Islanda on the road – Mini guida di viaggio all’avventura

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La natura può allestire spettacoli straordinari.
Il palcoscenico è immenso, le luci strabilianti, le comparse infinite
e il budget per gli effetti speciali illimitato.

Yann Martel

Introduzione

L’Islanda per noi era una meta del cuore, ovvero uno di quei posti a lungo sognati che stavano lì, nella “to do list”, in attesa di una possibilità. La possibilità si è palesata quest’anno (2022), grazie anche alla convenienza dei voli diretti e al fatto che siamo riusciti ad organizzarci all’ultimo minuto. L’idea non è venuta solo a noi: abbiamo trovato più italiani che islandesi sull’isola!

Per ragioni dipendenti da un budget da poveracci e da questioni personali abbiamo potuto dedicare a questo viaggio solo 9 giorni effettivi, che sono pochissimi vista la grandezza di questa terra e la varietà di paesaggi che offre. Se avete maggiori possibilità sfruttatele e state almeno 15 giorni, di sicuro non vi annoierete!

Anche questa volta la modalità di viaggio è stata tenda+auto, minima spesa massima resa: l’Islanda si presta particolarmente, poi a noi piace godere della massima libertà e flessibilità per esplorare luoghi nuovi; l’opzione “albergo” implica senz’altro un esborso superiore e anche il fatto che in molti posti, in alta stagione, c’è il tutto esaurito (cosa non difficile vista la disponibilità), il chè costringe a prenotare in anticipo e a giocarsi di conseguenza l’elasticità necessaria per dribblare il mal tempo e l’aprirsi all’imprevisto 😉 .

In 9 giorni abbiamo dovuto darci una mossa: ci siamo goduti ogni posto visitato senza fretta, ma abbiamo tenuto un ritmo abbastanza serrato alla guida (una media di 400 km/giorno) alternandoci al volante, e durante i trekking, sfruttando poi le molte ore di luce (sveglia circa alle 5.00… every given day!)

Siamo riusciti a vedere molte cose e molte altre sono rimaste per “la prossima volta” – perchè ci sarà una prossima volta! Il nostro viaggio è il frutto di una programmazione day by day: seguendo la ring road ma deviando spesso siamo riusciti ad esplorare i fiordi occidentali e un pochino di highlands interne, riuscendo anche a vedere l’eruzione sul Fagradalsfjall, occasione più unica che rara per noi! Ci manca il cuore dell’isola, ci manca Askia, ci manca la penisola di Snaefellsnes, solo per citare alcuni luoghi.

Abbiamo trovato molti turisti e viaggiatori un po’ ovunque, anche nei posti che ci avevano assicurato essere più inesplorati e selvaggi: l’Islanda si presta anche ad un turismo formato famiglia, al cicloturismo, al birdwatching, quindi non aspettatevi d’essere soli (il chè è un bene e un male al contempo). La sveglia all’alba ci ha quantomeno assicurato di goderci i luoghi più gettonati in solitudine o quasi: prima delle 9.00 del mattino, infatti e stranamente nonostante la luce, non si muove nessuno.

Mappa

Ecco il nostro giro: sono circa 3.600 km in auto in senso antiorario e 135 km a piedi (che non compaiono sulla mappa!)

Il nostro viaggio day by day

Giorno 1: da Grindavík a Þjórsárdalur, Golden Circle ed eruzione sul Fagradalsfjall

Arrivando all’aeroporto di Keflavík la sera precedente, tra l’attesa dei bagagli ed il noleggio dell’auto (con relativi tentativi di recupero del codice della carta di credito 😀 😀 😀 ) abbiamo trovato opportuno andare direttamente al vicino e affollatissimo campeggio di Grindavík, sotto una pioggia battente e un freddo polare. Come disse Rossella “domani è un altro giorno”, ma a noi tocca rivedere da subito i nostri piani: scopriamo infatti che l’accesso all’area eruttiva del Fagradalsfjall è stato chiuso (nostra intenzione era andarci la notte stessa) e non sappiamo se l’indomani verrà riaperto.

Di conseguenza alle 5.30 del mattino optiamo per un piano B: aspettando che gli organi di stato islandese decidano se riaprire o meno l’accesso al vulcano, andiamo visitare due luoghi relativamente vicini e molto molto turistici, essendo parte del celebre Golden Circle: Geysir (che ha dato il nome a tutti i Geyser del mondo) e le cascate di Gullfoss. Qui scopriamo che muoversi la mattina prestissimo ha un senso, perchè nonostante tutto a Geysir troveremo pochissima gente!

Per chi come noi non ha mai visto un geyser in vita sua lo spettacolo è assicurato, anche se quello attivo è Strokkur, mentre il ben più grande Geysir risulta dormiente. Anche Gullfoss merita senza ombra di dubbio: le cascate e il relativo canyon sono eccezionalmente belle, soprattutto se come è successo a noi vengono incorniciate da un arcobaleno (ne vedremo moltissimi di arcobaleni, ma era il primo giorno e non potevamo saperlo!)

Abbiamo saltato una delle attrazioni del Golden Circle (non si può fare tutto!) ovvero Þingvellir perchè ci aspettavamo di dover camminare su percorsi prestabiliti in mezzo a centinaia di persone… e anche perchè a quel punto ci era giunta la notizia che il sito eruttivo aveva riaperto. Bisognava decidere se tornare indietro a vederlo il giorno stesso oppure se sperare fosse ancora in attività alla fine del nostro viaggio: visto che chi visse sperando …. ci guardiamo in faccia e torniamo indietro.

Vedere un’eruzione vulcanica in totale sicurezza e da una distanza così ravvicinata è stato emozionante, un vero spettacolo della natura. Abbiamo percorso i 5 km a piedi che separano i parcheggi dal vulcano attraversando i campi di lava delle precedenti eruzioni in modalità skyrunning, bruciando i tempi e dribblando la marea umana che come noi voleva cogliere l’occasione di vedere un fenomeno per molti così raro. C’erano anche bambini di 5-6 anni, persone che superavano i 70: ognuno con i suoi tempi tutti sono arrivati sulla collina di massa lavica sfasciumosa che in un batter di ciglia ci separava dallo show.

E il vulcano non si è risparmiato, ha offerto il meglio. Parte della roccia ormai incandescente che costituiva il cratere è crollata davanti ai nostri occhi, non c’è da stupirsi se la gente rimaneva lì, incantata, per ore, a guardare il miracolo di madre natura. Da qui inizia la vita: quest’isola offre innumerevoli esempi di creazione, qualcosa che in genere si studia a scuola ma non si vede mai dal vivo!

L’indomani ne avremmo avuto ulteriore dimostrazione. Uno sguardo al meteo e poi via, prendiamo commiato da Fagradalsfjall e decidiamo di puntare verso l’interno, dove a Þjórsárdalur, lungo la strada che porta a Landmannalaugar, troviamo un Camping minimal ma carino. La sera, dopo aver piazzato la tenda, facciamo un salto a Hjalparfoss (foss=cascata) che sarebbe stata da vedere con una luce migliore e senza pioggia… ma tant’è!


Giorno 2: da Þjórsárdalur a Landmannalaugar, trekking di Skalli nelle highlands

All’alba e sotto una light-rain puntiamo verso le highlands islandesi senza sapere bene cosa ci sarebbe toccato in sorte: ce la farà il Duster? Quanto brutte sono le F-roads? Boh… abbiamo fiducia 🙂 e imbocchiamo la F208 (scelta appositamente perchè priva di guadi).

I primi km sono bruttini, con il senno di poi forse servono a scoraggiare chi decide di percorrerli senza un mezzo adeguato: si balla parecchio, ma è tutta scena e basta prenderci confidenza. Ad una piazzola senza nome e senza particolari segnalazioni, guidati dall’istinto, decidiamo di mollare la macchina e avventurarci a piedi lungo un sentiero e …voilà! Uno degli scenari più belli di tutto il viaggio! Sigöldugljúfur (lo trovate su googlemaps) è praticamente la trasposizione reale di Gran Burrone de Il Signore degli Anelli: un canyon incredibile con infinite cascatelle nel mezzo del piatto deserto.

E anche il deserto, questo deserto di lava ricoperta di muschio, è bellissimo!
La strada successivamente migliora, permettendoci velocità più cristiane dei 30 km/h: in men che non si dica raggiungiamo il lago montano di Frostastaðavatn e il Campo Base di Landmannalaugar, dove nel dubbio piazziamo la tenda.

Qui i percorsi di trekking sono segnalati attraverso paletti colorati: optiamo per uno dei più lunghi fattibili in giornata, nonostante sia mattino inoltrato abbiamo fiducia nelle nostre possibilità. E facciamo bene, perchè questo trekking di 15 km è proprio bello e permette di attraversare paesaggi davvero suggestivi: il percorso blu, demominato Skalli (lo trovate step by step in un post dedicato), dopo aver guadagnato quota percorre gli altipiani compiendo un lungo giro ad anello, permettendo di ammirare l’arcobaleno delle rocce vulcaniche e le vicine montagne. Dislivello complessivo circa 520 m, durante i quali il meteo è passato dal caldo torrido alla grandine!

A seguire approfittiamo delle hot spring del posto, ahinoi troppo affollate: ci sono bus turistici che scaricano qui un gran numero di persone il cui unico obiettivo è appunto quello di fare il bagno. Nessun problema in sè ma, a beneficio di chi magari ci leggerà ed è fuori dal giro “barbone”: un campo base/rifugio non è un albergo. La comodità finisce laddove inizia la libertà di chi decide di viversi questi luoghi in modo opportuno, arrangiandosi: dunque, occupare i tavoli da bivacco sparpagliando la propria mercanzia in attesa del bus mentre le persone stanno cucinando con il fornellino da campeggio, arrangiandosi appunto, non è bello for the record.

La sera, approfittando delle ore di luce e dell’agognato calore dell’auto 😀 , decidiamo di fare un pezzo di F-road a cazzo, fino al primo guado, in esplorazione.

Avremmo potuto fermarci per altri due giorni senza annoiarci, ma l’Islanda è grande… dunque al mattino decidiamo di levare le tende sotto una pioggerella un filo antipatica, considerando il fatto che il campo tende dista dal parcheggio 5 minuti a piedi, se non si ha la possibilità di guadare.


Giorno 3: da Landmannalaugar a Skaftafell, passando dalle spiagge nere di Vik

Sempre all’alba ripercorriamo la F-road dell’andata, a questo punto più baldanzosi e osando qualcosina, fino a trovare la possibilità di tagliare senza guadi verso sud riprendendo la Ring Road. Facciamo una puntata alle cascate di Skógafoss, purtroppo viste sotto la pioggia, fino a raggiungere Vík í Mýrdal che vanta almeno un paio di spiagge nere (non fateci caso, qui il 90% delle spiagge sono nere!).
Prima di Vik deviate verso Reynisfjara Beach: da questa spiaggia avrete l’opportunità di avvicinarvi meglio ai faraglioni, di scalare i basalti colonnari che ne delineano parte del perimetro e, se avete uno zoom, di ammirare le molte pulcinelle di mare (puffins) che colonizzano le scogliere. Un posto davvero bello, anche se assai frequentanto godibilissimo perchè la gente si disperde nei molti km di spiaggia.

Lungo il percorso della Ring Road ci addentriamo di nuovo verso l’interno, scoprendo un altro canyon interessante – Fjaðrárgljúfur, arrivando infine alle prossimità occidentali del Vatnajökull, il quarto ghiacciaio più grande del mondo e il più grande d’Europa.

Qui, con una breve camminata, facciamo visita alle cascate di Svartifoss (ancora basalti colonnari), e piazziamo la tenda nel campeggio forse più bellino e organizzato che abbiamo visitato, lo Skaftafell Campground, dove abbiamo il piacere di cenare finalmente sotto il sole del tardo meriggio.
Sappiate che se decidete di fermarvi il parcheggio principale, per i campeggiatori, è gratuito!

In compenso iniziamo ad avere l’orticaria nei confronti dei percorsi “obbligati” e delle onnipresenti piazzole recintate che costituiscono l’unico punto di vista possibile per qualsiasi cosa: forse in Italia siamo incivili, ma questa cosa che non puoi spostarti dalla traccia delineata nemmeno di un centimetro, esattamente come avviene in Giappone del resto, è veramente frustrante… anche se comprensibile per la salvaguardia della flora locale.


Giorno 4: da Skaftafell a Skjöldólfsstadir, tra lagune di ghiaccio e canyon da favola

Di nuovo sveglia all’alba, per godere delle lagune glaciali in santa pace.
Fjallsárlón è la prima che si incontra, deviando per pochi km su sterrato dalla Ring Road: ci si prospetta uno spettacolo incredibile, un nuovo scenario. Una delle lingue di ghiaccio dell’immenso Vatnajökull lambisce l’acqua, nella pace immota del mattino. Ma il bello deve ancora venire: poco oltre si distende il gigantesco Jökulsárlón, un lago/laguna glaciale con iceberg che vagano alla deriva e la bellissima Diamord Beach situata accanto all’estuario, una spiaggia nera con frammenti di ghiaccio multiformi depositati sulla battigia e altri vaganti nell’oceano.

Qui, complice forse il fatto che era davvero molto presto e in giro non c’era nessuno, abbiamo visto le foche fare colazione 😀 da una distanza piuttosto ravvicinata; a questo punto abbiamo fugato ogni dubbio circa il fare o meno un’escursione in barca, spendendo tempo e denaro.

Quando inizia la movida turistica noi siamo di nuovo on the road puntando verso Hofn, un tranquillo paesino dove facciamo una sosta per ammirare il panorama e rifornirci del necessario.

L’intenzione sarebbe stata quella di visitare Vestrahorn, ma l’accoglienza ci ha fatto desistere: che si tratti di una riserva o meno, non è possibile fare nemmeno due passi oltre il parcheggio senza pagare dazio. Due passi a caso, giusto per fare una foto al mare. Anche no, grazie, proseguiamo.

La Ring Road prosegue seguendo la costa vicino al mare e noi con lei, toccando il Farò Hvalnes e oltre fino all’incrocio con la 939, dove deviamo verso l’interno. La nostra meta è lo Stuðlagil Canyon nella valle di Jökuldalur; forse anni fa era poco conosciuto, ora è visitatissimo e ben segnalato. E la ragione è evidente non appena ci si arriva: qualcosa di davvero spettacolare e immersivo, grazie anche al fatto che ancora si può arrivare fino al letto del fiume e girare liberamente come si vuole scendendo dalla parte est del canyon stesso (dalla parte ovest invece lo si può ammirare solo dall’alto). Incredibili formazioni di basalti prismatici scolpiscono tutte le pareti della gola, il cui fiume ha un’acqua di un azzurro elettrico e intensissimo acceso dalla luce del sole. Per raggiungerlo dalla parte “giusta” dovrete deviare dalla strada 923 prima di Ground (dove si trova il parcheggio alto), in corrispondenza di un ponte: vi è un primo parcheggio che va ignorato e successivamente, dopo un tratto sterrato, un secondo ampio parcheggio dopo il quale si prosegue a piedi per qualche chilometro. Non sapendolo noi lasceremo l’auto al primo parcheggio… aggiungendo inutili chilometri al giro!

La giornata – lunghissima – può dirsi conclusa, e noi piazziamo la tenda al vicino Skjöldólfsstadir Camping: qui, visto che il campeggio fa parte di un’area gestita da un albergo con ristorante, ci concediamo la prima “cena da ricchi” 😀 (provate le costine d’agnello che sono eccezionali!)


Giorno 5: da Skjöldólfsstadir ad Akureyri, Diamond Circle tra acqua e fuoco

Continuiamo il nostro giro antiorario seguendo la Ring Road fino alla 864, dove la abbandoniamo nuovamente per vedere parte delle bellezze naturali di quello che viene definito il Diamond Circle, ovvero sostanzialmente il giro della penisola di Tjörnes.

Per vedere Dettifoss (la cascata più “potente” d’Europa) e le successive altre due cascate che si susseguono all’interno del canyon ci sono due alternative, che ci hanno spiegato essere differenti per la seguente ragione: dalla 864 è possibile avvicinarsi maggiormente alla cascata, mentre dalla 862 si sta più lontani ma si riesce a coglierla e fotografarla in tutta la sua estensione. Questa informazione l’abbiamo acquisita in modo fortuito e solo successivamente: lì per lì abbiamo optato per la 864 solo perchè sterrata 😀 e ormai ci avevamo preso gusto!

Dettifoss purtroppo l’abbiamo vista sotto la pioggia, cosa che comunque non ci ha impedito di impressionarci di fronte alla portata e alla forza di questa cascata (a nostro avviso però non è tra le più belle… o forse andava vista dalla strada 862 😉 ). Proseguendo sullo sterrato che costeggia il canyon e fermandosi dove occorre, si arriva di nuovo al mare fino a raggiungere la piccola Húsavík. Il paesino merita una breve fermata per una pausa caffè, ma se non volete fare Whale Watching attraverso i tour in barca organizzati, nulla più di questo. Noi abbiamo evitato questa opzione, anche se ci dicono che la possibilità di avvistamento delle balene, da qui, è circa del 90%.

Andiamo invece verso l’ameno Mývatn Lake, attorno al quale ci sono diverse cose da scoprire (anche a seconda dei personali interessi di ognuno): noi facciamo una capatina sul Hverfjall, un cratere enorme di colore nero, sul Krafla, un altro cratere ma questo contenente un lago di un azzurro intenso, giretto sul lago e infine visita all’area Geotermica di Namaskard con i suoi vapori sulfurei. Sembra troppo intenso come programma, ma i siti hanno tutti l’opportuno parcheggio a due passi! Abbiamo invece evitato Dimmuborgir, perchè di formazioni vulcaniche ne avevamo viste abbastanza per quanto particolari queste fossero, e le Hot Spring di Grjotagja (sì, quelle di The Games of Thrones!) perchè un luogo così piccolo secondo noi rischiava d’essere poco godibile in presenza di troppa ressa. Non sapremo mai se abbiamo fatto bene o no 😉

Alla fine di questa giornata piena di cose ma anche di persone (troppe!) sposiamo l’idea di spostarci verso luoghi meno frequentati, ovvero i Westfjords… che in teoria dovrebbero essere selvaggi e fuori dalle mete più battute (così ci dicono).

Ci dirigiamo dunque ad Akureyri, evitando il tunnel a pagamento (nel 2022 1.500 isk), che è una vera e propria cittadina, con tanto di pub, negozi ecc. Ovviamente non manca il campeggio!


Giorno 6: da Akureyri a Reykjanes, la porta dei Westfjords e seconda hot spring islandese

Siamo belli carichi per l’avventura nell’avventura, ovvero ci galvanizza l’idea di andarci a ficcare nella parte meno frequentata dell’isola! Prima però facciamo tappa a Hvítserkur, deviando dalla Ring Road per qualche chilometro sulla sterrata 716 (Penisola di Vatnsnes). Letteralmente Hvítserkur significa “camicia bianca”, perchè questa roccia basaltica isolata in mezzo al mare, dalla forma particolare e posta a pochi metri dalla costa, è letteralmente ricoperta di guano biancastro… opera delle chiassose colonie di gabbiani che vi hanno preso dimora.

Sempre in zona merita una visita la cascata di Kolufoss, non particolarmente imponente ma scenografica (e anche qui, per fortuna, senza aree delimitate per l’osservazione, ci si può muovere come si vuole).

A questo punto abbandoniamo la Ring Road, che non rivedremo per un bel po’, imboccando la strada 68, che alterna parti asfaltate a parti sterrate, un po’ come avverrà su tutti i percorsi dei fiordi occidentali. Il paesaggio qui regala scorci di rara bellezza, soprattutto con giornate di sole come quelle che sono toccate a noi! Non ci sono particolari punti di interesse: è tutto spettacolare.

Prima di piantare la tenda andiamo in esplorazione cercando di trovare una hot spring “free” di cui avevamo sentito parlare, non lontana da Reykjanes, ovvero la Nauteyrarlaug sulla 635… ebbene, troveremo l’accesso chiuso (si trova in una proprietà privata) ma non desisteremo. Crediamo di aver trovato proprio il proprietario del terreno poco oltre in un bar, dove eravamo andati a chiedere informazioni: avuto il suo permesso ci siamo goduti questa bella pozza di acqua non caldissima ma limpidissima in completa solitudine!

A Reykjanes vi è un campeggio che è parte di una struttura alberghiera la quale, tra le altre cose, offre anche una mega piscina di acqua termale a pagamento (nel 2022 1.000 isk a persona); noi a questo punto con le hot spring eravamo a posto, tuttavia abbiamo approfittato della vicina spiaggetta dove sgorga naturalmente acqua a temperature infernali, che si mescola con quella fredda dell’oceano, per una pucciata di piedi. Ovviamente a gratis! Non farete fatica a trovarla, basta seguire il vapore 🙂 Fate attenzione perchè in alcuni punti l’acqua è davvero bollente.


Giorno 7: da Reykjanes a Flókalundur, tuuuuuutto il perimetro dei fiordi e moooooolte cose da vedere

Oggi ci aspetta una giornata intensissima, vista la scaletta che avevamo messo giù la sera precedente: non abbiamo idea di quanto riusciremo a fare… dunque come di consueto sveglia alle 5.00 e si parte.

Puntiamo a Ísafjörður, la capitale del Fiordo dei Ghiacci e di tutti i Westfjord, fermandoci lungo la panoramicissima strada per scattare delle foto e nella city per gli usuali rifornimenti. Da qui piccola deviazione per l’Ósvör Maritime Museum, dove si trova un agglomerato di casette di torba con il tetto in erba, già viste sporadicamente lungo le strade percorse.

Seguiamo la strada 60, deviando poi sulla 622 e 626 giusto per fare un giro più ampio 😀
Qui è tutto un susseguirsi di fiordi profondissimi delimitati da scoscesi altipiani, infatti in questo caso, approfittando di un’anonima sterrata un po’ più cattiva di quelle fatte sino ad ora, riusciamo a salire in macchina sul cucuzzolo di uno di questi. Panorama mozzafiato.

Arriviamo dopo i molti chilometri macinati alle cascate di Dynjandi, maestose con i tre salti d’acqua di cui l’ultimo è il più spettacolare (se potete meglio andarci di pomeriggio, godrete di una luce migliore). Riprendendo il periplo costiero, imperdibile il relitto della baleniera Garðar ba 64 se vi piacciono le stranezze: questa nave fu costruita in Norveglia nel 1912 e si spiaggiò nel 1981 nel luogo dove è ancora oggi visibile, ormai in rovina, sulla spiaggia circondata da verdeggianti altipiani.

Abbiamo tempo, dunque decidiamo per un’altra deviazione: oltre alle baleniere spiaggiate vorremmo vedere anche le foche, spiaggiate anche loro preferibilmente, e pare che uno dei posti consigliati per questo tipo di incontri sia proprio qui vicino: Raudasandur Beach è uno dei luoghi memorabili di questo viaggio, anche se le foche alla fine non le abbiamo viste. Chilometri e chilometri di spiaggia dorata, esposta dalla bassa marea, camminabili fino ad arrivare all’oceano!

E’ giunta l’ora di fermarsi e lo faremo poco oltre, al campeggio di Flókalundur che ci riserverà una ulteriore e graditissima sorpresa: Hellulaug, hot spring gratuita (e nascosta) ricavata nelle pareti rocciose che delimitano la vicina spiaggetta, con vista sul tramonto e sull’oceano. What else?


Giorno 8: da Flókalundur a Borgarnes, cose da fare (e da non fare) con un tempo da lupi

Ci svegliamo con un tempo da lupi, giusto in tempo per smontare la tenda prima del previsto arrivo della light-rain. Oggi diamo per scontato che dall’auto riusciremo ad uscire poco, visto il meteo orribile…

Seguendo la 60 la prima tappa la facciamo a Reykhólar, per poi proseguire con un’idea malata in testa: percorrere la penisola in assoluto meno visitata di tutta l’Islanda, ovvero Skarosstrond 😀 . Visto che il tempo è brutto tanto vale fare cose inconsuete 😉
Effettivamente qui non c’è nulla e nessuno, a parte una vecchia chiesina abbandonata con tanto di cimitero quasi sulla punta: la sterrata per arrivarci è bruttina, ma soprattutto lo scenario, con il maltempo, è quasi da film dell’orrore. Se vi garba il genere e siete in grado di immaginare i morti viventi che escono dal capanno di quella che pensiamo essere stata la toilette… questo vi piacerà di certo!

Dopo quest’ultimo di fiordi ne abbiamo fin sopra i capelli 😀 e decidiamo quindi di muoverci di nuovo verso l’interno: andiamo a vedere le cascate di Barnafoss, legate ad una storia assai triste che vi lasceremo scoprire in loco, puntando verso il Langjökull ovvero il secondo ghiacciaio più grande d’Islanda, che vorremmo vedere almeno dal basso. Lungo la strada facciamo un’interessante e casuale scoperta: grotte di origine vulcanica, o meglio i lava-tubes di Surtshellir. Che essendo “al coperto” sono perfetti per le giornate di pioggia! Si tratta di gallerie molto grandi (hanno un’altezza di circa 8 metri, stimati a vista) scavate dalle ex colate laviche, al cui interno si trovano belle stalagmiti di ghiaccio. Per esplorarle è necessaria almeno la frontale, poichè il terreno è infido e superato l’ingresso si è completamente al buio.

Usciti da queste grotte scopriamo che il meteo è ulteriormente peggiorato, il vento fortissimo: facciamo fatica a gestire le portiere dell’auto! Decidiamo comunque di proseguire fino al campo base del Langjökull, su una pista sterrata molto delicata. Inutile dire che con un tempo così non incrociamo nessuno, se non un paio di mezzi con ruote gigantesche in procinto di scendere (si saranno chiesti cosa diavolo facevamo lì, con un Duster che ci mancava poco venisse spostato dal vento!) Beh… è stata un’esperienza: al campo base ci siamo arrivati, abbiamo intravisto o forse immaginato la lingua del ghiacciaio senza uscire dall’auto, con raffiche che arrivavano ormai agli 80 km/h e pioggia mista grandine che azzerava la visibilità.

Facendo il giro ampio, sempre su sterrato via via migliore, ci dirigiamo a Borganes, dove veniamo accolti da una schiarita con memorabile gigantesco arcobaleno! Qui ci concediamo la seconda e ultima “cena da ricchi” al ristorante, essendo l’indomani l’ultimo giorno.


Giorno 9: da Borgarnes a Keflavík, forse la più bella cascata vista e Reykjavik

La riconsegna dell’auto oggi, ultimo giorno, è prevista per le 18.00 e noi abbiamo ancora qualcosa da fare 😉

Puntiamo diretti al Glymur Canyon e waterfall, uno dei luoghi più belli visitati! Ce lo avevano suggerito due ragazzi incontrati lungo il viaggio e se avete voglia di camminare un pochino questo sito merita decisamente una fermata: il mini trekking prevede un facile guado a piedi (agevolato da una corda fissa) e la salita fino alla cima del canyon, permettendo di ammirare questa incredibile cascata da tutti i punti di vista possibili. Abbiamo visto che in teoria, una volta saliti fino alla sommità, sarebbe possibile attraversare il fiume e compiere un percorso ad anello attraverso un sentiero sulla riva opposta: in questo caso il guado prevede però un bel bagno in acque gelide… vedete voi!

Non ci resta che visitare Reykjavík: classica cittadina del nord si presenta esattamente come potreste immaginarvela se siete avvezzi a questo tipo di architettura, ovviamente piena di negozi di souvenir (carissimi!), casette colorate, una chiesa di dubbia estetica che rimanda ai basalti colonnari visti in molti punti dell’isola, il porto e … l’Icelandic Punk Museum! Ricavato in un ex bagno pubblico piccolissimo secondo noi è una perla assai divertente (nel 2022 1.000 isk a persona, li vale tutti).

Tornando verso Keflavík, avendo due ore di tempo, proviamo l’azzardo finale: imbucarci senza prenotazione nella Blu Lagoon 😀 . Tentativo fallito, ovviamente: se volete beneficiare di questa che è una vera e propria SPA il consiglio è appunto quello di prenotare. Esistono diverse soluzioni e diversi prezzi, a seconda dei servizi scelti e di quanto tempo volete trascorrervi.

Dirottiamo quindi verso Garður Old Lighthouse, sulla punta della penisola di Reykjanes, per un ultimo aperitivo con vista a base di birra in lattina e patatine 😉 prima di dirigerci all’aeroporto.
Non c’è che dire, ce la siamo goduta al 1.000%.


Informazioni utili

In questa sezione proveremo a raccontarvi cosa è stato utile a noi secondo la nostra personalissima esperienza e modalità di viaggio: era la nostra prima volta in Islanda e se lo è anche per voi speriamo di riuscire a farvi risparmiare un po’ di tempo – e forse di denaro!

Chiaramente se avete in mente un modo diverso di viaggiare fate le dovute tare… e magari guardate gli album fotografici giusto per capire se una cosa può essere di vostro interesse o meno.

Scelta della mappa: la nostra migliore amica

Per viaggiare sicuri in Islanda non c’è nulla di più utile di una buona mappa cartacea che vi consenta di scegliere sempre le strade migliori e di muovervi in base ai punti di appoggio disponibili entro il range chilometrico che vi siete prefissati.

Una mappa di qualità dovrà avere le seguenti caratteristiche:

  • robustezza
  • scala non troppo ridotta
  • colorazioni differenziate in base al tipo di strada
  • punti di appoggio fondamentali (benzinai, campeggi, ostelli e bivacchi)
  • punti di interesse (cascate, gyser, canyon, grotte, monumenti, etc…)

Noi abbiamo acquistato la mappa edita da Freytag & Berndt in scala 1:400.000 che si è rivelata ottima e con tutte le caratteristiche sopra elencate. L’unico appunto è che i nomi di alcuni luoghi sono riportati con i toponimi tedeschi 😀 e quindi bisognerà cercare un po’ su Google tramite cellulare in certi casi.

Noleggio auto: cose da sapere

Il noleggio dell’auto, c’è poco da fare, costituirà una voce decisamente importante del budget: i prezzi sono altissimi! Non sappiamo se in alta stagione sia conveniente e soprattutto sia possibile trovare l’auto direttamente sul posto, per non rischiare noi l’abbiamo prenotata dall’Italia.

Come sempre noleggiare l’auto dall’aereoporto è più conveniente che nelle città (e anche più comodo); abbiamo prenotato la macchina più “scasciona” che c’era (Dacia Duster 4×4 vecchio modello) tramite il sito Northbound, che è un aggregatore, presso la Lotus Car Rental e ci siamo trovati benone sia con l’auto sia con il servizio. Vivamente consigliata un’assicurazione che abbia almeno la Gravel Protection e la Sand & Ash Protection, perchè anche sulle strade definite “principali” capita spesso -molto spesso- di trovare tratti sterrati, beccare il pirla che durante un sorpasso fa schizzare il sassolino che ti riga la fiancata è un attimo (a noi è successo). Viste precedenti esperienze negative abbiamo preferito assicurare l’auto direttamente sul posto e NON tramite internet, chiedendo ogni delucidazione direttamente al noleggiatore (e abbiamo fatto bene, l’assicurazione è risultata particolarmente conveniente).

Se avete intenzione di attraversare le highlands, cimentarvi nei guadi ecc, forse meglio optare per l’assicurazione più strong disponibile.

Attenzione: rispetto ad altri paesi qui in Islanda sono estremamente fiscali con i danni. Verificate bene e nel dettaglio l’auto prima di ritirarla, prendetevi tutto il tempo e documentate lo stato pregresso della vettura con tutte le foto del caso.

L’opzione navigatore secondo noi è assolutamente rinunciabile: c’è quasi sempre una buona connessione tale da poter usare lo smartphone e quando non c’è avrete sempre la vostra amica mappa cartacea!

Fare benzina in Islanda: consigli

In Islanda troverete 4-5 marchi di benzinai e tutti quanti sono dotati di totem automatici che accettano SOLO carte di credito.

Fate attenzione al fatto che tutti i benzinai effettuano l’operazione di pre-autorizzazione del denaro, il che significa che andranno a bloccare un importo superiore rispetto a quello da erogare per verificare la disponibilità effettiva della vostra carta.

La pre-autorizzazione può bloccare il denaro fino ad un massimo di 25 giorni, quindi il consiglio è di calcolare bene i punti dove fare benzina in modo da ridurre al minimo il numero di transazioni da effettuare.

Inoltre, vi consigliamo di selezionare sempre un importo massimale tra le opzioni che vi vengono mostrate a schermo perché selezionando l’opzione “pieno”, verrà sempre effettuata la massima pre-autorizzazione bloccando di fatto grosse quantità di denaro dalla vostra carta.

Come marchi, consigliamo i N1 e gli Orkan che sono tra i più economici e soprattutto bloccano solo l’importo da voi selezionato e non importi di molto maggiori, come ci è successo ad esempio con gli Olis.

Taratevi in base a quanto spenderete nei primi pieni in modo da sapere qual è l’importo migliore da selezionare (dovete scegliere sempre l’importo appena superiore alla vostra effettiva necessità).

Ad esempio noi sapevamo che quando arrivavamo ad 1/3 di serbatoio, con un Dacia Duster 4×4 dovevamo selezionare 12.000 ISK come massimale e spendevamo effettivamente 11.400 ISK circa, bloccando quindi più o meno la quantità corretta di soldi.

Strade, strade sterrate e F-roads: cosa fare e cosa no in base all’auto noleggiata

Per godere al massimo dell’Islanda, avere un buon mezzo 4×4 è assolutamente fondamentale.
A parte la ring road e alcune strade principali, tutte le altre strade sono sterrate e possono presentare terreni di vario genere: ghiaia, terra e anche rocce (le F-roads e le strade “bianche”).

Per quanto molti sterrati siano tranquillamente percorribili anche a due ruote motrici, il consiglio è di noleggiare comunque un 4×4 perché in realtà non potete sapere in anticipo le condizioni della strada nella quale vi andrete a ficcare 😀 .

In caso di mal tempo troverete buchi/pozzanghere e spesso le strade in alcuni tratti presentano pendenze superiori al 10%, quindi risparmiare sull’auto ha davvero poco senso, anche perché le assicurazioni non coprono la maggior parte dei danni che potreste subire su questo tipo di terreno e quindi tanto vale avere un mezzo adeguato.

Sappiate inoltre che per percorrere le F-roads, avere un mezzo 4×4 è obbligatorio per legge (segnalato da appositi cartelli all’inizio dei percorsi).

Noi, che avevamo un budget basso, abbiamo optato per un Dacia Duster 4×4 che sulla carta ci faceva storcere il naso non poco, ma che alla fine si è rivelata un ottimo mezzo ed è sempre andata alla grande su tutti i tipi di terreno, persino su strade adatte solo a mezzi ben più seri.

L’unico limite del Duster potrebbero essere i guadi.
Noi abbiamo preferito non farne (anche perché i pochi che abbiamo visto erano molto profondi, con acqua fino sopra le ruote), ma valutate voi in base a dove vi trovate e alla vostra esperienza di guida.

Sicuramente se il vostro obiettivo è quello di attraversare il centro del paese, dovrete affidarvi ad un 4×4 di potenza superiore, con le ridotte, con gomme molto grandi e possibilmente con lo snorkel.

Lungo le strade la segnaletica è chiarissima e conforme agli usi europei, ivi compresi i limiti di velocità (90 km/h eccezion fatta per i centri abitati dove varia tra i 50 e i 30 km/h) e la segnalazione dei punti di interesse, contraddistinti da un simbolo che ha una storia divertente (sembra un pretzel): chi usa dispositivi Apple lo riconoscerà come l’icona del tasto “command”, ma ha origini antiche che affondano nella cultura nordica. Conoscito anche come Saint John’s Arms o Gorgon loop è una sorta di “nodo infinito”, utilizzato anche altrove nel nord europa per segnalare le attrazioni turistiche.

NOTA: non prendete alla leggera il segnale “attenzione pecore“: le maledette sono ovunque e sbucano come funghi, anche in mezzo alla strada!

Contanti, carte di credito e ATM: come gestire il denaro

In Islanda i contanti non sono quasi mai necessari.
Persino nel campeggio più sperduto e senza reception passa il proprietario dei terreni con il POS portatile e vi consente di pagare con carta di credito.

Il consiglio quindi è di prelevare una minima somma in contanti (100 euro circa) e per il resto di affidarvi solo alla carta, con la tranquillità che la accetteranno ovunque, anche per le piccole spese.

Il bagaglio: cosa serve realmente per un viaggio in tenda

Se come noi volete cercare di risparmiare qualche soldino, dormire in tenda è un’ottima soluzione ed è sicuramente il modo più economico di pernottare in Islanda.

Ovviamente se sceglieste questa soluzione, dovrete ottimizzare lo spazio per il bagaglio imbarcato e stare molto attenti al peso consentito, che nelle compagnie low-cost è di soli 15 kg a persona (noi abbiamo portato un solo bagaglio imbarcanto, opzione barbona).

Di seguito un elenco di tutto ciò che a nostro avviso è irrinunciabile e subito dopo qualche utile extra:

  • Borsone da spedizione (noi abbiamo quella grande della North Face che è una bomba)
  • Tenda 2 strati da alpinismo (nel nostro caso Pilier 2 della Ferrino) o comunque una tenda in grado di sopportare condizioni meteo difficili come vento e pioggia forte.
  • Sacco a pelo invernale (consigliati sacchi con temperatura comfort dagli 0 gradi in giù)
  • Materassino auto-gonfiante o stuoino
  • Fornelletto da campeggio e paravento (la bombola dovrete comprarla in loco perché non è consentito trasportarla in aereo; nei campeggi troverete spesso delle cartucce usate lasciate dai precedenti avventori, ma ahinoi la maggior parte delle volte risultano essere del tutto scariche!)
  • Gavetta in alluminio, bicchiere e posate di plastica
  • Piumino, pile e guscio/antivento
  • Poncho pieghevole e impermeabile o similare
  • 3 magliette, 3 paia di calze, 3 paia di mutande, pantaloni invernali (ad esempio i Vertigo della Montura) nel nostro caso per 10 giorni
  • Scarpe basse con suola Vibram e Gore-tex esterno
  • Torce frontali (utili soprattutto se intendete esplorare qualche grotta)
  • Borraccia 1L
  • Adattatore da macchina USB per caricare i telefoni e altri apparecchi elettronici
  • Coltellino
  • Minimo necessaire da toilette (la carta igienica nei campeggi si trova quasi sempre)

Se vedete che avete ancora spazio e ci state col peso, le seguenti cose sono sicuramente utili:

  • Telo cerato
  • Caffè solubile in buste (occhio che nei market spesso non si trova!), the e cibo liofilizzato
  • Copri zaino impermeabile (noi avevamo il poncho in alternativa, sotto ci sta anche lo zaino se non è gigante)
  • Macchina fotografica reflex o compatte moderne (nel nostro bagaglio non c’è stata, ma ci è dispiaciuto tantissimo e l’abbiamo decisamente rimpianta)
  • Scarpe di ricambio

Dove dormire con budget ridotti: campeggi, ostelli e rifugi

I campeggi sono i posti più economici dove potrete dormire e ce ne sono davvero tantissimi (il campeggio libero non è consentito).
Sulla mappa che vi abbiamo indicato sono tutti segnalati e non avrete problemi a trovarli.
I prezzi per notte in questa estate 2022 variano dai 1.200 ISK ai 2.500 ISK per persona (più o meno dagli 8 ai 18 euro).

Alcuni campeggi sono dotati di cucina, docce calde e a volte pure di hot springs (libere o a pagamento), mentre altri sono spartani e talvolta senza nemmeno la reception, ma in tutti i casi abbiamo sempre trovato almeno i bagni (puliti nel 95% dei casi) e qualche tavolino / panca da appoggio.

In caso di meteo avverso potrete appoggiarvi agli ostelli, anch’essi spesso presenti ed indicati sulla mappa.
Noi non ci siamo mai stati ma da quello che abbiamo visto i prezzi variano più o meno dai 35 ai 60 euro a notte ed è altamente consigliabile prenotarli tramite i vari siti di booking online.

Infine nelle zone montane e nei luoghi più isolati del paese, troverete dei rifugi di emergenza.
Sono delle casette di colore spesso arancione, non gestiti, e sono da utilizzare esclusivamente in caso di emergenza.

Se vi dovesse capitare, all’interno troverete un registro dove dovrete indicare il materiale del rifugio da voi utilizzato in modo tale che i gestori possano sostituire il materiale mancante per i futuri avventori.

Supermercati e ristoranti: info su cibo e alcolici

I supermercati sono la principale risorsa di cibo per i viaggi low-cost e li troverete abbastanza spesso nei vari paesini, anche se sono decisamente meno presenti rispetto ai campeggi.

Il consiglio è di cercare su Google Maps il nome del paese e la parola “supermarket” in modo da sapere di volta in volta se li troverete o meno. Sulla nostra mappa purtroppo non erano indicati.

Troverete panini già pronti, a volte croissant e brioches fresche, macchinette del caffè e anche cose per cucinare. Volendo trovate pure la pasta di marche italiane (Rummo, Barilla) e i sughi se proprio non riuscite a farne a meno.

Quasi sempre si trovano cibi liofilizzati e buste di varie marche di cibo pronto.

Gli alcolici sono rari e non sempre presenti, soprattutto nei paesini più piccoli.
Le birre in vendita sono spesso analcoliche o a basso contenuto alcolico (2.25%) mentre nei posti più grossi troverete anche qualche birra Pils con gradazione alcolica normale (compratene un po’ di scorta quando le trovate).

Vino e superalcolici li troverete solo nei pub, nei bar e nei ristoranti ma non nei supermercati.

Se vi fa piacere avere un cicchetto per la sera, il consiglio è di comprarvi una bottiglia di qualcosa al duty free dell’aeroporto di partenza e di portarvelo dietro per tutto il viaggio.

Noi ad esempio abbiamo preso una bottiglia di grappa per il cicchetto della buonanotte 😀

I ristoranti sono abbastanza cari ma due-tre volte ce li si può concedere senza problemi.
I prezzi di un piatto variano in media dai 1.500 ISK ai XXX.000 ISK a seconda di cosa si ordina. Scordatevi i carboidrati 😀
Nelle due cene che abbiamo fatto noi al ristorante, ordinando un piatto a testa di carne o pesce + una bottiglia di vino (di quelle che in Italia costano 5 euro e qui 50), 2 caffè abbiamo speso mediamente 45 euro a testa.

Condizioni meteo: consigli utili

Il meteo in Islanda è variabilissimo in estate: si passa dal sole alla pioggia con forti raffiche di vento in men che non si dica, quindi il consiglio è di tenersi sempre pronti ad ogni evenienza e di vestirsi a strati; soprattutto durante le camminate, anche brevi, non dimenticate l’abbigliamento da pioggia 😉

Abbiamo trovato molto valido il sito che riportiamo nel successivo capitolo per quanto riguarda le previsioni, nel nostro caso sempre azzeccate, Vedur.is. Conviene dargli un’occhiata la sera per il giorno successivo, in modo da tararsi sulle zone da visitare e su quelle da evitare: se possibile, infatti, meglio sarebbe stare alla larga dalle aree interessate da forti perturbazioni, non tanto per la pioggia, quanto perchè in caso di maltempo la visibilità è davvero scarsa e non permette di godere appieno dei paesaggi circostanti.

Anche per smontare e montare la tenda può essere utile sapere in anticipo quando è previsto l’arrivo della pioggia (che o prima o poi arriva, fidatevi!).

Detto questo il meteo è davvero pazzo e imprevedibile… preparatevi mentalmente!

App e siti di appoggio

Per le previsioni meteo consigliamo sia sito sia app di Vedur.is , l’abbiamo trovato molto affidabile, con mappe delle precipitazioni ecc (queste solo sul sito). Se installate l’app riceverete anche le notifiche opportune in caso di allerte meteo.

Per le hot springs (sarebbe un peccato mortale non sfruttare questa possibilità!) sia free sia a pagamento, utile la sezione apposita di Iceland Travel Guides. Trovate la mappa navigabile e ci sono -quasi- tutte.

Per le condizioni delle strade e la loro percorribilità utile il sito Road.is, con la mappa divisa in zone e importanti informazioni (utili soprattutto per quel che riguarda le strade dell’interno dell’isola).

Se volete provare a cercare l’aurora boreale (raro, ma può succedere di vederla anche d’estate) esiste una app pure per questo, ovvero My Aurora Forecast. A noi è andata male 😀

Per i parcheggi a pagamento (quelli per le principali attrazioni, tra gli altri), vi è una app apposita che si chiama Parka: a noi non ha mai funzionato… e comunque in questi siti vi è sempre la possibilità di pagare attraverso totem con carta di credito.

Non solo per l’Islanda, ma se avete necessità di tener conto delle spese di ognuno e di dividervele in seguito, vi suggeriamo la comoda app Tricount.

Telefono e connessione

I nostri operatori (Vodafone e Wind) hanno funzionato egregiamente più o meno in tutta l’isola, eccetto per alcune aree interne dove mancava sia connessione telefonica sia connessione dati.

Nei campeggi si trova quasi sempre la corrente elettrica per ricaricare i dispositivi, ma portatevi adattatori, cavetti ecc da casa.
Per ricaricare i cellulari in realtà basta anche un adattatore da accendisigari con doppia usb se come noi viaggerete on the road ogni giorno.

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

4 risposte

  1. Marina Caccia

    Ciao, sono stata in Islanda undici anni fa e di nuovo l’anno scorso. Ho visto la documentazione del vostro viaggio e mi complimento. Mi sono regalata il tempo di vedervi con calma per ritrovare le emozioni che regala un paese che per me è tra i più belli del mondo. Buona strada! Marina

    • Erica Bagarotti

      Ciao Marina, grazie!
      Ci fa piacere che il racconto della nostra esperienza abbia riportato alla memoria dei bei momenti: impossibile non amare l’Islanda. Anche noi a naso torneremo!

      Ancora grazie e se ti fa piacere continua a seguirci
      Erica e Gabri

  2. Nicola Morgantini

    Ciao,
    avete fatto quello che vorremmo fare da anni, ovvero il giro completo dell’isola, bravi, ottima la descrizione del viaggio e anche il tipo di viaggio, spero che tra non molto la possiamo mettere in pratica (vi invidio tanto l’aver potuto vedere l’eruzione da vicino, non è cosa da tutti i giorni!!). Abbiamo invece fatto nel 2019, quello che mi sembra vorreste fare voi, ovvero il trekking da Landmannalaugar fino a Skogar. Avendo pochi giorni a disposizione avevamo scelto di dedicarci esclusivamente all’escursione, vi confermo che è veramente bello, abbastanza semplice, ad esclusione dell’ultima tappa, lo zaino era ovviamente pesante, avendolo fatto in tenda e con cibo nostro, comunque è un vero condensato dei paesaggi islandesi!
    complimenti anche per il resto delle escursioni presenti nel blog!
    Nicola

    • Erica Bagarotti

      Ciao Nicola, grazie, siamo felici che il nostro report ti sia piaciuto e speriamo possa tornarti utile molto presto!
      Effettivamente l’eruzione del vulcano è stata una gran botta di…. , uno spettacolo molto emozionante.
      Da parte nostra ci auguriamo di tornare e dedicare più tempo, a questo punto, all’esplorazione dell’interno, facendo il trekking completo che avete fatto voi e visitando la zona di Askia: magari ci si incontra, chi può dirlo!

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