Pizzo d’Alben da Giabbio (Premana) con nota sul Faggio del Piancone

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da PREMANA, LOC. GIABBIO (LC) a PIZZO D’ALBEN 1850 m – disl. positivo 1150 mt – sviluppo 4,8 Km – trekking facile

L’itinerario di questa gita al femminile è assai piacevole in primavera, attraversa alpeggi e boschi ai margini dei quali si scoprono alberi antichi, di dimensioni notevoli: qui, tra gli altri monumenti della natura, si trova il re della foresta, il “nonno” faggio della Val Piancone, al quale portammo i nostri omaggi anni fa.

Si può lasciare l’auto a Giabbio, località industriale ai piedi di Premana, dove proseguendo per un breve tratto su strada sterrata, sulla destra si trova subito il bel ponte di pietra che oltrepassando il torrente porta all’attacco dei sentieri. Il nostro prosegue a destra, vi si trovano le indicazioni per l’Alpe Chiarino e il Faggio del Piancone.

Il sentiero sale su tratti di mulattiera, prati e boschetti, attraversando numerosi alpeggi ove si trovano diverse fonti: superato Porcile, presso Stalle D’Alben, si trova il bivio segnalato che permette, deviando a sinistra, di raggiungere prima l’Alpe di Ariale e da qui l’Alpe Chiarino. Dall’Alpe Chiarino noi abbiamo proseguito salendo fino al Pizzo d’Alben, su sentiero sempre facile e tracciato, dal quale si gode di un bel panorama a 360° sulla valle e sulle catene montuose a est.

Dall’Alpe Chiarino è anche possibile seguire le indicazioni per il Faggio del Piancone, percorrendo un sentiero che si stacca sulla destra e che prosegue con saliscendi in costa girando intorno al Pizzo d’Alben: la traccia è evidente ma parecchio stretta, dopo un primo tratto si ricongiunge con un altro sentiero con marcatura rosso/bianca. A questo bivio si prosegue a sinistra, superando due piccoli guadi e una serie di roccette fino ad arrivare al faggio. La segnaletica su questa parte di sentiero è stata recentemente rifatta, dunque è assolutamente visibile (si incontrano addirittura paletti dipinti, la presenza di spit lascia intendere che presto verranno attrezzate delle corde fisse), tuttavia la traccia può essere considerata “disagevole” se si è insicuri o dotati di calzature inadeguate.

Ma il grande faggio merita: la prima volta che lo raggiungemmo anni fa nemmeno si poteva parlare di sentiero e dovemmo ravanare a caso sui pendii prima di stanarlo!

A seguire anche le foto che gli abbiamo scattato in quell’occasione, dato che questa volta invece ce lo siamo perso, e la mappa con la deviazione per raggiungerlo passando da Chiarino.

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