IL PIAZZO – PIAZZATORRE (BG) (1050mt) – MONTE SECCO (2279mt) – MONTE PEGHEROLO (2358mt) – MONTE CAVALLO (2323mt) – Traversata in cresta con passaggi alpinistici (F+ II°) – dislivello positivo 2100 mt circa – sviluppo 20.3 km – tempo di percorrenza 8h e 45min di buon passo
Questa gita non era assolutamente nelle nostre intenzioni. L’idea era di fare “quattro passi” sulle Orobie e di risparmiarci per il giorno successivo con l’idea di andare poi a scalare.
Però si sa, in montagna l’appetito vien mangiando e difatti, una volta raggiunta la cima del Monte Secco molto sul presto, ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di proseguire lungo la cresta e così, una montagna dietro l’altra, siamo giunti fino alla vetta del Monte Cavallo, sopra a San Simone, per poi affrontare un’eterno (ma bellissimo!) sentiero del ritorno che attraversa 4 valli ad una quota più bassa.
Il giro è estremamente remunerativo dal punto di vista dei paesaggi ed è spesso anche molto divertente procedendo quasi integralmente sulla linea di cresta. Se fatto d’inverno con piccozze e ramponi è probabilmente anche tosto a livello alpinistico e dopo quest’esperienza c’è rimasta la voglia di tornare quassù con la neve.
Si tratta però di un giro adatto solo a trekkers esperti in quanto non sempre si segue un sentiero ben definito e si attraversano prati scoscesi e rimonte su roccia con esposizione notevole e con passi di arrampicata fino al II grado che non sono adatti per una “tranquilla passeggiata in compagnia”.
Inoltre il dislivello e lo sviluppo sono davvero importanti rendendo questo anello integrale adatto a pochi temerari con gamba da vendere o a decerebrati come noi a cui piace soffrire 😉
Avvicinamento
Percorrere tutta la val Brembana e seguire per il paese di Piazzatorre raggiungendo la sua sommità. Superato un camping sulla destra, fermarsi e parcheggiare un centinaio di metri dopo in corrispondenza di una stradina chiusa che rientra perpendicolarmente a sinistra.
La stradina svolta poi a destra dietro ad una casa diventando subito sentiero.
Descrizione dell’itinerario
Imboccato il sentiero, si risale per un centinaio di metri fino ad un incrocio a T dove bisogna seguire a sinistra.
Entro breve il sentiero si inerpica nel bosco salendo per ripidi tornanti lungo le linee di livello e costeggiando un torrente in secca e una strada sterrata che risale anch’essa a tornanti.
Circa a metà del bosco si incontra uno spiazzetto erboso con due panchine di legno e si continua ancora ripidamente fino a quando il bosco inizia a diradarsi ed esce infine su una spalla erbosa sulla quale è presente una casetta.
Si raggiunge quindi un pratone al centro del quale è presente un bivacchino (baita di Monte Secco) dotato di camino, letti a castello e una piccola cisterna dell’acqua.
Superato il bivacco, si risale il prato fino a raggiungere il passo di Monte Colle. Da qui il sentiero cala un po’ di pendenza e procede per prati lungo la linea di cresta in direzione nord, verso una grossa antenna ben visibile su una cima antistante al monte Secco.
Si superano un paio di gobbe minori e si risale poi sempre lungo la cresta fino a raggiungere la croce di vetta del Monte Secco.
Noi siamo arrivati qui in un paio d’ore, erano le 10 di mattina e avevamo ancora tutto il giorno davanti, così abbiamo deciso di provare a proseguire arrivando almeno fino al Monte Pegherolo.
Per arrivarci non c’è un vero e proprio sentiero ma bisogna ravanare un po’ per ripidi prati e rocce. Consigliamo quindi questa parte solo se siete esperti.
Dalla cima del Secco, scendere dalla parte opposta a quella di arrivo stando sulla destra del filo di cresta e scendendo per ripidi prati e roccette fino ad arrivare ad una sella.
Si rimonta quindi la montagna erbosa successiva salendo sempre per prati e seguendo una vaga traccia appena visibile (o anche un po’ a caso, dove la montagna sembra più semplice).
Superato questo primo risalto, si scende ad una seconda sella erbosa protetta alla destra da dei grossi paravalanghe. Giunti alla sella si vede di fronte la bastionata rocciosa che conduce verso la vetta del Pegherolo. Qui sono presenti delle catene di ferro e anche qualche corda fissa che permettono la risalita in modo più agevole. Si sale quindi seguendo le rocce con qualche passo di facile arrampicata e poi di nuovo per prati molto verticali fino ad arrivare entro breve alla cima del Pegherolo (1h dal Secco).
A questo punto bisogna scegliere: o si torna indietro per lo stesso percorso dell’andata, oppure bisogna essere dell’idea che proseguendo ci saranno ancora almeno 5 ore di cammino e uno sviluppo di diversi km.
Ancora una volta ci guardiamo in faccia e decidiamo di proseguire, anche perché a nessuno dei due andava l’idea di percorrere la stessa strada fatta all’andata. Riuscire a fare un anello ci attira molto di più e così procediamo nuovamente lungo la cresta, questa volta su sentiero ben segnato ma che entro breve attraverserà tratti un po’ esposti e talvolta protetti da catene di ferro.
La cresta da questo lato del Pegherolo è meno ripida ma molto sfasciumosa ed esposta regalando dei bei passaggi sul filo di cresta e con una vista eccezionale.
Per arrivare al monte Cavallo si superano diversi risalti con altrettanti sali-scendi, tra cui quello che viene chiamato Monte Cavallino (ometto sulla cima).
La vetta principale si scorge dopo un lungo percorso ed è una prominente vetta erbosa. Dopo lungo peregrinare in cresta, una volta giunti alla base del Cavallo si rimonta ripidamente per prati fino alla sua vetta terminando così ufficialmente la parte di salita…..almeno fino verso la fine della gita! 😉
Raggiunto il Cavallo ci fermiamo una quindicina di minuti sulla vetta a riposare e a sgranocchiare qualche barretta energetica. Sappiamo bene che la discesa sarà lunga….per non dire eterna, quindi ricarichiamo un po’ le batterie prima di buttarci in questa seconda parte del percorso.
Discesa
La discesa sarà a tratti complessa e bisognerà stare molto attenti a non sbagliare strada in quanto il sentiero non è sempre segnato e anzi….a volte verrebbe da svoltare per seguire la traccia quando invece bisogna proseguire per un non-sentiero.
Ma andiamo con ordine….
Dalla cima del Cavallo scendere in direzione ovest (dal lato opposto rispetto a San Simone) per una traccia lungo un pratone scosceso fino a raggiungere una sella. Seguire poi in cresta sempre su prato finché verso la fine di uno spallone erboso si scende sul suo lato destro per una cinquantina di metri, fino ad un secondo spallone.
Qui il sentiero segnato in rosso scende ancora a destra verso un ripido boschetto che conduce nella sottostante valle dove sono presenti diverse malghe.
EVITARE QUESTA DEVIAZIONE e procedere invece sullo spallone erboso per una traccia appena visibile e quasi inesistente rimanendo sempre sul filo della cresta. Al termine dello spallone, il sentiero prenderà a scendere più ripidamente e leggermente a destra del filo passando per radi boschetti.
Verrebbe da buttarsi verso sinistra per prati scendendo in direzione di una malga che si vede in lontananza ma NON BISOGNA FARLO.
Procedere invece sempre lungo il filo di cresta finché al termine di una discesa nel bosco si arriva ad una sella erbosa. Qui la traccia risale leggermente e procede sempre in cresta e in leggera salita fino ad un altro spallone. Qui si vede proprio di fronte a noi, dalla parte opposta della valle, la strada che risale verso il passo San Marco. Se non l’avete di fronte, avete sbagliato qualcosa.
Al termine di questo spallone, scendere ancora ripidamente fino a vedere in lontananza una bellissima malga (baita Begna, quota 1716mt) nel bel mezzo di un pratone enorme.
Da qui parte il sentiero 134 che ci riporterà verso Piazzatorre (direzione sud-est) procedendo a mezzacosta e poi in discesa e attraversando 4 valli.
Questo sentiero è bellissimo e passa per boschi pieni zeppi di funghi e ampie radure con baite. L’unico problema è che è molto lungo e nonostante sia quasi sempre in discesa, è molto probabile che ad un certo punto sarete stufi e non vedrete l’ora di giungere a destinazione. E’ sempre ben segnato e bollato ma è possibile sbagliarsi in un paio di punti. Se perdete i segni bianchi e rossi tornate indietro fino a ritrovarli.
Giunti verso la fine del sentiero, si approderà su una strada secondaria che va seguita per un centinaio di metri fino a trovare sulla sinistra un sentiero in mezza salita bollato bianco e verde.
Imboccare il sentiero e gustarsi un po’ di ulteriore salita.
Quando ormai sarà visibile in lontananza la chiesa della località Piazzola, il sentiero riprenderà a scendere o a procedere in mezza costa fino a raggiungere e superare la chiesa stessa.
Ripresa la strada statale, non resta che macinare circa 400mt di dislivello per tornare alla macchina lungo la strada statale!
In alternativa fate l’autostop….noi eravamo tentati ma a quel punto abbiamo deciso di finirla dura e pura e siamo saliti a piedi fino al parcheggio in circa una mezz’ora dalla base del paese.
Inutile dire che una volta arrivati in vista della macchina, ci brillavano gli occhi per la gioia! 😛
Giudizio
Se avete l’allenamento necessario e un po’ di esperienza su terreni ostili ed esposti, fatela assolutamente.
E’ una delle più belle galoppate orobiche che io abbia mai fatto e oltre a regalare paesaggi notevoli permette di attraversare ambienti variegati, il tutto senza mai stufare (se non quando ormai sarete a poco più di un’ora dalla macchina).
Noi ci abbiamo messo 8 ore e 45 minuti mantenendo sempre un buon passo e facendo pausa sulle 3 cime principali e anche una volta giunti alla baita Begna.
Vie di fuga non sembrano essercene (almeno per sentieri “ufficiali”) quindi se dal Secco procedete oltre, avrete solo due possibilità: o tornate sui vostri passi, o vi sparate tuuuuutto questo bel giro fino in fondo (eventualmente una volta arrivati al monte Cavallo potrete scendere verso San Simone ma poi bisogna tornare in qualche modo alla macchina!).
Approvvigionamento idrico praticamente nullo per tutta la salita (c’è un rubinettino sotto al bivacco del Monte Secco) e poi nulla fino alla baita Begna.
Da lì in poi invece troverete acqua in abbondanza.
Buone creste e alla prossima!!
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
ALBERTO
grazie per la relazione, l’ho seguita per fare la stessa cavalcata a parte il ritorno dal monte cavallo dove ho deviato (dove te scrivi EVITARE QUESTA DEVIAZIONE) sulla destra allungando… ma trovando il casaro per ottimi formaggi
Gabriele Poggi
Ciao Alberto,
è un gran bel giretto, per gambe allenate! Mi fa piacere che la relazione ti sia stata utile.
E mi fa piacere anche sapere che pur scendendo verso le malghe nel punto che dici in qualche modo si torna comunque indietro😅!
Se non ricordo male è stato il nostro unico dubbio dell’intero sentiero.
Complimenti per la sgambata e buone montagne!!!