Ebbene sì, rieccoci in Sardegna nella settimana di Capodanno, come avvenne un paio d’anni fa con la nostra breve migrazione a Baunei.
Come in quel caso, l’intento dichiarato è stato quello di utilizzare l’arrampicata come pretesto per esplorare il territorio, stavolta l’iglesiente e la bassa costa ovest, per noi del tutto nuova: abbiamo trovato similitudini ma anche molte differenze… per fortuna, visto che eravamo qui prevalentemente per le seconde 😉
Ma se cercate hotspot per scalare duro, ve lo diciamo subito, non siete nel posto giusto!
Come sempre la Sardegna non delude nemmeno in questa stagione: c’è meno affollamento rispetto all’estate e ancora una volta abbiamo trovato temperature più che miti, tali da consentirci anche qualche bagnetto ristoratore, per chi non schifa l’acqua fredda: unica accortezza monitorare prima il meteo per quanto possibile, soprattutto i venti: maestrale e scirocco potranno cambiare le sorti del vostro viaggetto, o quantomeno la costa sarda sulla quale appoggiarvi.
Approfittando della compagnia, dell’ospitalità e della gentilezza di un amico abbiamo fatto base a Cagliari e non in un luogo magari più baricentrico rispetto alle nostre mete (quale potrebbe essere Iglesias, Buggerru, Gonnesa o ancora Nebida): da una parte i tempi degli spostamenti si sono dilatati, dall’altra abbiamo conosciuto un po’ meglio la città – e le sue falesie – e tutto il territorio circostante.
Nel mentre siamo anche riusciti a perdere un paio di scarpette, ma questa è un’altra storia 😀
Rispetto alla zona est per la quale rimandiamo all’apposito articolo qui, dal punto di vista dell’arrampicata, ci è parso di trovare maggiore severità ed un ambiente spesso più esigente, forse anche più vario per quel che riguarda la roccia. Che è sempre super, che ve lo diciamo a fare.
Resta inteso che in soli 6 giorni non si può che iniziare a conoscere una frazione di territorio, come quella che abbiamo battuto noi, che si esprime attraverso peculiarità così cangianti.
Tra entroterra e costa: riassuntone
- scendendo da Olbia, in una intensissima giornata, abbiamo approfittato delle terme e visto le rovine di Fordorgianus nella valle del Tirso, fatto due tiri nelle falesie di Samugheo vicino alle rovine del Castello Medusa, visitato il suggestivo villaggio nuragico di Santa Vittoria (più giù nell’articolo qualche approfondimento perchè questa prima giornata è già ricchissima di esperienze)
- abbiamo dedicato una giornata a Masua, con la via lunga l’Italia Liberata + Le Grand Mammuth (relazione a parte qui); dopo la via ci sarebbero stati due tiri al Castello dell’Iride se quel tipo di arrampicata, nonostante il grado “basso”, non ci avesse un filino sfiancato. Ma la premessa era che qui non si scala duro, ricordate?
- abbiamo preso qualche mazzata sui denti anche nella Falesia di Cala Fighera a Cagliari, in un giorno che doveva essere di pseudo riposo o quasi 😀
qualche fotina qui sotto, noi abbiamo arrampicato ai Giardini Sospesi sull’Acqua che affacciano proprio sulla baia, e guarda un po’ dopo qualche tiro ci siamo dedicati al bagnetto
- a questo punto abbiamo abbassato il tiro, spostandoci a Domusnovas per un’altra via lunga, Soft Grit, decisamente più allineata a quello che ci si poteva aspettare (relazione a parte qui)
- c’è stato il momento per un’esperienza abbastanza inusuale per noi, ovvero una via con accesso in calata dall’alto, sulle incredibili scogliere di Pranu Sartu: calcare da antologia, se non si fosse palesato il maestrale ne avremmo sicuramente fatta un’altra!
Nonostante l’ansia del calarsi su qualcosa che non ammette vie di fuga (Thalassa, relazione a parte qui)
- e dal calcare si passa al granito, dall’arrampicata sportiva al super trad: Capo Pecora, con le sue formazioni aliene che ricordano lo Spitzkoppe in Namibia. Qui di fare vie non ce la siamo sentita e abbiamo “giocato” esplorando però un pezzo di costa che davvero merita d’essere goduto (articolo a parte qui, perchè è una escursione che può essere interpretata anche come un mini trekking)
- tornando in su verso Olbia avremmo voluto fermarci al Canyon di San Nicolò, altro posto che prometteva bene così come le formazioni di Punta Pilocca, ma purtroppo il meteo non era dei migliori e ci siamo presi una giornata di riposo e guida “lenta”, attraversando l’isola, con calma. Qualche fotina qui sotto, oggi non si tocca roccia ma in compenso i paesaggi sono sempre wow: nessuno intorno e la natura nella sua più pura espressione
- infine, fatto tappa nella per noi nota Cala Gonone dove abbiamo riscoperto la falesia del Budinetto, con un tipo di arrampicata più simile a quello a cui siamo abituati; abbiamo anche buttato l’occhio sulla Falesia di Sa Pietra Istampada a Orosei, che purtroppo in questa stagione necessita di condizioni ottimali per scalarci (troppo vento e troppo freddo nel nostro caso, ma sembra carina). Invece la conca del Budinetto si è dimostrata un’ottima scelta nonostante qualche raffica. Qualche fotina qui sotto
In tutti i luoghi citati, oltre ad arrampicare, c’è un mondo di cose da vedere e da scoprire.
Come per la parte est occorre un mezzo che consenta di percorrere qualche sterrata e spesso non c’è segnale telefonico se non nei pressi dei paesini (quindi bisogna considerare d’essere autonomi per eventuali richieste di soccorso o imprevisti di varia natura, se non fate turismo “tranquillo”). Perfetti i furgoni attrezzati, che permettono di sostare dove si vuole senza dover prenotare nulla prima.
La Sardegna tuttavia ha un problema: che poi ti abitui 😀 😀 😀
Ti abitui alla roccia perfetta, non consumata (salvo eccezioni che confermano la regola), ai paesaggi mozzafiato, al tepore in inverno, ai profumi del mare e dell’entroterra, agli ampi spazi di libertà, alla vicinanza tra uomo e natura. Mannaggia.
Un grazie doveroso va a tutti coloro che si dedicano alla chiodatura e alla manutenzione delle vie di arrampicata, spesso a titolo gratuito, che permettono a noi di divertirci in sicurezza.
Samugheo: nel cuore della Sardegna, un viaggio nel viaggio
Siamo nel cuore dell’isola e volendo unire l’utile al dilettevole, se state come noi attraversando la Sardegna, potrete inanellare almeno queste tre tappe (e ovviamente ce ne saranno altre mille, tutte le strade secondarie sono bellissime e riservano sorprese):
La falesia del Castello Medusa
In realtà ci sono diversi settori, che si sviluppano attorno all’omonimo rifugio (chiuso in questa stagione) che si raggiunge in auto, con successivo avvicinamento più o meno lungo. I settori sono:
Harder Times, Terrazza, Canyon, La Guglia, Oratorio, La Pala, Mekey.com, Anfiteatro, Tana delle Volpi, Apoteosi, Araxisi, Punta Pony, Sa Conca de su Cuaddu, Roccia delle Aquile, Yucatan, The Rock Inn, Titigiones (speriamo di averli citati tutti!)
Esiste anche una guida cartacea apposita, che però non abbiamo potuto procurarci. Abbiamo fatto riferimento al sito Climbing Italy utilissimo in Sardegna.
Anche per ottimizzare un poco lo scarso tempo che avevamo, ci siamo buttati nel vicino Tana delle Volpi, settore con tiri facili che nonostante sia in un boschetto è rimasto al sole tutto il pomeriggio, cosa che in inverno non guasta. Altro settore facile è Roccia delle Aquile, ma i ragazzi che ci scalavano ci hanno riferito che intorno all’ 1.00 PM la parete è andata in ombra 😉
Tiri potabili su bella roccia, chiodati sportivi.
con i cactus abbarbicati alle pareti
A circa 40 minuti da qui verso nord ci sono le Terme di Fordorgianus con annessi resti romani, dove è possibile approfittare gratuitamente dell’acqua termale che viene incanalata direttamente sulla sponda del fiume Tirso. Altrimenti esiste una SpA ed anche una via di mezzo, i bagni termali Is Bangius che mettono a disposizione delle minivasche per un bagno di mezz’ora: inutile dire che quando siamo andati noi era tutto già prenotato 🙂
A circa 1 ora ma verso sud, invece, è possibile visitare il villaggio nuragico di Santa Vittoria (a pagamento, attenzione agli orari di apertura del sito archeologico), che anche se non siete appassionati merita una deviazione: si tratta di una passeggiata tra resti piuttosto eloquenti, se si pensa che risalgono al 1.100 a.C., in ambiente naturale isolato e piacevolissimo. Ecco, forse d’estate con molte persone perde un po’ di misticismo 😉 ma chissà!
Disclaimer
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