Isola – fr. di Madesimo (SO), 1.200 m s.l.m. – Pian dei Cavalli 2.000 (e rotti) m s.l.m. – disliv. positivo 950 m circa, sviluppo 5 km circa – scialpinistica MS
Un gruppetto ampio e vario quello di oggi: snowboarders, scialpinisti e un paio di ciaspole, alla volta dell’Alta Valle Spluga. O forse sarebbe meglio chiamarla Valle di San Giacomo, o meglio ancora val di Giüst ovvero “Valle dei Giusti“… la faccenda è un po’ complessa, magari vi abbiamo incuriosito abbastanza per approfondirla 😉
Il folto gruppetto tuttavia si è presto diviso, per disorganizzazione e necessità, in pieno Brancaleone Style: da una parte qualcuno ha fatto il Moncucco dall’altra qualcuno (tra cui noi) hanno puntato al Pian dei Cavalli, dal quale Gallo e Niggah hanno stoicamente proseguito per la Cima de Barna.
Fino al Pian dei Cavalli possiamo dire che l’escursione, contrariamente ad altre fatte quest’anno, è assolutamente adeguata alle ciaspole; la discesa però, con gli sci/tavola, prevede boschetti un poco ripidi. Al contrario, dal Moncucco i pendii sono aperti e la discesa forse più semplice.
Avvicinamento
In auto si percorre la SS 36 per il Passo Spluga fino a Campodolcino, ove si prende la diramazione per Isola, raggiungendo la piccola frazione.
Per parcheggiare l’auto si hanno diverse possibilità, anche a seconda dell’affollamento: in basso, prima di arrivare alla centrale elettrica, vi sono due spiazzi abbastanza grandi proprio lungo la statale, mentre se siete fortunati, accanto all’hotel Mangusta (indicato, all’interno del paesino e proprio accanto alla chiesa) c’è un altro parcheggio più comodo. Se avete parcheggiato in basso dovrete comunque raggiungere a piedi la chiesa e l’albergo, poco oltre i quali, sulla sinistra, parte il sentiero.
Percorso
Poco oltre la chiesa parte il sentiero ufficiale che risale la Val Febbraro, all’inizio una mulattiera: noi dopo pochi metri abbiamo trovato addirittura l’indicazione “sciatori di là”, giusto per non sbagliare!
Nel nostro caso la salita era perfettamente tracciata, anche sui tagli che permettono di bypassare qualche tornante: lungo la salita si trovano anche paletti verdi e rossi ad indicare la direzione. In ogni caso si raggiunge presto il bosco, poi – se avete tagliato – di nuovo la traccia/sentiero principale fino a raggiungere con pendenze sempre abbastanza moderate quella che pensiamo sia l’Alpe Frondaglio: le antiche casette di pietra ricoperte dalla neve sono una meraviglia! Salendo ancora si raggiunge un altro nucleo di piccoli edifici, dopo il quale la vegetazione si fa più rada fino a ritrovarsi in pendii aperti.
Sui pendii il sentiero vero e proprio è irriconoscibile, si sale seguendo le tracce o, nello strano caso non ve ne fossero, le linee di minima pendenza, attraverso ampi zig-zag. Si superano così una serie di gobbe, sino ad arrivare al punto dove la visuale si apre su tutto il Pian dei Cavalli, un altopiano che ci immaginiamo suggestivo in tutte le stagioni. Di fronte, ben visibile ma ancora lontana, la Cima de Barna (2.862 m): se avete ancora gamba e se le condizioni lo consentono potreste considerare questo nuovo obiettivo, proprio sul confine italo svizzero.
(noi abbiamo optato per la fuga veloce: con un meteo così favorevole sapevamo che tutta la lombardia in lockdown regionale si sarebbe riversata sulle montagne valtellinesi, ingolfando la SS 36 al ritorno… e ci abbiamo visto giusto – giusto in tempo!)
Discesa
Descriviamo la discesa solo per il tratto fatto da noi, ovvero a partire dal punto in cui inizia l’infinito Pian dei Cavalli.
Seguire più o meno fedelmente la traccia di salita stando leggermente alla sua destra per godere di qualche pendio più gradevole e più spinto nella parte alta.
E’ facile farsi tentare dai pendii aperti alla nostra destra ma da quello che abbiamo visto vi porterebbero parecchio fuori strada (a meno che non conosciate alla perfezione il territorio).
Giunti di nuovo all’Alpe Frondaglio (l’alpeggio al limite del bosco), abbassarsi fino alle ultime case, poi in traverso a sinistra per un centinaio di metri fino ad incrociare i pali del vecchio skilift.
Da lì in poi si può scendere più o meno dritti, stando sotto lo skilift o nel boschetto limitrofo che regala una bellissima discesa, se la neve fosse di livello come l’abbiamo trovata noi.
Giudizio
Salita mai estrema, godibilissima con qualsiasi cosa portiate ai piedi visto che le pendenze sono sempre più che accettabili; il paesaggio è davvero maestoso, sicuramente dalla Cima de Barna lo è ancora di più, aprendosi verso la Svizzera e le valli sottostanti.
Il Pian dei Cavalli è un luogo che sicuramente merita una visita anche nella stagione estiva, grazie ad una storia che affonda le proprie radici antropologiche nel Mesolitico (per approfondimenti vedere il sito di Paesidivaltellina) ma soprattutto perchè è incredibilmente bello ricoperto di neve e dev’esserlo anche quando il verde dell’erba brilla sotto il cielo azzurro! Peraltro d’estate, attraverso l’accesso da Starleggia, diventa una vera e propria passeggiata per tutte le gambe: segnatevelo.
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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