loc. Ponte Campo, San Domenico – Varzo (VB) 1.319 m s.l.m. – Lago Bianco – Pian D’Erbioi 2.253 m s.l.m. – Trekking, sviluppo 17 km circa; disliv. + 1.100 m circa
E dopo parecchio tempo ci siamo presi una giornata semplicemente per camminare, per stare in natura senza fare altro se non mettere un piede davanti all’altro: zaino e mente leggera!
L’Alpe Veglia è per noi un posto del cuore, meno inflazionata della pur bellissima e vicina Alpe Devero grazie alla necessità di dover camminare già solo per raggiungerla. Dai lariceti alle distese di mirtilli più in alto fin quasi alla quota delle pietraie in questo giro ad anello ci si immerge in un territorio incontaminato, dove cantano i ruscelli e l’orizzonte è sorvegliato dalla imponente mole del Monte Leone con i suoi 3.552 metri di altezza.
Speravamo che l’autunno fosse in fase più avanzata, invece abbiamo trovato i boschi ancora verdi: i mirtilli invece ci hanno regalato un bello stacco di colori in quota 😊
Per tutti coloro che possono fare a meno di conquistare una cima, escursione consigliatissima!
Per ulteriori info leggere il Giudizio a fine articolo (per i climbers c’è una chicca finale) e… soprattutto in questo caso se non guardate le foto godete solo a metà 😀
Percorso
E’ possibile parcheggiare l’auto presso Ponte Campo (1.319 m s.l.m.), località poco oltre San Domenico, ove vi è un parcheggio a pagamento (5 €/ora nel 2024).
Da qui si imbocca il ponte che supera il Torrente Cairasca e si comincia a risalire l’ampia mulattiera gippabile, prendendo rapidamente quota: l’accesso automobilistico è riservato al “servizio taxi” e ai proprietari degli immobili in quota, dunque di jeep ne passano raramente.
Impressionante il vallone ripidissimo nel quale è incassato il letto del torrente.
Superati una serie di tornanti sulla gippabile si arriva alla Cappella del Groppallo, dove si prosegue su un lungo tratto con piccoli sali-scendi fino ad arrivare alla piana dell’Alpe Veglia (1.750 m s.l.m.). Qui superato un ponte in pietra si abbandona la strada principale per deviare a destra, sempre su mulattiera, proseguendo fino all’Albergo Lepontino, appena sopra il quale attacca il sentiero.
Lo si imbocca con indicazioni per Lago Bianco e Passo di Boccareccio, attraversando all’inizio un bel bosco di larici, che lasciano poi il posto a distese infinite di mirtilli: nel nostro caso per i frutti era un po’ tardi, ma gli arbusti si erano già colorati di un bel rosso acceso che è stato una gioia per gli occhi. Non dimenticate di guardarvi alle spalle… il Monte Leone vi osserva!
Giunti ad un primo tratto in piano, è possibile scegliere quale strada percorrere. Noi siamo andati a sinistra, più breve ma più ripido, per poi tornare ad anello dalla traccia che prosegue dritto.
Ma l’anello si può percorrere indifferentemente in entrambe le direzioni, solo seguite al contrario le nostre indicazioni successive 😉
Svoltando a sinistra al bivio, il sentiero sale dolcemente per bosco per poi prendere ripidamente quota tra rocce e mirtilli, giungendo infine ad un altopiano che in breve aprirà la vista verso il Lago Bianco, assopito in una fantastica e ampia conca. Raggiungendo la sponda nord-est vedrete il Monte Leone specchiarsi nelle sue acque, oltre a poter fare una piccola pausa in una spiaggia di sabbia chiara e finissima da sembrare tropicale!
A nord del Lago Bianco si seguono le indicazioni per il Pian d’Erbioi (2.253 m s.l.m.), che si raggiunge con un ultimo piccolo strappo in salita. Comincia dunque la discesa seguendo verso destra al bivio, con indicazioni per il Pian du Scricc. Qui, in mezzo ad una piana verdeggiante solcata da ruscelli, c’è un caratteristico masso erratico gigantesco spaccato in due.
Bellissima è la parte di sentiero che scende dalla piana in mezzo al bosco, costeggiando il Torrente Frua fino a tornare al bivio in prossimità dell’Alpe Veglia e dell’Albergo Lepontino. A questo punto noi abbiamo deciso di fare il giro lungo attorno a Veglia (giusto per aumentare un po’ i km… tanto è in piano 😀 ) fino a ritornare al ponte in pietra e ripercorrere la gippabile spacca ginocchia in discesa.
Giudizio
Come anticipato questa escursione si svolge in territori incantati e incontaminati, ma mai “estremi”.
I sentieri su cui si cammina sono tutti segnati e ben mantenuti: fino all’Alpe Veglia si percorre una vera e propria mulattiera, adatta a tutti seppure molto pendente in alcuni punti. Dall’Alpe si passa su un sentiero che alterna tratti pianeggianti a tratti più ripidi, sia in salita sia in discesa.
Il percorso può essere “spezzato” a seconda della propria gamba: chi non è abituato a camminare può ovviamente fermarsi all’Alpe Veglia, mentre raggiungendo il Lago Bianco volendo è possibile ridiscendere dalla stessa via dell’andata, anche se – visto lo scarso dislivello in aggiunta – vi consigliamo di fare un piccolo sforzo e optare per l’anello, che permette di cambiare versante e immergersi in paesaggi diversi.
Per chi si fermasse all’Alpe Veglia suggeriamo almeno una piccola puntatina al Lago delle Streghe, a soli 20 minuti di sentiero (noi ci siamo passati salendo alla Bocchetta d’Aurona, anni or sono, nel vecchio articolo trovate le relative foto)
Il percorso si svolge spesso vicino a ruscelli grandi e piccoli, quindi acqua presente e accessibile in numerosi punti.
Come dicevamo all’inizio… abbiamo di poco preceduto l’autunno vero e proprio, stagione nella quale questi posti danno il loro meglio in termini di contrasti e colori, tuttavia anche così non c’è andata male!
Chicca per i climbes:
Salendo al Lago Bianco e proseguendo verso il Pian d’Erbioi, abbiamo “scoperto” un bel monolite, una torre che svetta con elegante sagoma nel vallone sopra al lago, guardando a sinistra… Ovviamente ci siamo incuriositi: dovrebbe essere la Torre Vitali, sulla quale esistono almeno un paio di vie d’arrampicata: via Dell’Ava-Biselli 6b+/6c max e Via Intuizia, 6b max, 6a obbl. Se qualcuno avesse ulteriori info ce le faccia sapere nei commenti!!!
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