BARDONECCHIA (TO) – VALLEE DE LA CLAREE/PLAMPINET – VALLE STRETTA – JAFFERAU
A volte i piani architettati con così tanta pignoleria durante la settimana -quale via, quale parete, a che ora attacchiamo, com’è il meteo ecc ecc- vanno a farsi benedire: a volte va bene così e questa è una di quelle volte!
Partiamo alla volta di Bardonecchia e della Val di Susa con l’idea di dividerci in due cordate e di portare a casa ben due vie lunghe: il programma per il giorno UNO prevedeva qualche tiro di riscaldamento in falesia, e questa sarà praticamente l’unica roccia che toccheremo nel weekend, altro che vie lunghe 😀
La falesia di Plampinet* è comodissima dal punto di vista logistico, piuttosto varia come difficoltà, in un ambiente gradevole… si potrebbe dire che l’unico diffetto sia la roccia un pochino consumata, se non fosse che la vera magagna la scopriremo solo nel pomeriggio, quando le pareti verranno prese d’assalto da gruppi di climbers francesi con radio e stereo al seguito. E no, non pensiate si trattasse di melodiose note di musica classica: tecno sparata ad alto volume, perchè giustamente doveva sentirsi bene fino alla sosta… come avere della cocaina al posto della magnesite!
Sarà che siamo vecchi, sarà che siamo antichi e non capiamo queste nuove tendenze, ma la nostra concentrazione è andata a farsi benedire, anzi, ci siamo concentrati sulla grigliata che avremmo consumato da lì a poco.
Il luogo scelto per il bivacco notturno non lo sveleremo: in parte perchè altrimenti il nostro amico ci taglia la lingua 😛 essendo uno dei “suoi” posti (è come con i funghi, non lo sapevate?!), in parte perchè in Valle Stretta ci sono innumerevoli possibilità: basta fare quattro passi nel bosto et voilà, ovunque si trovano resti di falò e bivacchi en plein air, che pur essendo sotto i 2000 metri evidentemente qui sono ben tollerati.
Questa sarà l’ultima parte di “programma per il weekend” alla quale ci atterremo: dopo la notte zingara nell’hotel a 1 milione di stelle e con 1000 mila litri di alcool in corpo, infatti, l’idea di scalare il giorno dopo comincerà a vacillare, ma troveremo anche altre ottime ragioni per desistere. Bivaccare sotto le stelle, nei boschi, con una luna quasi piena e due super falò a farci compagnia, gli amici, l’arte di arrangiarsi e di condividere: questo in fondo è stato il tema della gita (e pensare che c’è gente che non lo sperimenta mai nella vita)
Esaurite le riserve di costine, salamelle, rakia, vino, genepì e consumato un the artigianale alle foglie di larice (forse pensavamo servisse a fare passare la sbronza!) ognuno sotto il proprio riparo ci addormentiamo ancora con qualche proposito scalatorio per il giorno a venire… peccato che alle 6 del mattino una pioggerellina leggera ma fredda, unita ad un vento teso e costante, li cancellerà tutti questi buoni propositi, lasciandoci dormire ancora qualche ora.
La domenica l’abbiamo dedicata alla scoperta di questi luoghi, davvero incantati: la montagna qui è dolce, e sembra estendersi all’infinito; i colori dell’autunno poi -e forse anche i postumi del giorno dopo- ci hanno convinto definitivamente a goderci la giornata in assoluto relax. Giretto fino al Lago Verde, oltre Melezet, con una passeggiata a piedi di mezz’oretta fino a questo specchio d’acqua dai colori quasi fosforescenti, poi off road sullo Jafferau.
Lo sappiamo, sembra incoerente visto che da sempre siamo sostenitori del divieto in montagna a moto e quad: ma su queste sterrate l’off road ha un senso, tant’è che di persone a piedi non ne abbiamo praticamente incontrate. Le distanze sono lunghissime e i dislivelli importanti, le jeeppabili traversano le montagne senza in verità turbarne l’orografia, sono strade militari, appartengono ai luoghi come le molte rovine di forti abbandonati disseminate ovunque.
Il nostro mezzo si è comportato benissimo, il conducente anche, quindi ci siamo goduti questa cavalcata fino alla vetta e discesa dal versante opposto in una magnifica giornata di sole: il Discovery ha arrampicato per noi, regalandoci la cima e il suo panorama inedito!
Delle falesie che abbiamo visto, e poco goduto, ne segnaliamo due, entrambe con avvicinamento zero:
*Plampinet (vedi sopra): calcare a volte un po’ consumato, ci sono più settori, qui l’elenco delle vie (ricordatevi di portare i tappi per le orecchie!)
Parete dei Militi, in Valle Stretta: bastionata calcarea stupefacente con monotiri e vie lunghe (non molto adatte a principianti) divise in due settori: Settore Gare e Settore Tao (clic per link alle vie)
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Cristina Kalfa
Buongiorno vorrei venire in vale stretta con la mia famiglia in vale stretta con la tenda ⛺ dobbiamo avere autorizzazione e se si dove lo possiamo fare grazie
Gabriele Poggi
Ciao Cristina,
penso che non sia consentito bivaccare liberamente con la tenda come abbiamo fatto noi in quella zona.
Noi eravamo in compagnia di una persona del posto che sapeva esattamente dove andare e quindi abbiamo messo la tenda lì per una notte (tramonto/alba) ma dubito sia possibile lasciarla in modo permanente.
Nel caso dovresti appoggiarti ai campeggi attrezzati e autorizzati.
Prova a contattare l’ente turismo della zona e sapranno indirizzarti loro verso una struttura adeguata.
Ciao e buona vacanza!