fr. Pravieux, Valsavarenche (AO) 1.834 mt slm – rifugio Federico Chabod 2.710 mt slm – Gran Paradiso 4061 mt slm, DISL. POSITIVO + 2.200 mt, SVILUPPO COMPLESSIVO 22 km circa, VIA NORMALE DA RIF. CHABOD alpinistica = PD – , PARETE NORD alpinistica = D
Oggi si festeggia un compleanno, i 40+1 del Lato B del blog 😀 : il meteo e le circostanze sono perfette per una meta classica che più classica non si può… il Gran Paradiso, familiarmente Granpa, unico 4.000 sulle Alpi integralmente italiano! In quanto meta classica aspettatevi, in vetta, di stare come a Rimini ad agosto o come ai mercatini di Natale a Bolzano… insomma un assembramento di umanità non necessariamente ordinata ed educata, condizione non piacevolissima ripagata almeno da una vista eccezionale.
GIORNO 1: da Pravieux al Rifugio Chabod
Dal parcheggio di Pravieux (AO) in un paio d’ore raggiungiamo il Rifugio Chabod (tempo CAI 2.45′), che per l’occasione ha aperto anche il locale invernale: l’edificio secondario è organizzato per accogliere una ventina di persone, con ampia stanza comune e bagni interni privati… una vera pacchia! Sì, perchè questo weekend lo Chabod ha fatto il pieno, visto il meteo perfetto e visto l’innevamento garantito da un inverno finalmente generoso.
Dei presenti un buon 90% sono alpinisti e scialpinisti, che raggiungeranno la vetta attraverso percorsi differenti tutti l’indomani: a questi vanno ad aggiungersi quelli che saliranno dal Vittorio Emanuele, attraverso la Normale più facile. E’ il motivo per cui queste cose, potendo, andrebbero fatte in settimana…
I primi 900 mt di “avvicinamento”, ovvero quelli che servono per raggiungere lo Chabod, si svolgono attraverso una mulattiera che risale il bosco, per poi trasformarsi in sentiero nella parte più alta, fino al rifugio (vedi anche l’Anello Chabod-Vittorio Emanuele): da qui un cannocchiale permette di leggere la traccia sulla parete Nord del Gran Paradiso e alla sua base, dove si distingue perfettamente la biforcazione verso destra che è quella della Via Normale.
Noi siamo ancora indecisi: da un lato la voglia di farla questa parete Nord, dato che è in condizioni ottimali, tutta su neve e gradonata, dall’altro la consapevolezza di non essere al top della forma: da lì indietro non si torna (o meglio, si torna con molta difficoltà) e il dubbio ci rimarrà sino al giorno successivo.
Ci raggiungono gli amici, che invece possono permettersi di non avere dubbi: saliranno dalla Nord.
GIORNO 2: dal Rifugio Chabod al Gran Paradiso e ritorno a Pravieux
Sveglia alle 2.30 e colazione alle 3.00, partenza alle 3.30 con le frontali: questa la tabella di marcia per chi vuole affrontare la Parete Nord del Gran Paradiso. Noi, che abbiamo definitivamente abbandonato l’idea optando per la Normale, adotteremo comunque gli stessi orari. E non saremo i soli, dato che la Normale dallo Chabod richiede comunque 4-5 ore di tempo, per 1.300 mt di dislivello (che a 4.000 metri si fanno sentire).
Dall’invernale una traccia, seguendo il tubo nero che conduce alla presa dell’ acquedotto, sale fino a raggiungere la morena al di sotto del Piccolo Paradiso: superata questa ci si inoltra sino alla base del ghiacciaio del Laveciau, al di sotto della parete Nord Ovest del Gran Paradiso. Da qui a sinistra si sale per affrontare la parete, puntando verso la terminale, oppure, come abbiamo fatto noi, si prosegue a destra lungo il ghiacciaio aggirando i serecchi che stanno alla sua base. E’ il punto dove ci siamo imbragati, imbastendo le cordate, chi per la Nord, chi per la Normale.
Il ghiacciaio lo abbiamo trovato in condizioni perfette,grazie ad una stagione invernale indubbiamente generosa in quanto a neve: tuttavia, da quello che abbiamo letto e da quello che ci hanno raccontato in merito alle stagioni precedenti, è molto crepacciato, quindi l’attenzione è d’obbligo.
La normale risale il vallone glaciale, per lunghi tratti morbidamente impennandosi a volte in pendii che non superano i 30° di pendenza, mantenendosi sulla destra (faccia a monte): non ci sono difficoltà, se non quella della progressione in quota (e ovviamente il fatto di aver predisposto una cordata con tutti i crismi!). Si arriva alla cosidetta Schiena D’Asino, cambiando versante, dove a circa 3.700 metri si incrocia la traccia della Normale che sale dal Vittorio Emanuele.
Da qui si risale verso il colle di Montcorvè, piegando a sinistra, e poi sul breve tratto di cresta che, sempre verso sinistra, conduce alla agognata Madonnina bianca…. che non è nemmeno la vera cima del Gran Paradiso!! Ebbene sì: la vera sommità è di pochi metri più alta e si trova nel punto dove approderanno i nostri amici dopo aver scalato la parete nord-ovest.
Disclaimer: bellissimo il panorama che si gode da quassù, ma avere 10 cordate per parte che si incrociano salendo e scendendo con l’unico obiettivo di farsi un selfie con Nostra Signora… rovina del tutto la poesia. Anche perchè è oggettivamente il punto -l’unico punto- pericoloso, e l’affollamento non giova nè all’umore nè alla sicurezza. Come dicevamo è il problema delle mete classiche e relativamente abbordabili.
Da qui, per forza di cose, non ci resta che scendere sui nostri passi, sparandoci questi 2.200 metri di dislivello negativo con pausa pranzo allo Chabod, dove recupereremo anche i carichi lasciati in stand-by perchè non utili per la salita. Per affrontare la Normale servono imbraghi, corda, ramponi, cordini e la consueta dotazione alpinistica per queste situazioni, mentre per la Nord è doveroso aggiungere una coppia di picozze e, tranne in questo caso dove la parete era perfettamente innevata, chiodi da ghiaccio e tutto il necessario per attrezzare eventuali soste.
Giudizio
Vedi disclaimer sopra: nel bene e nel male non sarete soli. La salita, da qualsiasi parte la si affronti, ha un indubbio fascino perchè l’ambiente naturale è davvero bello, ma anche molto inflazionato. Considerata la facilità dell’ascesa dalle due Normali in vetta troverete di tutto (anche chi vi calpesterà la corda con i ramponi)… a volte le cime minori regalano emozioni più intense, anche se non sono “da curriculum”
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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