Pizzo d’Emet (o Piz Timun) – anello da Madesimo – primi passi d’autunno

postato in: Alpinismo, Trekking | 0
Madesimo (SO), fr. Macolini 1.656 m s.l.m. – Passo di Sterla sett. 2.830 s.l.m. – Pizzo di Emet 3.210 m s.l.m. – Lago di Emet e Rifugio Bertacchi 2.196 m s.l.m. – Madesimo (SO) – EE / F – dislivello compl. 1.600 m circa, sviluppo 14 km circa

Dopo tanto arrampicare ci è venuta voglia di camminare, di macinare sentieri e dislivello: e poi l’autunno è alle porte, la stagione cambia e cambia il modo di approcciarsi alla montagna.

Questa escursione è stata scelta un po’ per caso, come spesso accade: guardi la mappa, con le tracce di quanto hai già percorso, noti un buco e ti chiedi… e lì, cosa c’è? C’è questa cima di 3.200 metri che fa da spartiacque tra la Valle Spluga e la Val di Lei, separando gli omonimi bacini artificiali e regalando una grandiosa vista su entrambi.

Abbiamo scelto il percorso più faticoso, ma secondo noi anche il più bello: da percorrere senza fretta, questo giro ad anello è piacevole, vario – paesaggisticamente parlando – non molto frequentato. Vi consigliamo, se volete effettivamente fare un anello, di seguire la direzione che abbiamo scelto noi 😉 Fatto all’inverso rende decisamente meno!

Avvicinamento

Da Madesimo (SO) si punta verso Macolini, una frazione in quota dove è possibile posteggiare l’auto.
Si prosegue a piedi per qualche centinaio di metri lungo la strada sterrata che in falsopiano si addentra nella valle: sulla destra (faccia a monte), scavalcando un muro a secco che delimita dei pascoli in piano, si stacca il sentiero che ripidamente punta verso la Valle di Sterla (non abbiamo notato cartelli, anche se il sentiero è bollato).

Descrizione dell’itinerario

La prima parte di sentiero è subito ripida e risale il primo muro sopra il quale vi è un primo pianoro, sul quale confluiscono delle belle cascatelle; per ometti e segni bianco/rossi si traversa verso destra, risalendo poi i successivi ripidi muri uno dopo l’altro. L’ultimo, una pietraia abbastanza agevole, vi porterà a raggiungere un piccolo edificio posto proprio al di sotto del Passo di Sterla settentrionale. Costeggiandolo si guadagna la cresta, segnata da grossi ometti.

Raggiunto il passo vero e proprio si prosegue in cresta (ometti): la prima parte è camminabile, mentre successivamente c’è qualche passaggio di I-II grado a volte esposto (più in discesa che in salita!): si raggiunge così la croce di vetta, dove si gode di un bel 360° sulla Valle Spluga, la Val di Lei, le cime del Tambò, Suretta e Pizzo Stella.

video di vetta

A ritroso si riguadagna il Passo di Sterla calcando la via appena percorsa; qui, faccia a valle, sulla destra è visibile la traccia bollata che scende sull’opposto versante (bolli bianco/rossi e/o gialli) lungo l’infinita pietraia… Dopo il primo muro piuttosto verticale siamo praticamente sul confine italo-svizzero, dove infatti si notano i cippi in pietra incisi e segnati con vernice rossa. Una volta usciti dalla pietraia la traccia diventa più agevole ma non meno pendente: si guadagnano così l’altopiano del Lago di Emet e il Rifugio Bertacchi, già da tempo ben visibili più in basso.

Dal Rifugio Bertacchi, dopo essersi goduti la scoppiettante ospitalità e una birra gigante, si seguono le indicazioni per Madesimo, seguendo un sentiero che traversa e ridiscende più comodamente verso la valle sottostante, fino a ricongiungersi alla strada sterrata percorsa all’andata, solo un poco più a monte.

Giudizio

Gita divertente e “allenante”, senza difficoltà secondo la nostra personale percezione: va detto che in cresta ci sono passaggi un poco esposti che richiedono sicurezza su questo tipo di terreno, non è una cima escursionistica, ma una facile – facilissima- alpinistica. Le lastre di granito non sono sempre stabili e c’è qualche passo che magari potrebbe dare fastidio: un piccolo saltino (super-appigliato) per superare una spaccatura poco prima della cima, per esempio.

Il nostro giro prevede un dislivello che richiede un minimo di allenamento: la stessa cima, volendo, si può raggiungere parcheggiando presso la diga del Lago di Montespluga (1.900 m s.l.m.) rinunciando all’anello e a 300 metri di dislivello. Tuttavia la salita dal Lago di Emet è piuttosto monotona e faticosa, anche per il tipo di terreno, rispetto a quella dalla Valle di Sterla, più varia anche se più lunga. A voi la scelta!

Sicuramente il paesaggio è molto appagante: ai bucolici pascoli con le muuuuuuuucche si susseguono gli altipiani colonizzati da ginepri e mirtilli, infine le pietraie di granito e le cime, dove la vegetazione scompare.
E’ il bello del cammino e del percorrere ‘lunghe’ distanze: attraversare scenari diversi, salire sempre più su, passo dopo passo. Qui trovate anche le escursioni (datate, ahinoi) al Piz Tambò e a Punta Adami, sul Suretta, dove si vede anche della neve… qui e oggi totalmente assente 🙁

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *