Parcheggio di Valagola o Val d’Agola – Sant’Antonio di Mavignola (TN) (1.323 m s.l.m.) – Bocch. di Val Larga (2.500 m s.l.m.) – Corno di Val Larga (2.429 m s.l.m.) trekking EE – sviluppo 14,5 Km circa – dislivello compl. 1.200 m
Questa è un’escursione che avevamo in mente da tempo, l’ideale in alta stagione volendo stare lontani dai sentieri più battuti e spesso affollati del Brenta “classico”.
Però attenzione: nonostante non ci sia nulla di difficile o di tecnico la traccia è spesso poco visibile o assente, si risale faticosamente lungo le curve di livello, quasi sicuramente non troverete anima viva -a parte i camosci- dunque è necessario un minimo di spirito d’avventura e un po’ di allenamento.
In teoria avremmo dovuto proseguire oltre la Bocchetta, fino alla cima del Crozzon di Val d’Agola (o I Fracinglo): abbiamo desistito perchè gli ultimi 150 metri di dislivello presentavano lunghe cenge coperte di sfasciumi e in totale esposizione, oggettivamente pericolose e difficilmente proteggibili, anche se “camminabili” (da quello che abbiamo potuto vedere).
Avvicinamento
Si lascia l’auto prima della stanga presso il Parcheggio di Valagola, che si raggiunge attraverso una strada forestale che si stacca dal paese di Sant’Antonio di Mavignola (indicata, cartelli marroni).
Da qui si prosegue a piedi, seguendo la strada forestale che conduce fino al Lago di Valagola o (consigliato) sfruttando i tagli di sentiero che incontrerete lungo i tornanti della strada stessa, che permettono di velocizzare “le operazioni” (sentiero 324).
Arrivati alla Malga di Val d’Agola bisogna individuare il sentiero inizialmente poco visibile e non indicato che risale verso la Val Larga e la Val Stretta.
Percorso
Il sentiero si stacca dalla strada forestale qualche decina di metri sotto la Malga, in corrispondenza di un grosso masso ricoperto da muschio ai limiti della carreggiata: salendo lungo la strada senza arrivare alla Malga lo troverete alla vostra sinistra, mentre se siete arrivati alla Malga dovrete ridiscendere brevemente per rintracciarlo alla vostra destra.
I primi metri nel bosco non sono molto visibili, ma salendo il sentiero diventerà evidente, procedendo con qualche sali scendi in traverso fino ad arrivare al di sotto di una evidente parete rocciosa.
Si raggiunge così una splendida radura con grossi massi erratici, dove è consigliabile fare una pausa e godersi il silenzio della natura, cosa assai rara in alta stagione!
Da qui la traccia diventa meno evidente, anche se ogni tanto si rintraccia qualche vecchio segno rosso sulle rocce e qualche ometto: bisogna risalire dritto per dritto il canalino erboso leggermente a sinistra (faccia a monte), scavalcando qualche invadente pino mugo; nella radura, in corrispondenza di un grosso masso, è presente un ometto che indica la direzione.
Si arriva così in cima ad un primo risalto, coperto da pini mughi e qualche larice; qui noi abbiamo puntato al ghiaione subito di fronte, attraversandolo da destra a sinistra seguendo probabilmente qualche traccia di camoscio. Sulla dorsale con i larici (abbiamo scoperto al ritorno) sono presenti degli ometti che, se seguiti, permettono di evitare il suddetto ghiaione. Quale che sia il percorso scelto bisogna arrivare ad attraversare anche il ghiaione che si vede a sinistra (faccia a monte) sotto le pareti del Dosson di Fracingli, immettendosi così nella Val Larga, alla cui base si attacca un canale prima detritico poi erboso che va superato tenendosi leggermente a sinistra.
Superato un primo tratto più pendente e usciti dal canalino la vista spazia verso i verdi pendii sommitali, dove abbiamo avuto la fortuna di vedere una bella quantità di camosci.
Tali pendii vanno risaliti obliquando leggermente verso sinistra, cosa che permette di aggirare i salti rocciosi del Corno di Val Larga – un risalto che divide in due la valle- stando sempre su erba / sfasciumi, sino ad arrivare in vista di un grosso ometto.
Ci troviamo alla base di un avvallamento sommitale, dove l’erba lascia spazio agli sfasciumi e forse a qualche rara traccia di neve. Il ghiaione che abbiamo innanzi va attraversato cercando di non perdere troppa quota, per poi risalire il canale ripido e sfasciumoso che porta alla Bocchetta di Val Larga (la quale diventerà visibile non appena aggirato uno degli avancorpi rocciosi del Crozzon di Val d’Agola, la montagna che si erge alla nostra sinistra).
Discesa
Come per la salita. Scendendo è possibile con poco sforzo salire sul Corno di Val Larga, che domina tutta la valle.
Giudizio
Questa escursione la consigliamo ai ravanatori seriali, a quelli che amano ambienti severi e solitari e l’idea di risalire dritto per dritto. Non ci sono punti di appoggio, quindi, visto anche il terreno non semplice su cui si cammina, il meteo dev’essere stabile.
Dalla Bocchetta si apre una vista mozzafiato verso l’alta Val Brenta, riconoscibili i rifugi Brentei e Alimonta sul versante opposto. Peraltro da qui si ha una visuale privilegiata sullo spigolo del Crozzon e la Tosa (lo spigolo del Crozzon ci sarebbe piaciuto farlo quest’anno, ma forse desistiamo, vista la sua lunghezza 😀 )
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