Parcheggio Val Biole, Andalo (TN) 1.175 m s.l.m. – Cima Sophia 2.360 m s.l.m. – dislivello complessivo 1.255 m, sviluppo 10,7 km – trekking EE/scialpinistica MS/ciaspolata
Era da almeno 3-4 anni che ci prefiggevamo l’obiettivo di raggiungere in un modo o nell’altro questa cima.
Per chi frequenta Molveno ed Andalo probabilmente si tratta di qualcosa di scontato, ma per chi viene dal versante opposto del Brenta, ovvero da Madonna di Campiglio, questa cima è parecchio distante e non facile da conquistare in giornata.
Motivo per il quale abbiamo deciso in questo inverno con temperature “speciali” e con poca neve, di svegliarci presto e partire per Andalo in macchina, per poi salirla dal suo più agevole percorso.
La nostra idea ovviamente era di farla con sci e/o ciaspole, ma l’inverno corrente s’è arrestato circa un mese fa quindi ci adeguiamo e decidiamo di partire solo con scarponi, ramponi e una picca (si sa mai).
Alla fine abbiamo valutato bene perché la neve ha iniziato ad essere presente solo a partire da quota 1.700 circa e per i restanti 600 metri abbiamo potuto godere di un discreto rigelo invernale che ci ha consentito una progressione non troppo faticosa anche su neve abbondante, con qualche inevitabile sprofondamento in prossimità della vetta che prende più sole.
La nostra curiosità era nata dalla gita che avevamo fatto quasi per caso anni fa e che ci ha portati a salire fino alla bocca di Tuckett da Vallesinella per poi scendere lungo la Val Perse fino alla Busa dell’Acqua e risalendo poi verso il Grosté dalla Vallazza, percorso selvaggio che consigliamo ai ravanatori del Brenta.
Da lì abbiamo compreso l’enormità della parete sud del Croz dell’Altissimo che si staglia dritta verso valle per centinaia di metri e ci è venuta voglia di raggiungerlo.
Come sempre, prima dalla Normale……perché abbiamo capito essere una sana abitudine.
E poi, se saremo bravi, in futuro magari anche da una delle numerose vie di arrampicata presenti sul versante sud.
Avvicinamento
Da Andalo, prendere la strada che raggiunge il Parcheggio a pagamento Val Biole oltre il quale c’è il divieto di transito.
In inverno non abbiamo avuto necessità di pagare alcun obolo.
Da lì seguire a piedi o con gli sci/ciaspole la strada che prosegue verso il rifugio La Montanara per circa 250 metri fino ad una sbarra sulla destra dove sono riportati alcuni cartelli, uno dei quali indica la cima del Croz dell’Altissimo a partire da questo sentiero.
Noi abbiamo scelto questa strada, ma soprattutto a causa del fatto che l’innevamento nel nostro caso era scarsissimo: probabilmente si tratta del sentiero estivo (segnavia 352) e forse del modo più breve per raggiungere la cima.
L’alternativa è quella di arrivare al rifugio La Montanara seguendo la strada per circa 2.5 km e poi salire nel bosco seguendo la cresta del Palon de Tovre, lungo il panoramico sentiero 352B che noi percorreremo invece al ritorno.
A voi la scelta, a seconda delle condizioni.
Nel nostro caso, con poca neve, abbiamo deciso di fare un anello che parte dal sentiero A e che poi scende dal sentiero B ed è stato decisamente funzionale ai nostri intenti nelle condizioni che abbiamo trovato.
Valutate voi a seconda dell’innevamento, del meteo e di cosa avete in mente.
Descrizione della salita
Dalla stanga da cui parte il sentiero 352 seguire il bosco con salita semplice e con pendenze costanti, senza particolari emozioni, fino ad un punto in cui si ricollega con la strada.
Da lì proseguire ancora dritto in verticale, sempre su pendenze costanti fino a quando la traccia inizia ad inoltrarsi nel bosco sulla sinistra e in breve si raggiunge un bivio segnalato come “Gradecia“, dal quale si prosegue nella valletta a sinistra (segnavia 344B) per poi riprendere in breve a salire.
Qui il pendio diventa un po’ più ripido e più vario e già si vede la cima del Croz dell’Altissimo in lontananza, anche se purtroppo non si raggiungerà nel modo lineare che uno si potrebbe aspettare 😉
Dopo una ripida salita si raggiunge un secondo bivio, punto nel quale confluiscono vari sentieri che consentono eventuali deviazioni verso il Piz Galin o il Palon de Tovre.
Noi proseguiremo verso l’evidente punto in direzione della cima del Croz in cui la montagna sembra mollare di pendenza.
In effetti è così, ma si tratta solo di un’illusione in quanto poi per raggiungere la cima sarà necessario percorrere un anello che risale i versanti circostanti in direzione del passo dei Lasteri, poco prima del quale sarà possibile deviare finalmente verso la cresta e decidere quale cima salire.
In stagione estiva, salire sulla cima del Croz dell’Altissimo presenta come difficoltà solo qualche roccetta facile, in invernale si rischia un po’ di più, motivo per il quale la cima ufficiale scialpinistica è rappresentata dalla Cima Sophia, 30 metri più alta di quella del Croz dell’Altissimo, ma più facile e più sicura da raggiungere in condizioni di neve.
Noi dopo attenta valutazione decideremo per la Sophia, anche perché già da circa 100 metri iniziavamo a sprofondare e non avevamo voglia di rischiare per così poco.
Giunti in vetta, di fronte a noi si apre l’intero panorama che abbraccia tutto il Brenta Centrale, una vera meraviglia per gli occhi!!!
Per quanto abituati a tutto questo, dal versante di Madonna di Campiglio non ci sono molte montagne che regalino un colpo d’occhio così incredibile sul Brenta senza opporre difficoltà tecniche importanti.
Qui invece si può godere del meglio con difficoltà esigue e con un dislivello tutto sommato alla portata di tutti, pur con un po’ di allenamento.
La cima regala l’apoteosi della vista che rimane però quasi completamente nascosta per tutto il percorso (se fatta dal sentiero estivo).
Stupore e meraviglia non possono che coinvolgervi in questa visuale così unica del gruppo del Brenta, così vicino e così ammirabile nella sua bellezza e quasi interezza.
La sola vista dalla cima vale la fatica fatta, davvero.
Una meraviglia unica. Dispiace solo non esserci portati la reflex per poter dare il giusto valore a cotanta bellezza!
Ma forse è meglio così…..almeno sarete spronati a salirla voi stessi!!! ;P
Discesa
Dalla cima Sophia nel nostro caso è stato più agevole seguire la cresta verso il passo dei Lasteri per poi abbassarsi di nuovo verso la valletta sottostante riprendendo poi il percorso di salita (valutare in base alle condizioni di innevamento).
Superati i tre salti rocciosi più evidenti, si ritorna ad una valletta con i mughi sotto la quale è presente il bivio che permette di percorrere un anello per chi lo volesse (sentiero 352B) e che, dopo aver aggirato un piccolo gendarme in traverso e leggera salita, porta su una dolce cresta con vista panoramica sia sul Brenta sia sul lago di Molveno.
Questo sentiero è decisamente più interessante di quello da noi percorso all’andata ma nel nostro caso è stato un bene farlo in discesa.
Probabilmente è più lungo e richiede un percorso su strada evitabile dall’altra parte.
Da valutare in base alle condizioni.
Giunti poi al termine della discesa nel bosco, senza raggiungere il rifugio La Montanara seguire invece verso valle attraverso una traccia sulla sinistra fino a ricongiungersi alla strada che scende dal rifugio.
Seguirla quindi fino a ritornare al parcheggio e alla macchina.
Giudizio
Gita relativamente facile anche in invernale e di grande interesse paesaggistico.
Dalla cima si può godere di uno spettacolo a dir poco unico sul gruppo del Brenta! Una vera meraviglia per gli occhi!!!
A seconda delle condizioni di innevamento, può essere raggiunta sia con sci d’alpinismo o ciaspole, sia con scarponi, ramponi ed eventualmente una picca di supporto.
Non ci sono difficoltà alpinistiche (almeno per la cima Sophia) quindi si tratta davvero di un gioiellino invernale alla portata di chiunque abbia un po’ di gamba e la voglia di alzarsi presto la mattina.
Vi possiamo garantire che ne verrete ripagati abbondantemente per il panorama unico sul gruppo del Brenta e per le viste mozzafiato in direzione Molveno (se farete il nostro stesso giro).
Dal nostro punto di vista, una classica relativamente semplice ed imperdibile!!
Disclaimer
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