Curiosando tra i vari blog e le varie pagine che parlano di alpinismo e arrampicata salta all’occhio una questione molto discussa di questi tempi: l’arrampicata, declinata anche nell’alpinismo, può considerarsi sport? E se non è tale, allora cos’è, come potrebbe essere definito? Quanto pesa, in queste chiamiamole discipline, la “prestazione”, quanto l’impatto sull’ambiente e sulla montagna? Fino a che punto e con quali limiti si può fare dell’alpinismo un lavoro?
Porto i capelli come Walter B., di Massimo Marcheggiani, edito da Versante Sud nel 2019, offre second noi anche da questo punto di vista interessanti spunti di riflessione, pur non trattando questi temi in maniera diretta.
Questo libro sembra un po’ come l’autore: appassionato, testardo, a volte anche un po’ disordinato – ma solo all’apparenza, perchè il filo che tiene insieme le varie parti della narrazione, un continuo andare e venire tra passato prossimo e passato remoto, è solido come la corda che ci sostiene durante le scalate. Si infilando pensieri, ricordi, ritratti e paesaggi come perline colorate di una collana che si comporrà solo alla fine.
C’è molto più della narrazione delle varie imprese alpinistiche di Marcheggiani, partite nel centro Italia per toccare poi varie parti del globo: c’è un giovane uomo dalla volontà incrollabile, gli amici e i compagni di cordata, le spedizioni andate male, l’entusiasmo per l’India e per il deserto, numerose ripartenze e lavori disparati, tanta passione, la quadratura del cerchio della maturità… c’è un uomo a tutto tondo, che voleva fare l’alpinista a tutti i costi e che oggi può dire di esserlo.
Un alpinismo d’altri tempi, forse, lontano dai riflettori e dall’esposizione mediatica, dalla prestazione a tutti i costi, intriso d’avventura, esplorazione, fatica (la fatica bella, quella lì, che ripaga sempre). Un libro che merita d’essere letto, anche e soprattutto dai giovani che si avvicinano a questo mondo.
Noi abbiamo avuto il piacere (non retorico, perchè Massimo Marcheggiani è anche simpatico) di intervistarlo per la trasmissione radiofonica che ci vede maldestri conduttori (ndr: Classics on the Rocks, per Climbing Radio), a proposito della Via del Vecchiaccio aperta sul Corno Piccolo nel 1977 con Pierluigi Bini e Vito Plumari (IL vecchiaccio), la via che a suo stesso dire lo ha “battezzato e promosso alpinista”.
Trovate la puntata nei podcast
Porto i capelli come Walter B. è il terzo libro di Massimo Marcheggiani, i precedenti:
Tu non conosci Tiziano, edito da SER nel 2011 e Una scelta, con Loretta Spaccatrosi edito da SER nel 2007.
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