un comodo terrazzino.
  • L2 – 5a (30 m) – salire in verticale stando a sinistra di un piccolo tetto che rompe il continuo della parete: questo primo tratto di placca è un po’ più avaro di appigli ed appoggi, tecnicamente forse è il punto più difficile della via. Una volta superata la roccia sporgente il tiro diventa più facile e la roccia più lavorata. Sosta su comodo terrazzino.
  • L3 – 5b (40 m) – in verticale fino al primo – altissimo – spit sfruttando la spaccatura, superarlo ed in corrispondenza di qualche masso incastrato in fessura puntare a destra, in placca per poi risalire di nuovo in verticale in corrispondenza del secondo spit; dopo i primi metri la roccia diventa più generosa. Di nuovo sosta su terrazzino.
  • L4: 5a (40 m) – lungo tiro su placche intervallate da due brevi rimontine, protette dove serve e con anche due tre chiodi piantati a mano che non dispiacciono.
    Sosta senza anello di calata ma con maglia rapida.
  • L5: 5c+ (15 m) – di fronte alla sosta salire la breve e bella parete perfettamente verticale, solcata da fessure diagonali, fino a rimontarla stando leggermente a destra. Qui fortunatamente i chiodi non mancano! Ancora pochi metri facili conducono alla sosta ed alla fine della via. Alternativamente, sulla destra è presente uno spit dove dovrebbe essere più facile salire (non abbiamo provato) per evitare il muro fessurato.

Dalla sosta se si vuole – e noi lo consigliamo vivamente – costeggiando la bastionata e poi salendo per roccette sulla sinistra, è possibile raggiungere la punta dell’Esmeralda in circa 20′.
Il terreno qui non è il massimo (sfasciumi), quindi prestare attenzione! Il panorama è bellissimo, permette di traguardare il versante svizzero con le sue morene e i suoi laghetti azzurri.

Discesa

E’ possibile scendere nel canalone detritico (non abbiamo sperimentato) oppure calarsi con 3 doppie (corde da 60 m):

dalla sosta terminale, calarsi fino alla sosta del terzo tiro (55 m circa, attenzione alle corde!); altra calata fino a raggiungere la sosta del secondo tiro, infine calarsi fino a terra accorpando le prime due lunghezze iniziali.

Ogni sosta ha comunque l’anello di calata (eccetto quella alla base di L5, con maglia rapida), quindi nel dubbio è possibile effettuare più doppie.

Giudizio

L’unica pecca di questa via è che è troppo corta! 😅 Quando la finisci vorresti ci fossero un paio di tiri in più.

La roccia è un meraviglioso serpentino rosso, con placche che – a vederle da lontano non si direbbe – sono generose di appigli e fessure, molto grippose.

Ogni tanto si incontra qualcosa che si stacca, ma nel complesso la roccia è davvero solida e le soste sono tutte attrezzate con anello di calata e sono generalmente comode.

Le difficoltà sono sì contenute ma – a parte l’ultimo tiro – gli spit sono davvero distanziati tra loro. Vero è che tutti i tiri sono facilmente integrabili a piacere (friend medio piccoli) quindi bisogna “solo” avere un po’ di pelo.

Per chi vuole scalare e basta, considerando tutto l’avvicinamento per soli 5 tiri, probabilmente non ne vale la pena: questa via è più la ciliegina sulla torta di un’esperienza in un ambiente da favola, che sicuramente non vi lascerà delusi.

Un caro saluto alle cordate di Sara e Danilo e relativi amici che ci hanno preceduti e ci hanno tenuto un’ottima compagnia per tutta la giornata: alla prossima occasione ragazzi! 🙏🏻💪🏻🍻

Oltre all’Esmeralda, altra cima bellissima della zona è la mitica Punta della Rossa.
Per chi fosse interessato, vi rimandiamo ai nostri precedenti articoli riguardo la sua via Normale e la scalata dello spigolo Sud-Est.

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

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