Loc. Monti di Breglia (1.050 m s.l.m.), BREGLIA (CO) – Cima MONTE GRONA (1.736 m s.l.m.) – Via Ferrata – Difficoltà D – Dislivello 700 m – Sviluppo 7 km – Dislivello sola ferrata 380 m – Sviluppo sola ferrata 700 m – Esposizione Sud
Negli ultimi anni non abbiamo fatto più molte ferrate, anche perché arrampicando finiamo sempre per preferire qualche via o magari delle gite di carattere alpinistico.
Questa ferrata l’abbiamo scelta per puro caso, dando un’occhiata su Google Earth ai punti della mappa che frequentiamo poco e scovando questa montagna ricca di guglie rocciose dove eravamo certi ci sarebbe stato qualcosa di carino da fare.
La ferrata del Centenario CAO in realtà è molto nota e conosciuta, l’abbiamo scoperto a posteriori, e dopo averla fatta non possiamo che confermarne la bellezza e il valore!
Innanzitutto il Monte Grona offre una visuale a dir poco stupenda sul Lago di Como e il Lago di Lugano, oltre che sulle Grigne, le Orobie occidentali e il gruppo Masino / Bregaglia.
Per di più il percorso, che si volge lungo 4 distinti e verticali torrioni rocciosi, offre anche una roccia di ottima fattura, quasi mai lisa o consumata (nonostante si tratti di calcare) e decisamente da affrontare in scalata!
Con ciò intendiamo che, sapendo arrampicare, in questa ferrata si può evitare di toccare la catena di ferro per quasi l’intero percorso, sfruttando solo gli appoggi e gli appigli naturali, cosa che dal nostro punto di vista è decisamente un plus!
Il grado di arrampicata si attesta sul II/III grado in media per tutto il percorso, con forse qualche passo di IV dato più che altro da alcuni punti in cui la roccia è più consumata a causa di appigli ed appoggi quasi obbligatori.
Ovviamente il percorso è fattibile anche da chi non scala e la catena di ferro (sempre presente) consente di procedere magari in modo più fisico, ma senza troppi patemi, considerando però che le protezioni sono piuttosto distanti tra loro, cosa che favorisce chi arrampica ma può essere più “spaventoso” per gli altri.
Percorso automobilistico
Da Menaggio, si segue la strada che porta verso il paese di Plesio e successivamente verso la frazione Breglia che si raggiunge tramite una strada forestale che richiede il pagamento di un ticket (3 euro al giorno, macchinetta disponibile in loco all’inizio della strada).
Si prosegue ancora per alcuni tornanti sopra a Breglia fino ad un ampio parcheggio nel bosco.
Avvicinamento
Dal parcheggio si seguono i cartelli in direzione del Rifugio Menaggio che si può raggiungere da due strade: una alta e una bassa.
Noi abbiamo scelto il sentiero alto che abbiamo letto essere più panoramico e per il quale troverete indicazione dopo pochi minuti di cammino dal parcheggio.
Il sentiero alto attraversa un bel bosco di betulle e nel giro di pochi minuti raggiunge un primo punto panoramico dal quale potrete iniziare ad ammirare il lago di Como e la punta dove sorge Bellagio.
Si prosegue ancora nel bosco per una ventina di minuti fino ad uscirne e iniziare un traverso in falsopiano che conduce in breve al Rifugio Menaggio (50 min dal parcheggio).
Continuare sul sentiero a monte del rifugio (indicazioni della ferrata) fino ad una sella a partire dalla quale si scende per un centinaio di metri fino all’evidente pilastro roccioso che si vede di fronte, che rappresenta l’attacco della ferrata indicato da apposita targa.
Descrizione della ferrata
Il percorso si svolge lungo 4 torrioni, non facilmente distinguibili quando ci si è sopra. In realtà sembrano di più 😉
L’attacco è subito verticale e si inizia a prendere confidenza con la roccia che per fortuna si rivela di buona qualità. La via tende a deviare sempre verso sinistra e si sposta mano a mano sul versante che dà verso il lago di Lugano.
Al termine della prima torre si traversa su sentiero senza difficoltà fino ad un secondo pulpito formato per lo più da rocce appoggiate.
Qui troverete tasche enormi per le mani e ottimi piedi. Sarà una divertente passeggiata!! 😉
Poi ancora un traversino a sinistra e di nuovo rocce facili e divertenti, su ottima roccia che fa venire la voglia di prendere le catene e tagliarle, per poter scalare liberi e proteggersi da soli!
Alla fine di questa lunga parte ci si ritrova alla base del secondo torrione e si incontra la prima via di fuga che (andando verso destra) consente di raggiungere il sentiero della direttissima.
La ferrata procede verticalmente per alcuni metri per poi deviare in diagonale sinistra seguendo le debolezze della montagna, ci sono dei poi dei diedri, degli spigoli e alcuni traversi esposti dove sono state anche allestite delle staffe per i piedi in seguito alla ristrutturazione della via.
Alla fine ci si ritrova alla base di un pilastro verticale e placcoso, il terzo torrione, che purtroppo si rivelerà il peggiore per qualità della roccia, con diversi appigli e appoggi un po’ lisi e gommati che richiedono l’uso della catena per necessità di forza maggiore.
Forse con la dovuta calma che si usa in arrampicata si riesce anche a trovare qualche appiglio in condizioni migliori, ma essendo la ferrata lunga si tende ad azzerare in questi passaggi, un po’ un peccato visto che nell’insieme la roccia resta sempre ottima.
Al termine del terzo torrione ci si ritrova su un altro bel pulpito panoramico dove noi abbiamo fatto un po’ di pausa, che ci sta vista la lunghezza della via.
Si scende quindi facilmente verso il quarto torrione, l’ultimo, che pur essendo piuttosto verticale non presenta grosse difficoltà se non in qualche metro del punto centrale, dove una serie di placche possono a volte incoraggiare l’uso della catena.
Terminato il torrione, breve attraversamento, ultimi metri verticali e si guadagna finalmente la vetta che regala un panorama bellissimo e di soddisfazione.
Noi dall’attacco ci abbiamo messo circa 3 ore, pause incluse.
Discesa
La discesa può essere fatta da più sentieri.
A naso quella che abbiamo fatto noi è la più semplice e lineare e segue il profilo di cresta con brevi sali-scendi su erba fino a raggiungere la Chiesetta di Sant’Amate, da cui parte poi un sentiero che prima in costa e poi in discesa riporta rapidamente al parcheggio.
In alternativa, è possibile seguire il sentiero della direttissima che scende ripido dalla sella sotto la vetta e riporta fino al rifugio Menaggio, dove si riprende la strada dell’andata.
Ultima ma sconsigliabile alternativa, il sentiero panoramico che si sposta invece sul versante di Lugano, ma che ha poco senso se si è fatta la ferrata come via di salita.
Giudizio
Ferrata molto bella e godereccia, soprattutto per il fatto che è scalabile su roccia per quasi tutto il percorso e perché regala visuali notevoli, oltre che essere esposta a sud e quindi tal volta approcciabile anche in stagioni non consone (al 13 di febbraio in genere c’è neve a 1.700!!).
La sconsiglieremmo solo ai neofiti, più che altro per la lunghezza e per la continuità nell’arrampicata che potrebbero stufare e stancare se affrontata sfruttando unicamente le catene di sicurezza.
Consigliata a man bassa invece ad eventuali alpinisti che vogliono godersi una giornata di relax al sole senza pensieri, godendosi il panorama senza portarsi chili di materiale oppure a chi già è pratico di ferrate e vuole giocare su un terreno divertente, ingaggiante il giusto ma assolutamente non estremo.
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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