da MADONNA DI CAMPIGLIO (TN) a CAMPANILE BASSO (2.883 m s.l.m.) tramite VIA NORMALE + VIA PREUSS – disl. positivo solo via 260 mt. – via di roccia/arrampicata/alpinismo; difficoltà: VIA NORMALE fino a VIA PREUSS max IV; VIA PREUSS V
Ebbene si….a volte i sogni diventano realtà!!!
Ma per renderli tali, bisogna anche creare tutti i presupposti affinché le cose DEBBANO X FORZA andare bene in un modo o nell’altro……e noi, come gruppo, come squadra, ne siamo stati capaci durante questa incredibile esperienza di vita, nonostante le innumerevoli difficoltà che abbiamo dovuto superare, sia in salita sia in discesa.
Il Campanile Basso non è solo un sogno, ma è una sorta di simbolo di “iniziazione” a quella che è l’arrampicata nel suo stato più puro e primordiale.
L’alpinismo moderno e l’arrampicata sportiva nascono su queste meravigliose cime ad opera di grandissimi alpinisti, come (nel nostro caso), il grande Paul Preuss, un purista dell’alpinismo e dell’arrampicata, che in un giorno di luglio del 1911 scalò da solo, senza alcuna sicurezza e in sole 2 ore, la via che siamo andati ad affrontare noi oggi (aprendola per primo) e, come nel suo stile, ridiscese scalando per la stessa via…..il tutto con i soli scarponi e le sue mani!!!
La sua impresa a quei tempi destò grande scalpore e lo rese famoso, ma ancora oggi, ripercorrendo questa via utilizzando scarpette da arrampicata e qualche strumento di sicurezza intermedia come friend e cordini, a noi è sembrato letteralmente impossibile che questo fenomeno fosse salito per di lì (e poi ridisceso!!) senza alcuna attrezzatura di sicurezza….nemmeno le corde per calarsi!
Ma a quanto pare, tutto ciò è realmente accaduto, così come è realmente accaduto che 3 scapestrati come noi, siano riusciti a salire (e scendere!) da questo meraviglioso pilastro del Brenta, ripercorrendo le orme di Paul Preuss, anche se con condizioni ben diverse dalle sue (ovviamente!).
Se volete ascoltare tutta la storia della “Corsa al Basso” la raccontiamo in questo Podcast 🙂
La salita di sabato entra di diritto al primo posto tra tutte le meravigliose ascese di montagna che mi siano capitate nella vita.
Un po’ perché era il mio sogno, un po’ perché questa via è speciale per tante ragioni che ogni alpinista conosce e un po’ perché per raggiungerla, si è creata una fantastica sinergia di gruppo in modo del tutto automatico e senza rotture di palle reciproche.
Ciascuno ha fatto il suo, nel suo momento, quando doveva farlo.
E tutti insieme, con i nostri tempi e le nostre difficoltà, abbiamo raggiunto la vetta, suonando insieme la campana che si trova sulla cima.
Le avventure e le disavventure ve le raccontiamo dettagliatamente nelle didascalie delle foto.
Ora vi lasciamo all’album e…….grazie mille ai soci per essere saliti con me quassù!!!
Disclaimer
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