Cima Cornisello – Via Normale – Val Nambrone wild

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RIFUGIO CORNISELLO (2.120 m.s.l.m.) – CIMA CORNISELLO (3.153 m) – Alpinismo – Difficoltà F+ – Dislivello 1.200 m circa – Sviluppo 13.1 km – Esposizione Varie

Chiunque in passato abbia avuto l’occasione di salire in val Nambrone e in particolare al rifugio e ai laghi di Cornisello, è impossibile non abbia notato una cima aguzza che si staglia dritta all’orizzonte, dominando la valle.

Si tratta della Cima di Cornisello, che noi conoscevamo benissimo e da molto tempo, ma che per ragioni non chiarissime nemmeno a noi stessi 😀 alla fine non avevamo mai conquistato.

C’era stata un’occasione qualche anno fa (2016… come passa il tempo!), con mio fratello al seguito, poco avvezzo a gite scoscese e con tratti d’arrampicata, motivo per il quale avevamo desistito praticamente in partenza, concentrandoci sulla bellissima fioritura estiva che avevamo incontrato.

Quest’anno però era evidentemente arrivato il suo momento e ne abbiamo goduto appieno, anche questa volta in un contesto di completa solitudine, come spesso accade in questa valle se ci si spinge appena oltre i sentieri battuti.

Si tratta di una montagna che ancora in questo 2024 rimane selvaggia, senza sentiero, il cui percorso si individua grazie a radi ometti e tramite i punti di riferimento limitrofi che permettono di orientarsi.

Non è per tutti, sia per le ragioni già citate, sia per alcuni tratti parecchio esposti, sia per lunghezza dell’itinerario (non esagerata, ma comunque per gambe allenate a questo tipo di terreno), sia per alcuni tratti di facile arrampicata che sono necessari per conquistarne la vetta.

Ad ogni modo, con condizioni meteo buone (che in estate non sono MAI garantite!!), non presenta difficoltà estreme ed è accessibile a chiunque abbia esperienza alpinistica, fuori traccia, senza vertigini e con capacità di muoversi su roccette e sfasci di roccia.

La vista da lassù ripaga qualsiasi sforzo, ma anche se non raggiungerete la vetta, il percorso regala comunque scorci meravigliosi sui laghi di Cornisello, il lago della Vedretta, la val d’Amola, il Monte Nero e la Presanella, quindi c’è poco da aggiungere….se non quello che troverete nel giudizio finale! 😉

Avvicinamento automobilistico

Da Pinzolo, salire in direzione Sant’Antonio di Mavignola fino ad incontrare il tornante da cui parte sulla sinistra la strada che sale in val Nambrone.

Imboccate la strada, spesso ripida e con tratti sprotetti, superando prima il rifugio Nambrone (fate un giro lì intorno se non ci siete mai stati, luogo super!!) e poi per infiniti tornanti fino al bivio per il rifugio Segantini che va ignorato.

Proseguire dritti fino al primo grande parcheggio, pochi metri di dislivello sotto al rifugio Cornisello, dove conviene abbandonare l’auto.

Descrizione della salita

Dal parcheggio, imboccare la strada sterrata che conduce verso i laghi di Cornisello, che vanno raggiunti e in parte aggirati.

Giunti al lago principale, dopo averlo costeggiato dal suo versante orientale, superare la deviazione per il lago e il passo di Scarpacò e proseguire fino al bivio successivo dove troverete le indicazioni per il sentiero CAI 239 che conduce verso il lago della Vedretta.

Imboccare il sentiero e salirlo fino al termine della prima rimonta.
Giunti in una valletta pianeggiante con accanto il torrente, poco prima che il sentiero lo attraversi, piegare in direzione sud-ovest senza traccia obbligata (ci sono degli ometti qua e là, ma basta mantenere la direzione) risalendo i colli erbosi e rocciosi che troverete.

Vanno superati 3 piccoli risalti, al termine dei quali dovrete scendere alcuni metri fino a raggiungere dei piccoli laghetti (pozzanghere), oltre i quali parte un ripido ghiaione che sale verso il passo dei Laghett (la sella evidente di fronte a voi).

Il passo dei Laghett di fronte a noi
L’attacco del ghiaione che porta verso il passo dei Laghett

Per raggiungerla, spostarsi qualche metro a destra rispetto ai piccoli laghetti fino ad imboccare una rampa erbosa in salita, oppure, come abbiamo fatto noi, salire direttamente il ghiaione saltellando su grandi rocce con notevole pendenza.

Superata la prima parte che aggira un risalto roccioso, piegare verso destra per qualche decina di metri, quindi di nuovo in verticale stando il più possibile vicino all’erba fino a raggiungere il passo dei Laghett.

Dal passo la vista si apre sulla val d’Amola e si scorgono evidenti il rifugio Segantini, il Monte Nero e la Presanella (nuvole permettendo! 😛 ).

Piegare verso ovest puntando alla cima subito di fronte, sempre seguendo gli ometti e mantenendosi all’inizio sulla destra per poi traversare verso sinistra giunti praticamente a ridosso della cresta, il più alti possibile, ma alcuni metri sotto le evidenti rocce che delimitano la vetta della cima dei Laghett.

Qui si cambia versante e si inizia un lungo traverso sul lato della val d’Amola, con tratti a volte parecchio scoscesi dove talvolta bisognerà scendere e risalire qualche metro con roccette ed erba, per superare alcuni canalini che scendono ripidi verso valle.

Qualche passo esposto lungo il traverso
Uno dei passi esposti lungo il traverso, con breve disarrampicata e risalita sul lato opposto

Niente di drammatico, ma fate attenzione perché in caso di maltempo questa parte può essere parecchio difficile da fare in discesa, quindi valutate la nuvolosità con attenzione.

Si seguono i radi ometti che si mantengono generalmente piuttosto a monte superando tutto il versante sud-est della cima dei Laghett fino a giungere ad una selletta (prima di arrivarci ci vorranno almeno 30-40 minuti dall’inizio del traverso) dove finalmente si avvista in lontananza la cima di Cornisello.

Dalla selletta, scendere qualche decina di metri sul versante opposto per poi risalire per grandi ghiaioni (ometti) fino ad un palo di legno verticale che segna l’inizio della parte più alpinistica.

Dal palo di legno, aggirare la montagna in direzione nord seguendo gli ometti fino a raggiungere un evidente canale ghiaioso largo 2-3 metri con alcuni risalti rocciosi che va risalito direttamente.

Nella prima parte mantenersi a sinistra seguendo le rocce, evitando il più possibile la sabbia e gli sfasci.
Si supera poi un risalto con arrampicata fino al II grado (a sinistra o nel diedro di destra) fino ad una prima selletta.

Salire quindi un secondo ed evidente canale di sfasci che conduce ad una seconda selletta.
Qui noi abbiamo sbagliato, pensando che la cima principale fosse quella di destra mentre invece è quella di sinistra (faccia a monte).

Dall’ultima selletta quindi, scendere qualche metro e risalire l’ennesima rampa di sfasci e rocce fino alla micro sella alla sinistra della quale troverete la vetta principale, con micro croce di legno e libro di vetta.

Noi siamo invece saliti a destra, raggiungendo la cima orientale, che richiede però alcuni passi di arrampicata fino al III grado, sia per la salita sia per la discesa (tratti pericolosi senza attrezzatura!).

la salita verso la vetta orientale
Il tratto che conduce alla cima orientale. Sconsigliato senza attrezzatura alpinistica

Visti i nuvoloni che stavano sopraggiungendo, non abbiamo insistito nel raggiungere anche l’altra cima che comunque si trova esattamente di fronte decidendo invece per una rapida ritirata, almeno per uscire dal pezzo alpinistico prima che potesse venire un bel temporale.

Tornati al palo di legno, la situazione meteo per fortuna è sembrata migliorare, ma non eravamo poi così tranquilli considerando che dovevamo rifare all’indietro il lungo traverso che riporta al passo dei Laghett.

Giunti poi a metà traverso abbiamo capito che il meteo avrebbe tenuto e quindi ci siamo rilassati un attimo, concedendoci finalmente un po’ di riposo una volta raggiunta la bocchetta dei Laghett.

Discesa

Esattamente come per il percorso di andata.
Una volta giunti alla strada che aggira il lago di Cornisello, se volete, potrete decidere di andare verso destra e di fare un anello raggiungendo l’omonimo rifugio oppure, se avete ancora un po’ di benzina e non ci siete mai stati, di risalire il breve tratto che conduce allo splendido lago Nero, dal quale godrete di una vista sul Brenta unica!

Se la giornata lo permette, dal lago Nero è possibile fare delle foto “specchiate” del Brenta che sono assolutamente caratteristiche di questo luogo.

I risultati migliori si ottengono in mancanza di vento e soprattutto nelle ore pomeridiane dove il Brenta è baciato dal sole.
Sapevatelo 😉

Giudizio

Cima incantevole che permette di godere della visuale di due versanti meravigliosi: da una parte i laghi e i prati verdi, dall’altra i ghiacci, le rocce e gli sfasci del versante sud della Presanella.

Montagna intrigante sotto ogni punto di vista: il profilo appuntito, la sua predominanza sulla valle, il sentiero che non è un sentiero, i tratti scoscesi e di facile arrampicata, le condizioni di totale isolamento nonostante si trovi a non troppa distanza da un rifugio battuto.

Quest’ultimo tra l’altro (il rifugio Cornisello) è stato appena ristrutturato a nuovo e vi regalerà una super merenda e una birra con vista memorabile sul Brenta, quindi vi consigliamo caldamente di passarci (e perché no, di fermarvi a dormire!).

Se ne avete la possibilità, vi consigliamo di fare la traccia GPS mentre salite, in modo tale da poterla eventualmente seguire in discesa in caso di poca visibilità.
In particolar modo può capitare di sbagliare strada al ritorno sulla parte di traverso che riporta al passo perché ci sono anche ometti che conducono verso la val d’Amola.

Noi siamo stati fortunati col meteo, ma non è sempre così….soprattutto in estate!! Date retta a zii 😉

La val Nambrone è sempre stata un po’ la valle di nicchia della zona.
Oggi sta venendo riscoperta e tanti stanno tracciando nuove vie di arrampicata o stanno riscoprendo le vecchie vie ormai in disuso da decine di anni.

E’ sia positivo sia negativo…..il nostro consiglio è di godervela ORA prima che diventi gettonata come il resto del parco Adamello Brenta, che rimane bellissimo, ma (non vogliatecene), non è più “la montagna selvaggia di una volta” 😉

Enjoy your stay and explore!!!

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

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