MACUGNAGA (VB) – PASSO MORO – JODERHORN (3034 mt) – Via lunga di arrampicata – Sviluppo : 8-10 tiri – 235mt la via – Difficoltà alpinistica: D – Grado IV / IV+ con un solo passo di V ben protetto.
L’Ossola ci piace proprio tanto: le due possibilità per il weekend erano lo spigolo della Rossa all’Alpe Devero oppure lo Joderhorn in Valle Anzasca, entrambe sul confine svizzero, da una parte 1000 mt di dislivello positivo, dall’altra la funivia… ma non pensate che sia solo questa la ragione che ci ha portato a scegliere lo Joderhorn! 🙂 La Rossa la faremo prossimamente, stay tuned.
Arriviamo alle 8.20 alla funivia di Macugnaga, l’ultimo paese della Valle Anzasca – Vischpertal in walser – che si prolunga fino a lambire le pendici del Monte Rosa, grandioso sfondo di tutta la gita.
La valle è bellissima, i paesini che si incontrano molto suggestivi, forse anche grazie alla presenza culturale walser che si tocca ancora con mano: proprio il Passo di Monte Moro, infatti, veniva usato dai coloni walser che transitavano dalla Svizzera all’Italia alla ricerca di nuove terre e pascoli.
Salendo in funivia è impossibile non notare quanto il ghiacciaio alle pendici del Monte Rosa si sia ritirato: tristezza, soprattutto se si pensa che il toponimo da cui deriva il nome attuale di questa montagna significava, appunto, ghiacciaio – Fine del momento “Rieducational Channel” –
Già durante l’avvicinamento ci rendiamo conto che lo spigolo Sud-Est sarà un tantino affollato… arrivati all’attacco prendiamo atto che abbiamo almeno 3 cordate che ci precedono e almeno altrettante a seguire: non sono le condizioni migliori per godersi la scalata, soprattutto quando aleggia sul gruppo il fantasma dei 1500 metri di discesa a piedi che ci toccherebbero nel caso dovessimo perdere l’ultima funivia.
Fortunatamente, a parte il normale intasamento dei primi tiri, complice il fatto che è possibile attrezzare soste quasi dove si vuole, a metà spigolo le cordate cominceranno a scorrere con maggiore fluidità, rendendo le cose più facili e anche più divertenti.
La roccia è un granito eccezionale, sul quale non scivolerebbe nemmeno un’anguilla, la via continua e divertente, mai fisica, ben chiodata e proteggibile a piacere (friends soprattutto), le soste sempre comode: Spigolo Sud Est ampiamente promosso per noi, ma da ripetere con meno ressa, magari durante la settimana.
La cima offre un panorama davvero bello sul Rosa e sul Cantone Vallese, che ci godremo poco perché la nuvola di fantozziana memoria minaccia pioggia (che alla fine non arriverà).
La discesa è rapida e indolore: riusciamo così ad aver tempo, giunti a valle, per una birra (anzi due) e pure per un giro tra le bancarelle della Fiera di San Bernardo a Macugnaga. E’ possibile che avessimo un po’ esagerato con l’alcol visto che abbiamo ripercorso la Valle Anzasca con un cane di peluche sporto dal finestrino posteriore (vedi foto), che abbaiava pure….. 😛
Avvicinamento
Giunti a Staffa (frazione di Macugnaga), si segue il grosso cartello sulla destra della strada fino all’impianto la cui funivia conduce a passo Moro.
Parcheggio a pagamento (mi sembra siano 4 euro tutto il giorno in questa stagione) e si prende la funivia (18 euro standard andata e ritorno o 16 con sconto CAI).
Poi, successiva funivia fino ad arrivare poco sotto il passo vero e proprio.
Appena si esce dall’impianto, lo Joderhorn è la montagna dritta di fronte.
Si scende qualche metro raggiungendo lo skilift che si segue fino al suo termine e che conduce ad un passo. Da qui, si resta sul fianco della montagna per un centinaio di metri e poi si scende decisamente per sfasciumi fino alla base di alcune grandi placche che scendono dallo Joderhorn.
Seguire il fianco della montagna risalendo poi per roccette fino a raggiungere un passo ben visibile. Da qui attacca la via vera e propria.
Volendo, si può anche decidere di imbragarsi alla base delle roccette (circa 30mt per arrivare al passo).
Descrizione dei tiri
Ciascuno ha i suoi gusti a livello di roccia. Io personalmente, adoro il granitone e questa via ha incontrato al massimo le mie preferenze, sia per qualità della roccia (pochi sfasciumi, bella ruvida, solida e compatta), sia per il tipo di scalata fatta di diedri e belle placche.
Via senza troppi punti morti e con vista eccezionale sul Rosa.
I tiri non sono obbligatori, nel senso che si può far sosta su friend (consigliati quelli medio/grossi, anche lungo la via, comunque molto ben protetta) o su spuntoni.
E ci sono anche tante possibili varianti.
Io vi descriverò la strada da noi affrontata che comunque per gran parte segue la via classica, poi scegliete voi le varianti che vi sono più congeniali.
In ogni caso si procede sempre lungo lo spigolo, quindi il percorso è molto logico ed è praticamente impossibile sbagliarsi.
- III+ (10 mt) – Risalire un facile diedrino con ottimi appigli sulla destra fino ad un terrazzo. Qui potete decidere di proseguire (molto sensato), o come noi (visto il casino che c’era), fare sosta.
- IV/V (45 mt circa se arrivate fino al terrazzo dopo l’uscita di V).- Ci sono varie strade. Dalla sosta si può partire subito all’inizio del terrazzo su diedrino (IV), oppure risalire un caminetto più verticale poco più a sx (V-), oppure aggirare tutto a sinistra le difficoltà su III grado, rientrando poi a destra.
Giunti ad un punto più comodo, si risale un bel diedro (molto ben protetto) di IV grado con un ultimo passo di V in uscita un po’ più delicato. Io sono uscito leggermente a sinistra mi sembra….ma in quel momento c’era casino e non ricordo esattamente. - III+/IV (20 mt?) – Si risale un diedrino parecchio appoggiato dove si possono mettere i piedi nella fessura centrale. Poi si esce facilmente a sinistra su terrazzino e ci si sposta di qualche metro a destra verso una fettuccia dove si può sostare.
- IV (15 metri) – Si può risalire in verticale in questo punto per un altro diedro, oppure salire anche il diedro che c’è alla sinistra del terrazzino (non l’ho fatto ma sarà IV anche quello). Si arriva poi (a memoria) su un enorme terrazzo dal quale si vede la prima bella placca della via.
- IV / IV+ (25 metri) – Bel tiro. Si risale una roccia sulla sinistra che conduce alla placca. Poi si procede sulla verticale seguendo i buchi e le fessure naturai della roccia. Giunti a circa metà placca, sulla sinistra c’è una spalletta. Si può decidere di spostarsi a sinistra e risalire quella placca (come ha fatto quello prima di me) o proseguire dritto in verticale (come ho fatto io). In entrambi i casi si trova qualche chiodo. Ma credo che ufficialmente la via salga dritta.
Poi fare sosta qualche metro dopo l’uscita dalla placca. - IV+ (35-40 mt) – A memoria ricordo un pezzettino un po’ orizzontale, qualche roccetta facile e poi l’attacco di una seconda bellissima placca con una grossa fessura che la risale. La fessura poi devia verso destra in diagonale (stringendosi) e riprende infine in verticale cira 1mt e mezzo dopo.
Tiro bellissimo. Si sale lungo la fessura e leggermente sulla destra, con un piede in placca e uno in fessura. Quando la fessura devia a destra, si spacca fino ad un appoggio a destra con passo un po’ delicato e poi si riprende a salire in verticale. Anche in questo caso la sosta è un pezzettino dopo l’uscita della placca vera e propria. - II (30 mt) – Non è un tiro ma un collegamento in orizzontale su largo ballatoio che conduce fino alle rocce più verticali.
- IV+ (passo) (25-35mt) – Il tiro risale una roccia e poi si infila in un brevissimo camino leggermente strapiombante che va superato con passo atletico oppure incastrandosi nel camino. Si arriva poi dopo breve su una grossa cengia che va attraversata a piedi fino ad alcune roccette che si risalgono finché la corda non pesa troppo o non diventa ingestibile. Si può anche fare sosta dopo pochi metri una volta giunti sul terrazzone.
- III / III+ (15-20mt) – Si risale per rocce lavorate e semplici fino a giungere su un ballatoio “crestoso” e successivamente si fa sosta su sperone prima dell’ultima bella placca della via.
- IV (20mt) – Si risale la placca al centro obliquando verso sinistra grazie ad una lama. Poi ci si sposta verso destra ed infine si termina verticalmente fino alla fine del muro. Anche questo è un tiro molto carino.
Al termine di questa placca, si giunge su un terrazzone con una grossa roccia che si aggira a destra. Qui c’è spazio per mettere a posto le corde, sistemare l’attrezzatura e rimettersi gli scarponi per le ultime roccette finali che in 2 minuti conducono alla croce e alla vetta.
Discesa
Dalla cima, si scende sul versante sfasciumoso e appoggiato che conduce nella direzione degli impianti.
Seguire qualche ometto, ma comunque per strada libera tra i massi fino alla base del pendio.
Poi si può procedere dritti per neve aggirando le rocce più alte che si vedono alla propria sinistra, oppure traversare subito a sinistra fino a raggiungere l’arrivo dello skilift dell’andata.
A quel punto, come all’andata fino all’impianto.
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Disclaimer
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Titus
Merci pour ce compte-rendu très complet
Gabriele Poggi
Merci à toi Titus. Nous espérons que vous avez passé une bonne journée sur le Joderhorn.
Et merci d’avoir lu notre blog même s’il n’est qu’en italien 😉
Bons voyages !