Piz Boé e giro del gruppo del Sella dal Pass Pordoi

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PASSO PORDOI 2239mt – RIFUGIO FORCELLA PORDOI 2845mt – PIZ BOE’ e RIFUGIO CAPANNA FASSA 3152mt – RIFUGIO KOSTNER 2500mt – anello – trekking

La nostra gita in val di Fassa prosegue verso il gruppo del Sella. Dopo una sonora mangiata e bevuta al ristorante pizzeria El Panarel, poco fuori Canazei (avevamo appena attraversato tutto il gruppo del Catinaccio….un po’ di fame c’era! 😉 vedi gita qui), saliamo in macchina fino al passo del Pordoi dove il giorno dopo abbiamo in programma di raggiungere il Piz Boé e poi di scovare un giro ad anello che ci riporti da dove siamo partiti.
Viste le spese di viaggio sostenute fino a questo momento, la nanna in macchina ci sembra la soluzione migliore e in fondo lo sarà, anche perché al passo Pordoi troveremo una stellata da urlo e un bel parcheggione tutto vuoto dove sostare.

Sveglia all’alba, colazione al baretto del passo e poi via verso il rifugio del Sass Pordoi.
Ci si poteva anche arrivare con la comoda funivia che ci avrebbe risparmiato 700 mt di dislivello, ma come è noto, a noi piace soffrire…..quindi saliamo a piedoni e nel giro di un’oretta scarsa saremo al rifugio.
Vediamo che nel frattempo le orde dei barbari stanno arrivando a frotte con la funivia, quindi siesta breve e ripartenza verso la cima del Piz Boé.

Anche qui, la salita sarà breve e in una 40ina di minuti saremo sulla cima dove si trova la Capanna Fassa.
Ce la prendiamo comoda intanto che i vari gruppi arrivano da valle, fotografando passerotti, gracchi alpini e noi stessi con i giochi di nuvole.

Dopo una mezz’ora di siesta, capiamo che esiste un itinerario ad anello interessante che dal Piz Boé procede in cresta e poi scende verso il rifugio Kostner.
Questo sentiero si rivelerà davvero spettacolare dal punto di vista dei paesaggi e ce lo siamo goduto alla grande.

Non potendo fare ferrate o cose alpinistiche per via della mia mano spezzata, ad un certo punto dovremo deviare sulla destra riprendendo il sentiero base (che avevamo perso giunti ad un passo).
Ce ne siamo accorti perché da sinistra sopravveniva solo gente imbardata da ferrata ed evidentemente da lì ci saremmo andati ad immerdare, mentre a destra venivano su famiglie con bambini.

Dopo una lunga e bella discesa, raggiungiamo il rifugio Kostner in alta val Badia, gestito da dei ragazzi rumeni che ci offriranno un pranzone abbondante e soddisfacente…..tanto soddisfacente che alzarsi dal tavolo poi, sarà una bella lotta!

Giuro che in discesa ho fatto fatica…..ruttavo capriolo ad ogni metro! 😉
Comunque sia, abbiamo preso il sentiero che dal Kostner attraversa in orizzontale stando a bordo delle montagne e con vari sali-scendi siamo giunti fino sopra all’ossario del Pordoi.

Da lì, è possibile scendere verso valle evitando l’ultimo passo che ricollegherebbe alla salita dell’andata.
Noi quindi siamo scesi giù dritti e abbiamo raggiunto l’ossario che a quel punto abbiamo anche visitato.
Poi con strada in falsopiano si ritorna al passo del Pordoi senza fatica.

Già…..solo che poi ci aspettavano 3 ore in macchina per tornare fino a Campiglio!!
Purtroppo, vista la mia mano scassata, questo spiacevole inconveniente è ricaduto su Erica……
E che ci vuoi fare…..quando le cose succedono succedono! 😛

P.S. Stronzate a parte, questa gita è molto molto bella e regala scorci fantastici sulla Marmolada, sul Sassolungo, sulle Odle e attraversa montagne davvero affascinanti! Vale sicuramente la pena di farci un giro!!!
Noi che siamo abitué del Brenta, questa l’abbiamo apprezzata molto. Soprattutto andando verso il Kostner, appaiono montagnone di livello con pareti interessanti e tutte da scalare! Se non le conoscente ancora (come noi fino a ieri del resto) fateci un giro!

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

2 risposte

  1. Gabriele

    Non siate troppo duri con chi prende la funivia: pure io, che a poco più di 20 anni mi facevo ferrate sul Brenta come niente fosse, e camminate di 12 ore, adesso devo considerare seriamente l’utilizzo di tali strumenti (ho un po’ di anni in più sul groppone con quel che ne segue)!
    Bellissime foto!

    • Erica Bagarotti

      Grazie Gabriele!
      Tranquillo, pure noi non siamo più proprio dei ragazzini. Sono convinta che, salvo patologie, la differenza non la faccia l’età quanto l’allenamento: incontriamo spesso signori e signore che hanno quasi il doppio dei nostri anni e fatichiamo a stargli dietro sia per prestanza sia per tecnica.
      Comunque in questo caso specifico abbiamo parlato di orda di barbari perché la maggior parte della gente che saliva in funivia, per poi proseguire, era davvero impreparata e male equipaggiata. C’erano ragazzini con le all star ai piedi, per dire, urla, schiamazzi e quant’altro.
      Anche noi apprezziamo parecchio gli impianti di risalita, quando serve!
      Buone gite e buona montagna, siamo felici che tu abbia apprezzato le foto
      Erica
      http://www.inmontagna.blog

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