Alpe Pioda da San Martino – Val di Mello perla di Lombardia

postato in: Trekking | 0
San Martino (SO) 950 m s.l.m. – Casera Pioda 1.560 m s.l.m. – difficoltà E – disliv. + 600 m circa – sviluppo 14 km circa (A/R)

Questa escursione riempie gli occhi di bellezza, che sia la prima o la millesima volta che si percorrono i sentieri della Val di Mello.

L’impressione è quella d’essere stati catapultati in un paradiso terrestre, un quadro perfetto: il torrente scorre tumultuoso formando pozze e laghetti, la piana verdeggiante è costellata di baite pittoresche, enormi massi erratici e mucche al pascolo, i boschi offrono il loro spettacolo in qualsiasi stagione dell’anno, con i propri colori peculiari, e le pareti rocciose che chiudono la valle, nonostante siano imponenti, non hanno nulla di arcigno.

Lungo il sentiero di fondovalle vi sono punti di ristoro, ma anche spazi che sembrano creati appositamente per un pic nic in autonomia. Essendo adatto a moltissimi questo percorso durante il weekend è assai inflazionato: il bello ed il brutto della montagna quando è estremamente accessibile! Se potete, venite a passeggiare qui durante la settimana: la presenza di persone non toglie nulla alla bellezza dei luoghi, ma alla loro poesia un po’ si 😉

Noi avevamo il problema di perdere qualche ora per permettere alle placche dello Schenun di asciugare al sole, quindi abbiamo approfittato per fare questa passeggiata e guadagnare un po’ di tempo prima di cominciare a scalare. Dal sentiero di bassa valle, inoltre, è possibile prendere i vari sentieri che salgono nelle valli laterali sul versante orografico destro, anche queste una più bella dell’altra:

– La Valle del Ferro, la prima che si incontra praticamente all’inizio della Val di Mello, con le sue magnifiche cascate;

– La Val Qualido;

– La Val di Zocca, percorrendo la quale si può raggiungere il Rifugio Allievi;

– La Val Torrone, l’ultima che si incontra prima di salire in Val Cameraccio verso Passo Mello

Ovviamente così l’escursione diventa più impegnativa, come anche se non vi fermaste alla Casera di Pioda ma voleste proseguire oltre, fino ad esempio al bivacco Kima (2.750 m s.l.m.), opzione che vista l’abbondante neve ancora presente a quote più alte non abbiamo nemmeno preso in considerazione.

Avvicinamento, punti di parcheggio

Qui bisogna precisare che a seconda della stagione la disponibilità di parcheggio può variare quindi sempre meglio verificare online (link alla pagina contatti del sito ufficiale).

  • Il punto da raggiungere resta l’abitato di San Martino (SO), dove a ingresso paese sono disponibili ampie aree parcheggio a pagamento (attualmente – 2024 – ticket da 7 € – o 10 €?! – al dì). Da San Martino si percorre a piedi o la strada o il sentiero (consigliato) che in una ventina di minuti conducono a ingresso Valle – dal 2019 non è più attivo il servizio navetta;
  • Un’alternativa consiste nel proseguire in auto verso i Bagni di Masino, dove lungo la strada a destra si trovano ampi spazi sterrati sempre a pagamento (attualmente – 2024 – ticket da 7 € al dì) : da questi parte un percorso che sempre in una 20ina di minuti conduce a ingresso Valle rimanendo però in quota;
  • Se siete pigri e mattinieri è possibile raggiungere in auto l’ultimo parcheggio disponibile in Valle risparmiandovi la prima parte di avvicinamento, il quale però ha un numero di posti limitato e prevede di munirsi di apposito contrassegno – ovviamente a pagamento – presso le apposite colonnine di San Martino.

Percorso

Lasciata alle spalle l’ultima tratta di strada asfaltata prima e acciottolata poi, che consente di entrare effettivamente in Valle, si raggiunge il Gatto Rosso, ovvero la prima struttura ricettiva delle molte presenti che si incontrano.

Da qui si prosegue comodamente in piano su mulattiera, spesso delimitata da muretti a secco, tra baite e pascoli, fino a raggiungere il Bidet della Contessa, un magnifico specchio d’acqua cristallina con grossi massi sparsi qua e là. Alla nostra sinistra le meravigliose placche granitiche sulle quali le vie d’arrampicata sono a livello “epico” 😀 impossibile non stare con il naso all’insù.

Proseguendo si superano altre baite fino ad arrivare nel punto dove la mulattiera si trasforma in sentiero, inoltrandosi in un bosco umido e muschioso, tra conifere, felici e grossi massi: da qui in avanti si sale 😉

Si supera attraverso un ponticello di legno il Torrente Torrone e l’accesso all’omonima valle, continuando a salire, superando le Placche dell’Oasi ben visibili dal sentiero stesso: il torrente non è più in vista, ma la sua voce rombante continua a sentirsi.

Superati dei tratti attrezzati con scalette in legno e corrimano si giunge al punto panoramico, una terrazza in cui il bosco si apre lasciando la vista libera di correre fino all’orizzonte della Val Masino, dove spicca la Punta Fiorelli che abbiamo proprio di fronte a noi. Sotto di noi invece la valle appena percorsa.

Ancora un ultimo breve sforzo e continuando a salire si raggiunge l’Alpe Pioda con la sua omonima Casera, posta in un’ampia radura costellata da massi erratici e con il torrente a due passi, a cui è possibile avvicinarsi qui senza pericolo (ma sempre con attenzione).

Per scendere si può anche optare per un percorso ad anello, giusto per cambiare prospettiva: la prima parte resta la stessa della salita, ma giunti a fondovalle, all’altezza di Rasica e delle sue baite, sulla sinistra si trova il ponticello che conduce sulla sponda opposta del torrente e sul bel sentiero che percorre il lato idrografico opposto del corso d’acqua. Il sentiero si ricongiunge alla strada di fondovalle dalla quale si torna poi al parcheggio.

Giudizio

La salita alla Casera di Pioda ha una prima lunga parte che si sviluppa in piano o falso piano, su mulattiera comodissima e senza possibilità d’errore. Terminata questa parte la mulattiera si trasforma in sentiero, che per chi non è abituato potrebbe essere disagevole perché ripido, con massi, radici, ostacoli vari, spesso umido o addirittura bagnato. Ci si può sempre fermare, se non si è a proprio agio, avendo comunque goduto di tanta poesia 😉.

Detto questo, con le dovute ovvie eccezioni è un percorso adatto a tutti – quasi – (qui il politicamente corretto vorrebbe che enumerassimo tuuuuuutte le eccezioni ma ce lo risparmieremo, le foto valgono più di mille parole): sulla bellezza di cui abbiamo parlato sopra ci sarebbero da aggiungere pagine e pagine, è forse la Valle più bella della Lombardia… e non solo. Più si sale, più la vista si apre verso la Val di Mello, le sue incredibili pareti e le montagne della Val Masino, spesso innevate fino a tarda stagione. La Casera inoltre è in una posizione invidiabile, una soleggiata radura circondata dal bosco e con il torrente a due passi.

Consigliatissimo anche e forse soprattutto in autunno, quando il bosco offre colori spettacolari.

Dal sentiero principale, che sale lungo il versante idrografico destro del Torrente, si possono fare mille deviazioni, e si può anche sfruttare il sentiero sul versante opposto che nella parte di fondovalle offre la possibilità di un percorso ad anello (vedi Percorso sopra). Le indicazioni non mancano, e comunque sono posti sempre molto frequentati, non correte il rischio di non avere a chi chiedere!

Ciò non significa – sembra ovvio sottolinearlo ma visto l’assalto alle montagne degli ultimi anni forse non lo è – che ci si trovi in un luna park dove tutto è concesso: questo è un luogo di pace, è la casa della flora e della fauna che qui vivono da sempre, e il fatto che sia facilmente raggiungibile non può costituire deroga a comportamenti incivili (tipo schiamazzi immotivati, l’abbandono di qualsiasi tipo di rifiuto, la mancanza di rispetto verso ciò che non può ribellarsi).

Volutamente non abbiamo indicato i tempi di percorrenza: la tipologia di escursionisti che percorre un sentiero simile è assai varia, dunque taratevi su dislivello/lunghezza e sulla vostra preparazione. C’è chi può metterci 3 ore in tutto e chi ci metterà tutta la giornata 😉

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *