da Rifugio Tuckett Sella (2275 mt) via Sella del Fridolin a Rifugio Alberto e Maria ai Brentei (2175 mt) – Rifugio Alimonta (2580 mt) – Via Ferrata delle Bocchette Centrali – Rifugio Casinei (1825 mt) – Rifugio Vallesinella – 16 km circa
Fine settimana in Dolomiti, con un menù che prevede il sabato tutti insieme con programma da definirsi, una simpatica notte nell’hotel a un milione di stelle (alias dormita all’aperto in quota) e per finire domenica la compagnia si divide: i due prodi maschietti affronteranno una via di arrampicata decisamente al di fuori della mia portata (la Via Alimonta Vidi al Castelletto inferiore), mentre io ne approfitterò per fare una delle due ferrate che ancora mi mancano sulle Dolomiti di Brenta, in solitaria.
Visto il meteo incerto e la pigrizia che ci porterà ad arrivare al Tuckett solo per l’ora di pranzo (e a quel punto che fai, non mangi?!) il sabato lo trascorreremo a sgranchirci le gambe sul meraviglioso calcare della non lontana Falesia Fratelli Vidi, per poi tornare al rifugio, ri-mangiare e affidarci al dio Meteo per il giorno successivo e soprattutto per la notte, che passeremo all’aperto nei nostri sacchi a pelo… Ci accampiamo sotto la tettoia gentilmente concessaci dai gestori del Tuckett -tutto esaurito- ma fortunatamente non pioverà, almeno non questa volta!
Per me la sveglia è alle 5.30 di domenica, lascio i ragazzi nei loro involucri pelosi e parto alla volta del Brentei: lo raggiungerò in tempo per la colazione, con tutti i gruppi -prevalentemente stranieri- in partenza per le ferrate limitrofe, in un va e vieni abbastanza normale in questa stagione. Dato che preferisco di gran lunga il binomio salita-ripida discesa-morbida scelgo di attaccare le Bocchette Centrali dalla Bocchetta delle Armi, sopra il bellissimo rifugio Alimonta, per poi ridiscendere dalla Bocca di Brenta.
Alla Bocchetta di Molveno si trova un po’ di ghiaccio, ma il tratto è breve e già battuto quindi non perdo tempo a calzare i ramponi; durante la giornata, chiacchierando con altri escursionisti, scoprirò che questo pezzo ha messo in difficoltà non poche persone. Non mi spiego la ragione, se non immaginando che siano passate da un altro punto, non tracciato e più esposto (il dubbio che la gente si avventuri a muzzo su per le montagne senza avere la minima idea, però, mi viene).
La ferrata è facile: praticamente non si scala, si cammina, il sentiero è stato attrezzato unicamente per via dell’esposizione, che peraltro non sempre si avverte vista la presenza costante di nubi basse sul lato di Molveno.
In sintesi ci sono sentieri alpinistici molto più impegnativi, anche per il fatto che sono egualmente esposti ma per nulla proteggibili, il che lascia supporre che questo dispiego di cavi e corde fisse dipenda dal fatto che il percorso è pensato per essere alla portata di tutti… o quasi. Scarso impegno fisico o tecnico, dunque, ma un paesaggio superlativo, che le nubi basse ora svelano ora coprono con la velocità di un battito di ciglia: guglie, pinnacoli, cielo e roccia compaiono dove prima era solo nebbia, per poi venire nuovamente inghiottiti dal vapore acqueo. Bellissimo.
Nel frattempo almeno tre cordate sono impegnate su diverse vie d’arrampicata del Campanile Basso -invidia- che visto dalle Bocchette è ancora più maestoso.
Dalla Bocca di Brenta il sentiero, dapprima per pietraia poi per prati, scende morbidamente fino al Brentei, completando un anello che può essere percorso in ambedue le direzioni. Da qui discesa fino al Casinei e giù ancora fino a Vallesinella, dove attenderò i compagni per qualche ora buona (più che giustificati!).
In sostanza si tratta di un giro che appaga la vista e poco faticoso (soprattutto se spezzato in due giorni): l’ideale sarebbe poterselo permettere con meno traffico soprattutto in ferrata -ma i punti per eventuari sorpassi sono numerosi- e magari con qualche minuto di vista sulla valle di Molveno in più, anche se le nubi hanno il loro fascino.
NOTA: volutamente non si danno indicazioni circa i tempi di percorrenza del Sentiero delle Bocchette Centrali; quelli indicati dal CAI (a memoria 3 ore) sono mediamente verosimili se ci si protegge con il kit da ferrata in ogni punto possibile, decisamente sovrastimati per persone allenate, ma per alcuni insufficienti per completare il percorso… quindi a voi la valutazione!
(Picca e ramponi potrebbero essere necessari ad inizio stagione per risalire e ridiscendere dalle bocchette)
…HAPPY ENDING
sbadatamente dimentico la reflex in quel di Casinei, ma me ne accorgo solo a Vallesinella, 300 mt più a valle: ora immaginatevi un rifugio di bassa quota domenica pomeriggio, immaginatevi il numero di persone che si sono fermate all’esterno, che sono passate, che si sono sedute sulle panche…. che non hanno pensato di intascarsi una Nikon incustodita ma l’hanno consegnata ai gestori, dai quali l’ho recuperata io, dopo aver risalito quei 300 mt di corsa, a tempo di record.
La montagna è anche questo, ancora e nonostante tutto: un posto dove nessuno si sogna di fregare il prossimo.
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