Capo Noli (SV) – Esposizione EST – tiri dal 4b al 6b+
Una falesia sicuramente conosciuta, piccina, che però merita una menzione per la bellezza del luogo e del paesaggio che le fa da scenografia naturale: per noi, che certo non siamo degli appassionati (l’avrete capito!) della fatica ad ogni costo, dell’accanimento terapeutico su tiri difficili che non riusciamo a chiudere ecc ecc …insomma, per noi che non siamo “falesisti”, arrampicare in un posto così svolta decisamente la giornata!
Conoscevamo già la zona, anche perché da qui parte una delle vie che per noi è un “vorrei ma non posso” (o forse più un “potrei ma non voglio” 😀 😀 😀 ) ovvero il mitico Traverso di Noli, più di 300 m di sviluppo su un traverso a picco sul mare, V+ obbligatorio… che magari prima o poi troveremo il coraggio di fare e recensire 🙂
Il traverso percorre tutta la parte bassa della scogliera di Capo Noli, partendo dalla falesia di cui vi parliamo qui, fino a sbucare dall’altra parte, dopo le gallerie.
Noi oggi abbiamo giocato e testato il feeling con questa roccia davvero strana: un calcare rosa molto lavorato e con ottimo grip, che sorge direttamente dal blu intenso del mare.
Il bello di questa falesia è proprio questo: nonostante si trovi sotto l’Aurelia, una volta scesi non si sentirà più alcun rumore se non lo sciabordio delle onde e il richiamo dei gabbiani! Si arrampica sospesi tra mare e cielo, nel blu dipinto di blu.
Avvicinamento
Se venite da Finale l’accesso alla falesia si trova lungo l’Aurelia dopo l’ultima galleria prima di scendere verso Noli, mentre se venite da Genova/Spotorno subito prima della prima galleria; c’è uno spiazzo delimitato da guard-rail aperto in ambo i sensi, dove in teoria potrebbero starci, senza interferenze, un paio di auto.
Se fosse già occupato o come nel nostro caso momentaneamente interdetto, l’unica soluzione è quella di parcheggiare a Noli (a pagamento ovviamente, ma ricordate che siamo in Liguria e parcheggiare lungo la strada ovvero fuori dalle strisce è garanzia di multa certa!) e poi risalire a piedi (5 minuti) lungo l’Aurelia.
Dallo spiazzo guardando la galleria si noterà una roccia con la rete paramassi: qui c’è la possibilità di calarsi (fittoni resinati o al massimo usando il guard-rail) per una 15ina di metri, fino a raggiungere un terrazzino e, percorsi una decina di metri in direzione Varigotti su sentierino, la falesia vera e propria.
Nel dubbio noi abbiamo lasciato su la corda da cui ci eravamo calati, ma in realtà risalire non è un problema, lungo un diedro che arriva in cima sono presenti dei resinati per proteggere eventualmente il tiro.
Falesia
Il primo tiro ufficiale si trova proprio al termine del sentierino, poco sopra un piccolo pulpito a quanto pare molto amato dai gabbiani 😛
I tiri successivi si trovano via via seguendo il traverso protetto da corde fisse che si sposta in direzione Varigotti: tale traverso è molto esposto, dunque è opportuno verificare sempre la condizione delle protezioni presenti in loco, sottoposte alla continua azione degli agenti atmosferici, del mare ecc ecc.
La corda fissa termina più o meno in corrispondenza di una madonnina incastonata nelle rocce, sotto la quale partono gli ultimi tiri “comodi” della falesia.
Abbiamo provato i tiri più semplici (“Spigola” e “Classica“) entrambi protetti a fittoni con chiodatura media… poi dipende a cosa siete abituati! Piacevoli e con roccia, come già detto, inaspettatamente gripposa. Nel secondo caso la sosta era da collegare.
I tiri
Trovate l’elenco completo dei tiri attuali sul sito Climbook, con anche pareri sui vari gradi ed eventuali ripetizioni.
Giudizio
Falesia bella e divertente, è possibile giocare sui monotiri ma ci sono anche vie di qualche tiro (3 al massimo): in una giornata tra una cosa e l’altra non ci si annoia.
Le pareti sono esposte a est dunque prendono il sole alla mattina; sono a picco e vicine alla quota del mare dunque i fattori “ambientali” da considerare sono tanti: la stagione (in inverno con giornate miti si sta benissimo, in estate probabilmente senza un po’ di brezza si soffre), la presenza del vento (è una zona moooolto ventosa), l’umidità, che può cambiare radicalmente la temperatura percepita… last but not least eventuali mareggiate!
Non è ovviamente una falesia dove si sta comodi, dunque non adatta per portare comitive di non scalatori/cani/bambini ecc, il chè la rende anche un posto tranquillo o almeno meno affollato di altri.
I colori del mare, limpidissimo, e il panorama sono davvero qualcosa di eccezionale, che vale la pena sperimentare scalando e magari, durante le pause, addentando l’immancabile fügassa 🙂
Tutto questo blu ci ha fatto tornare la voglia di scalare sul mare, cosa che purtroppo non facciamo spesso: una delle vie più belle dal punto di vista paesaggistico che trovate sul blog, secondo noi, è Pipistrelli, nel Levante Ligure, aspettando con ansia di tornare anche in Sardegna (qualche trekking lo trovate qui e una via lunga, quest’ultima però non vista mare) muniti di tempo ed attrezzatura!
Disclaimer
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