BOCCIOLETO (VC) 667 m – TORRE DELLE GIAVINE – disliv. avvicinamento 300 mt – disliv. via di arrampicata circa 120 mt – via lunga con chiodatura alpinistica – Grado V – Alpinistico D
D’autunno si scala: le giornate sono nè troppo calde nè troppo fredde, le ore di luce non consentono lunghissime escursioni… e soprattutto avendo la guida Valsesia Rock edita da Versante Sud nuova di pacca volevamo sperimentare qualcosa di nuovo, quindi abbiamo scelto una classica che ci piaceva e siamo partiti alla volta di Boccioleto.
Tra l’altro la Valsesia è bellissima in questa stagione, ed il paesino di Boccioleto (meno di 200 anime) una piccola perla anche dal punto di vista architettonico e artistico: inutile dire però che i nostri eroi rientreranno dalla scalata con il buio, quindi non avranno tempo per godersi più di tanto l’ospitalità locale!
Il pinnacolo roccioso inizia a stagliarsi all’orizzonte prima di entrare in paese.
Superato il piccolo agglomerato urbano sulla destra si incontra un bivio con le indicazioni per le frazioni di Oro, Mezzano e Solivo, che si seguono percorrendo tre tornanti e parcheggiando poi in prossimità di una casa sulla sinistra (a destra masso con antenne); subito prima della casa c’è un evidente segnavia che riporta “torre”, che seguito immette su un sentiero sempre comodo e ben tracciato, in parte lastricato in pietra. Si sale fino ad un bivio (anche qui è presente l’indicazione per la Torre di Boccioleto), ove si svolta percorrendo l’ultimo tratto di dislivello che conduce fino alla base del pilastro. Qui c’è anche una falesia, che non sembra per nulla banale…. ma del resto nemmeno la Normale alla Torre lo sarà! Da qui la si costeggia tenendosela sulla sinistra fino ad approdare all’attacco della via che, vista l’assenza di imprevisti fino a questo momento, dovevamo toppare per forza!
Diciamo che ci siamo dimenticati di dare un’occhiata approfondita al disegno della guida – chiarissimo – e abbiamo fatto di testa nostra, perdendo due ore a tentare prima un 5C e poi un 6B+ convinti dovesse essere un 4° grado, e lì, visti gli scarsissimi risultati, le ipotesi che contempli sono due: o in Valsesia hanno una gradazione tutta loro, e di tipo esponenziale, oppure hai il livello di forma fisica di un paguro. E invece no, banalmente hai sbagliato attacco. Una volta riguadagnata la retta via -in tutti i sensi- l’arrampicata non darà particolari problemi, salvo il 3° tiro un po’ più tosto di quanto ci aspettavamo.
Anche le doppie stavolta ci daranno soddisfazione: niente ingarbugliamenti di corda o intoppi vari (è possibile fare quattro calate sulle quattro soste utilizzate per la salita, ma con corde da 60 mt è anche possibile unire le ultime due calate), se non fosse stato per la perdita di tempo iniziale avremmo valutato seriamente di provare qualche tiro sulla falesia vicino.
Attacco
Costeggiando la Torre si incontra, ben evidente, l’attacco della Via Francione e Guala: da qui si risale per qualche metro lungo la traccia, poi ci si approssima alla parte alta di un terrazzino su facili roccette, visibili subito a sinistra. Si passa abbastanza comodamente sotto un grosso masso, evitando di aggirarlo visto il passaggio un po’ delicato.
Proseguendo di un metro sul terrazzino si incontrano delle corde fisse, seguendo le quali e discendendo di un paio di metri si trova l’attacco della normale (due resinati, scritta sbiaditissima verde “via normale” subito sotto la sosta).
Descrizione dei tiri
I gradi che vedete sono quelli dati da noi. Sulle relazioni in giro, ogni tiro è dato mezzo grado in meno. Secondo noi è giusto così, poi ci direte! 😉
- 4b – Si parte su un facile spigolo con anche la possibilità di aiutarsi un po’ col diedro. Risaliti circa 6-7 metri, bisogna traversare a sinistra con un passo un po’ scomodo ma con ottimi appigli una volta giunti dalla parte opposta. Si segue quindi una placca appoggiata fino ad una lama orizzontale dove si possono poggiare i piedi, poi sempre su placca, si raggiunge (verso sinistra) il bordo dello spigolo dove si trova una sosta da attrezzare. Ignorare la sosta (è di un altro tiro) e procedere in traverso verso sinistra (ignorare i chiodi sulla verticale) con 2-3 metri esposti ma con ottimi piedi. Risalite due roccette con dell’erba e qualche rovo, si arriva alla sosta ufficiale (attrezzata, come tutte quelle della normale) alla base di un diedro fessura.
- 4c – Si risale con bella arrampicata il diedro. Volendo, è possibile assicurarsi con friend lungo la fessura di destra. Giunti al termine della fessura, ci sono delle lame che escono verso l’esterno e sulle quali è possibile mettere dei cordini per proteggersi. Poi si affronta il “passo della foglia”, che consiste nel risalire una bella lama staccata dalla parete (più facile all’esterno che all’interno) per poi procedere traversando verso destra (molto esposto, ma senza troppi patemi). Con i piedi sulle lame, arrivare fino al loro termine e poi con passo non banale e scomodo, ritornare sulla parete principale (esposto!). Quindi traversare un po’ verso destra (3 metri circa) ed infine risalire verticalmente con facili passi fino all’altezza di una grossa cengia erbosa che si vede sulla sinistra.
Allargarsi verso la cengia erbosa (altro passetto bruttino) e poi procedere in orizzontale per 5-6 metri fino alla sosta.
Questo tiro, se fatto integralmente, comporta una fatica immane nel recuperare le corde. Purtroppo la sosta intermedia che c’era una volta, ora non c’è più. Al peggio si può fare sosta sulla foglia onde evitare almeno in parte, il giro di corde mortale. - 5b – Ho letto relazioni che danno questo tiro 4c. Onestamente, mi sembra sottogradato. Il primo chiodo è a circa 7 metri, dopo aver risalito una fessura verticale con discrete mani e con piedi invece più piccolini….comunque non certo di quarto grado. Io ho integrato con un dado nella parte alta della fessura e ho quindi affrontato l’uscita. Altrimenti non credo me la sarei sentita.
Giunti finalmente al chiodo, si taglia decisamente a sinistra lungo una cengetta, fino allo spigolo. Arrivati lì, sopra di voi troverete un chiodo sulla verticale o un anello sul bordo dello spigolo. Io ho seguito il chiodo e ho dovuto affrontare un altro passaggino abbastanza tosto. Mi dicono invece dalla regia che traversando a sinistra nel punto MOOOOLTO esposto, la progressione è banale e con ottimi piedi e mani.
Sarà che l’ho fatta da primo, ma non mi sono fidato.
Comunque al termine di questo passo, si procede poi per cresta e/o sulla placca di sinistra (facile) fino ad un terrazzino dove si trova la sosta del 4° ed ultimo tiro. - 4a – Questo tiro sarebbe anche un terzo grado (abbondante). Ma gli diamo un 4a honoris causa per avere un unico chiodo di protezione, ad un’altezza di circa 8-9 metri da terra e con praticamente nessuna possibilità di integrare. Quindi, per quanto facile, occhio!
Se dovessi dare dei gradi della scala UIAA invece dei gradi francesi (direi più adatti visto il tipo di via), la metterei così:
1) IV+
2) V-
3) V
4) IV
Giudizio
Via di arrampicata su roccia splendida e su una formazione davvero particolare ed unica in quel contesto. La normale (come spesso accade) fa dei giri un po’ del cavolo e quindi si è costretti a dei traversi, che però alla fine hanno un loro perché e divertono.
L’unica rogna è la corda che fa dei giri assurdi (nel secondo tiro in particolare) e che quindi comportano una notevole fatica nel recupero del secondo.
Magari nel secondo tiro fate sosta sulla foglia per essere più comodi dopo.
Ad ogni modo a me la via è piaciuta molto. L’ho trovata interessante, estetica e con anche qualche passaggio da chiappa stretta. Un po’ sottogradata nell’insieme. Aggiungete mezzo grado ad ogni tiro rispetto ai gradi “ufficiali” e andate sereni 😉
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
Ugo
Bella relazione.. bravi. Fatto oramai 2 anni fa, concordo nel dare mezzo grado in più. . Nel terzo tiro io mi sono spostato a sinistra e confermo che a parte l’esposizione non è così complicato.. anche se ho trovato uno Spit piegato non so se volutamente oppure un masso cadendo a fatto cio. Magari nel frattempo è stato sostituito..Ciao e Buona arranpicata a tutti voi. . UGO
Gabriele Poggi
Ciao Ugo. Intanto grazie dei complimenti.
La faccenda dei chiodi piegati credo sia dovuta al fatto che nel 2007 la via è stata richiodata in modo abbondante. Poi qualcuno probabilmente si è lamentato e allora in seguito hanno voluto ripristinare lo stato originale della via togliendo i chiodi di troppo.
Difatti, verso il termine della fessura del terzo tiro (ma non solo lì) si vedono chiodi spezzati di netto che probabilmente erano stati messi per agevolare la salita, ma che poi sono stati tolti.
Io onestamente la apprezzo di più così….con chiodatura blanda, versione alpinistica.
Solo credo sia giusto gradarla un pelo più alta, anche tenendo conto di questo aspetto.
Grazie del tuo commento e a presto!
Ciao,
Gabriele
gae
Scusa se mi permetto, ma non concordo con le valutazioni. Mi sembrano esagerate rispetto alla relazione dei primi salitori e avvallata dagli arrampicatori che si sono susseguiti. Da non dimenticare che inizialmente non vi erano le protezioni di adesso, si arrampicava con scarponi e senza magnesite.
Sul primo tiro vi erano 3 chiodi, 2 all’inizio (4°) e 1 alla fine della placca, prima del traverso
Secondo tiro, 1 chiodo sulla foglia (3° grado il diedro e anche la foglia per l’esposizione)
Adesso vi è un passo delicato rispetto a prima perchè è stata fatta precipitare una piovatta che era collocata sopra l’ultima parte della foglia. Quest’ultima facilitava il passaggio con una spaccata.
Terzo tiro, 3 chiodi, 2 nella fessurina prima della placca (4+) e 1 all’inizio della placca finale (3°).
Il quarto tiro non era considerato, non c’era nessun chiodo e si saliva slegati a fine giornata, dopo aver salito le 3 vie (normale, esposito, nord). I chiodi non erano a pressione, nemmeno alle soste.
La puntualizzazione ha il solo fine di portare a conoscenza la corretta valutazione. Non credo che il tempo dilati i gradi.
Ciao, gae
Gabriele Poggi
Ciao Gae,
la faccenda temporale è complessa da giudicare: un tempo non si andava oltre al sesto grado, appunto perchè i mezzi erano quelli che erano, quindi un quinto di un tempo potrebbe considerarsi se vuoi più tosto di un quinto di adesso, visto che i gradi erano ricompresi in un intervallo più breve, la differenza era più sottile. Raramente capita il contrario, cioè che una via di montagna gradata “x” risulti più facile, o almeno a noi non è mai capitato.
Detto questo nell’articolo abbiamo ribadito più volte che questa è la nostra personale valutazione, per come abbiamo vissuto questa via e per quella che è stata la nostra esperienza, (abbiamo riportato anche i gradi delle guide “ufficiali”): è il bello delle relazioni, nostre e di quelle degli altri, ed anche la loro utilità, altrimenti nessuno scriverebbe nulla e ci si affiderebbe esclusivamente alla guida che esce per prima.
Esprimere un’opinione, motivata e dichiaratamente tale, non toglie assolutamente nulla alla “correttezza” delle gradazioni ufficiali, con le quali peraltro concordiamo il 90% delle volte.
E’ bello che ci sia un dibattito, che ci sia consenso ma anche dissenso, come nel tuo caso: grazie per il tuo intervento (magari rifaremo questa via e ci ricrederemo!)