LOC. NOVEZZINA (VR) 1.252 m s.l.m. – CIMA TELEGRAFO 2.200 m s.l.m. – Alpinismo Invernale – Difficoltà PD – Dislivello 1.000 m – Dislivello canale 300 m – Sviluppo complessivo 8 km – Esposizione Sud Est
Quest’anno non abbiamo ancora vissuto gran che la stagione invernale, complice anche la nostra fuga in Sardegna di Capodanno, fuga che ormai sta diventando quasi una tradizione 😁.
Uniche uscite “al freddo” sono state una cascatella di ghiaccio al Sempione e un tentativo del canale ovest della Cima Bacchetta alla Concarena, purtroppo fallita a circa 70 m dall’uscita del canale per le condizioni pessime (non le trovate sul blog, non le abbiamo recensite, ma trovate qualche scatto sul nostro profilo Instagram).
C’era voglia di rivincita, ma anche voglia di passare una giornata al sole invece di schiattare al freddo su un versante nord, quindi spulciando la rete – e grazie al suggerimento di un amico della zona – abbiamo trovato questo simpaticissimo canalone sulla Cima Telegrafo (una delle punte del Monte Baldo, Garda orientale) che rispondeva alle nostre esigenze: esposizione Est (quindi sole la mattina), neve rigelata e difficoltà modeste (siamo pur sempre a inizio stagione, noi).
E poi, vuoi mettere salire cantando Osanna eh 😂
La scelta è stata ottima! Abbiamo trovato buone condizioni e una giornata con visibilità a centinaia di chilometri, cosa che rende questa gita particolarmente remunerativa perché la vista dal Baldo è veramente qualcosa di eccezionale!
Il canale era anche abbastanza tracciato, il che ci ha fatto risparmiare un po’ di fatica nella parte più verticale, cosa da noi decisamente apprezzata 😅.
Per i dettagli più tecnici, vedere il giudizio in fondo all’articolo.
Avvicinamento
Si raggiunge in auto il Rifugio Novezzina che si supera, parcheggiando all’altezza del tornante successivo.
Da qui parte il sentiero 657 che dal tornante stesso inizia a salire per pascoli (nelle condizioni attuali) puntando leggermente verso destra, in direzione di un traliccio metallico.
Al termine del pascolo, il sentiero piega a sinistra salendo tra pini mughi fino a raggiungere una panchina di legno con dei cartelli.
Si supera un avvallamento e con 4 o 5 lunghi zig zag tra i mughi, si raggiunge una radura con vegetazione più rada alla destra della quale si vede evidente l’attacco del canalone, verso il quale si dovrà deviare nel punto di attraversamento più comodo (1h e 15/30 dall’auto).
Per chi lo desiderasse, ecco il link alla nostra traccia GPX della gita.
Descrizione della salita
Inforcati i ramponi, si risale il canalone principale (ignorare un altro canale sulla destra che comunque sembra carino) che in tutta la prima parte presenta pendenze modeste (20° circa) per un lungo tratto.
Superato un enorme masso visibile a sinistra, troverete un altro ramo che si stacca sempre a sinistra che crediamo possa costituire una variante del canale principale (non sappiamo le pendenze, ma sembra abbastanza equivalente).
Raggiunta la parte sommitale, il canalone si stringe e piega verso sinistra con pendenze che da qui salgono fino a circa 45° per poche decine di metri (qui abbiamo estratto la picca dallo zaino).
Non raggiungere la sommità della parte stretta ma uscire in direzione di alcune roccette sulla sinistra (nel nostro caso….con più neve probabilmente questo tratto risulterà coperto) che vanno superate con un saltino di misto di circa 1m e mezzo, non difficile con neve portante.
Si raggiunge quindi un altro lungo scivolo che si risale in verticale con pendenze attorno ai 30°-35° fino alla parte terminale della salita che incrocerà il proseguimento del sentiero ufficiale, portandovi verso l’uscita in cresta che si trova poco a monte di un pilone metallico.
Usciti in cresta, la meraviglia sarà inevitabile, con lo sguardo che si aprirà sul lato meridionale del lago di Garda, ben visibile da qui, e del Rifugio Barana che si trova pochi metri sotto la cresta (2.147 m s.l.m.).
Il Rifugio è in realtà conosciuto più comunemente e con scarsa poesia come Rifugio Telegrafo, tale quale la cima: sul Baldo, infatti, vi erano delle postazioni usate dall’esercito napoleonico per comunicare su lunghe distanze attraverso il telegrafo, da qui il nome. Perchè il Canalone si chiama “Osanna” non l’abbiamo capito, sta di fatto che limitrofa al rifugio c’è la chiesetta alpina di Santa Rosa (indovinate di che colore l’hanno dipinta?) edificata nel 1926 sui ruderi di una precedente struttura risalente alla Prima Guerra Mondiale, sede di raduni e celebrazioni in occasione dell’ultima domenica di agosto.
Sicuramente d’estate queste cime sono assai più frequentate, in inverno la chiesetta con la neve – e poca gente intorno – offre un’immagine molto suggestiva.
Proseguire verso destra per altri 50 metri circa fino alla Cima Telegrafo e alla sua grande croce di vetta (1h circa dall’attacco del canale).
Discesa
Per la discesa conviene tornare sui propri passi fino al punto in cui si era usciti in cresta, ridiscendere i 2-3 tornanti sotto al traliccio e uscire quindi verso destra alla base delle rocce dove il sentiero ufficiale prosegue in costa per un lungo tratto (alcuni tratti in traverso, esposti), fino a raggiungere uno spallone nevoso che porta in modo più morbido verso valle.
Verso la fine dello spallone, il sentiero scende a sinistra (faccia a valle) e con alcuni tornanti riporta al punto in cui si è abbandonato il sentiero la mattina, all’altezza della partenza del canalone.
Da qui riprendere la traccia dell’andata fino al parcheggio.
Giudizio
Canale semplice e divertente, estremamente godibile nelle fredde giornate invernali perché rimane al sole per tutta la mattina offrendo una salita piacevole e senza particolari difficoltà.
Bisogna però valutare molto bene il momento adatto per percorrerlo in quanto richiede neve ASSOLUTAMENTE SICURA E ASSESTATA, prerequisito fondamentale per poter salire questo itinerario.
Nel nostro caso le condizioni erano perfette perché c’era stata una settimana di sole pieno che ha permesso al canale di assestarsi. Inoltre i continui rigeli hanno garantito neve portante per tutta la salita (unico punto di attenzione, si erano formate delle croste che in certi casi avrebbero potuto scivolare creando ulteriori slavine).
Il dislivello complessivo del canale è di circa 300 m, ma il tratto a 45° sarà lungo non più di 20-25 metri mentre il resto della salita è su pendenze più modeste (20° all’inizio, tra i 30° e i 40° nella parte finale).
Noi abbiamo trovato un saltino di misto alto circa un metro e mezzo al termine del pezzo a 45° con difficoltà che valuteremmo attorno al II grado, su roccette e neve (ma probabilmente con maggiore innevamento questo salto sparisce o diventa più basso).
Il pezzo forte di questa salita è sicuramente il panorama che risulta davvero fantastico su tutti versanti che avrete la fortuna di ammirare.
Consigliabile scegliere questa escursione in giornate dal cielo molto terso perché ne verrete grandemente ripagati!
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