LOC. OLTRA, DRO (TN) 165 m.s.l.m. – CIMA COSTE DELL’ANGLONE 470 m circa – Via Il Mercurio Serpeggiante – Difficoltà VI – Sviluppo 330 m circa – Esposizione EST
Il nostro programma di giornata era diverso: volevamo andare a provare la via Luis Sepulveda lungo il Sentiero dei Contrabbandieri , ma giunti a Pregasina, siamo stati accolti da un simpatico strato di neve dura probabilmente caduta nei giorni scorsi.
Un’occhiata veloce al canale di risalita (brutto, ghiacciato) e via che ci tocca cambiare progetto senza aver pensato neanche per un attimo ad un piano B.
Guida delle multipitch lasciata ovviamente a casa, quindi eccoci a ravanare sulla rete a caccia di una via alternativa non troppo difficile e possibilmente al sole.
Inutile dire che entrambi i presupposti alla fine sono stati clamorosamente disattesi!😅
Di Mercurio Serpeggiante ce ne aveva parlato bene molti anni fa un nostro amico, peccato che lui faccia il 7c mentre noi si spantega sul 6a e spiccioli🤪.
Ad ogni modo le recensioni paiono buone e decidiamo di provarci.
Arriviamo al parcheggio del campo sportivo di Dro con un’invitante temperatura di -1.5°…..croccante….. ma il sole sta per illuminare la parete e non desistiamo. Giunti all’attacco della via il sole è appena sbucato dalla montagna di fronte quindi alè! via che si parte, con un certo entusiasmo.
Piccolo ma non trascurabile dettaglio, non sapevamo che a circa metà via ci saremmo infilati al freddo e al gelo, che ci accompagneranno poi per quasi tutti i tiri dal 6° al 12esimo (i più duri, ovviamente), con talune bestemmie da parte del sottoscritto che ultimamente sta perdendo il grande amore che aveva in passato per il freddo.
Inoltre, tutte le relazioni che abbiamo letto (ormai però piuttosto anziane) parlavano di ottima roccia, mentre invece salendo, l’amabile e tipico untume di Arco si è palesato in men che non si dica, facendoci storcere spesso il naso visto che negli ultimi anni tendiamo a scegliere sempre roccia di buona qualità o comunque vie recenti su cui scalare.
Ma ormai siamo in ballo e si deve ballare.
Arriviamo abbastanza in fretta al tiro chiave (l’ottavo) dove Super Ciccio aprirà la via per tutti a suon di madonne e qualche inevitabile mungitura sullo strapiombo, dovuta soprattutto al fatto che dalla sosta al punto chiave non ci si vede e ci si sente poco, oltre al fatto che in quel punto ci sono mani scivolosissime, prese saltate e piedi su olio d’oliva😅.
Ma visto che Ciccio è più allenato di Schwarzenegger, riesce comunque a passare facendo tirare a tutti un gran sospiro di sollievo (calarsi da qua è un bel cinema!).
Qualche porcone dopo, la cordata Ciccio/Elisa supera anche gli ultimi tiri – che comunque non sono regalati e che ogni tanto sono privi di protezioni per svariati metri.
Infine si esce in cima….io e Elisa con il gelo nelle ossa, Erica con le palle girate per l’unto e Super Ciccio con 5 kg di 💩 che ha pensato bene di portarsi su per tutta la via😅.
Dulcis in fundo, gli rotola pure giù lo zaino, che però per una botta di culo incredibile si ferma sulle piante poco sotto, fatta eccezione per la bottiglia d’acqua che purtroppo rotolerà a valle e che probabilmente qualcuno troverà sulla vicina via La Bellezza della Venere (se doveste rinvenire il reperto, per favore portatela giù: scusate ma non c’era modo di recuperarla!).
Insomma….una tranquilla “vietta” di fine novembre con tutti i crismi! 😉
Per fortuna la compagnia era davvero ottima e questo ci ha permesso di mantenere comunque il morale alto e di arrivare fino in fondo senza tentare improbabili fughe in corda doppia! Grazie Ciccio e grazie Elisa.
Per i dettagli e i commenti seri sulla via vedete il giudizio in fondo e le foto a fine articolo!
Avvicinamento
Giunti a Dro (TN) venendo da Arco, si supera il paese e si seguono le indicazioni per il campo sportivo sulla sinistra che si trova nella frazione Oltra, dove si parcheggia, proprio accanto al campo.
Imboccare quindi la strada sterrata subito a monte e seguirla verso destra per circa 500 m passando oltre lo spigolo della montagna.
Poco dopo si incrocia un sentiero sulla sinistra che sale senza troppa pendenza nel boschetto: scritta blu su roccia “arrampicata”.
Lo si segue e la prima via che si incontra nel giro di pochi minuti è proprio Il Mercurio Serpeggiante (scritta blu alla base).
Descrizione dei tiri
- IV / III (40m) – Si attacca con una paretina verticale che offre subito il passo più duro. Superato il primo muro si piega poi verso destra superando facili placchette e successivamente terreno sdrucciolevole (occhio a non tirar giù sassi) fino alla sosta.
- IV- / II (50m) – A destra della sosta, salire il piccolo gendarme fino ad uscire su terreno appoggiato di sfasci. Raggiungere un alberello, passarlo a destra e continuare in verticale sempre sul facile fino alla sosta alla base della parete successiva.
- IV (25m) – Dritti sopra alla sosta superando un paio di massi, quindi per bella placca a buchi, prima a destra, poi in verticale fino alla sosta.
- IV / IV+ (30m) – Per placca a destra della sosta fino ad un piccolo alberello, quindi a sinistra dove si sale una placca meno lavorata con alcuni cordoni e diversi buchi un po’ distanti tra loro fino alla sosta.
- IV / III+ (20m) – A sinistra della sosta si sale una specie di diedro per circa 7-8 metri per poi iniziare a traversare decisamente a sinistra in leggera discesa fino ad un alberello. Altro passettino e si arriva in sosta.
- V- (25m) – Si traversa decisamente a sinistra su placca a buchi (talvolta distanti ma con buone prese) per circa 6-7 metri fino alla base di un diedro che si rimonta verticalmente fino ad un terrazzino dove a sinistra troverete la sosta.
- V / V+ (25m) – Cambia il tipo di roccia: si sale in diagonale sinistra seguendo un paio di spit e qualche cordone fino alla parte sommitale dove c’è un traverso verso sinistra più delicato (eventualmente proteggere con friend piccolo o fettuccia su piccoli spuntoni) uscendo da una spanciatura. Quindi in verticale per alcuni metri fino alla sosta su ballatoio.
- V / V+ / VI(+) A0 (35m) – Sopra alla sosta per prendere una lama, poi in diagonale destra per circa 8 metri fino allo spigolo (nessuna protezione, possibile mettere friend nella fessura). Proteggere sui chiodi tenendo la lama a monte. I piedi migliori sono quelli bassi se ci arrivate. Giunti allo strapiombo, ci sono delle buone mani che però sono parecchio scivolose, così come l’unico piede centrale sotto al tetto. Presenti cordoni allungati per consentire mungitura selvaggia. Superati i primi metri si trovano prese migliori, si piega a destra cercando il facile, quindi in verticale su rocce un po’ meno solide ma più semplici fino alla sosta.
- V (35m) – A sinistra della sosta, puntare ad un cordone in placca, quindi in verticale (cordone e poi spit). Passetto più aggettante ma con ottima mano destra alzando i piedi e fuori. Poi per terreno più facile fino alla sosta.
- V (25m) – Questo tiro viene gradato generalmente più basso ma la partenza ad oggi è poco simpatica (placca con piedi talvolta unti) e la prima protezione è molto alta, con possibile caduta antipatica.
Giunti alla protezione (forse possibile mettere friend piccolo in fessurina) traversare a destra scendendo qualche metro, quindi di nuovo in verticale in leggera destra, poi un po’ a sinistra, infine rimonta verticale da proteggere fino alla sosta su terrazzino a sinistra. - V+ (40m) – A sinistra della sosta seguendo una diagonale logica ma con prima protezione anche stavolta molto alta (forse si può mettere un friend).
Alzarsi quindi fino ad un chiodo arrugginito dove è possibile traversare a sinistra sia stando sotto la protezione, sia salendo a monte e traversando successivamente (delicato in entrambi i modi).
Quindi più in verticale per rocce più semplici fino all’ultima sosta. - V+ (25m) – Sebbene ci sia una bellissima rampa a sinistra (che appartiene alla via Luna Argentea), il nostro tiro punta al poco invitante strapiombo dritto di fronte, che si supera con mani e piedi anche qui piuttosto unti (o mungendo il comodo rinvio).
Quindi spostarsi a destra dove si trova terreno più semplice su cui salire in verticale (protezione lunga). Infine ulteriore muretto ed uscita in sosta.
Discesa
Dall’uscita della via, imboccare il sentiero a tratti esposto e sdrucciolevole alla vostra sinistra (faccia a monte) e seguirlo in discesa senza possibilità di errore per circa 30 minuti, fino a tornare al campo sportivo.
Giudizio
Si tratta di una via un po’ difficile da giudicare per noi.
Probabilmente in origine era bellissima (aperta nel marzo 2008 da Heinz Grill, Florian Kluckner, Gabi Maichel e Sigfrid Königseder), ma ad oggi, a nostro avviso, non è più così entusiasmante a causa dell’unto che avanza e di alcune prese / protezioni che negli anni sono saltate.
Si incontra una bella varietà di arrampicata, questo si, ma non sempre si ha la sensazione di essere su roccia di qualità.
Su molti passi chiave si trovano appoggi e appigli scivolosi, cosa che ad alcuni può dare fastidio.
Ma sappiamo che non tutti danno la stessa importanza a questi aspetti.
In generale, le protezioni sono piuttosto abbondanti, anche dove non servono a molto, ma poi in alcuni punti casuali (soprattutto all’inizio dei traversi antipatici o peggio ancora pericolosi) diventano lunghe senza un criterio da noi interpretabile.
Mah….misteri🤷♂️
Queste le nostre critiche.
Poi magari per molti non rappresentano un problema.
La stagione ideale per salire questa via crediamo che sia soprattutto la primavera, sia per il fatto che comunque è piuttosto lunga (la via, non la primavera 🤪) sia per il clima che, come abbiamo potuto sperimentare, in tardo autunno / inverno ti fa soffrire parecchio quassù!
All’inizio dell’autunno comunque è fattibilissima, in estate probabilmente solo al pomeriggio quando la parete va in ombra.
I friend probabilmente non sono necessari per tutte le cordate ma consigliamo comunque di portarli (cordini invece obbligatori, soste da collegare) perché, come già detto, ogni tanto le protezioni si allungano senza motivi apparenti, ma se sul VI saltellate su un piede solo e non vi spaventano metri di nulla, state leggeri.
I gradi sui tiri sono piuttosto severi in certi casi, o almeno questa è stata la nostra percezione, dovuta forse al fatto che ci fidavamo poco dei piedi o delle mani a causa della roccia unta (non sempre ma è capitato spesso su alcuni passi obbligati).
Ad ogni modo consigliamo un po’ di margine rispetto al grado per essere tranquilli, anche perché abbandonare la via è piuttosto scomodo e complesso, trattandosi comunque di una via alpinistica.
Lungo la salita troverete i numerosi traversi che danno il nome alla via (se non vi piacciono lasciate stare in partenza); le soste non consentono facili calate sulla verticale per uscire dai pasticci, quindi se l’attaccate è decisamente consigliabile arrivare fino in fondo piuttosto che tentare la sorte con le doppie.
(in particolare dal 6° tiro in avanti).
Tra l’altro dovreste sempre calarvi su singoli spit con anello, a meno di far passare la corda anche nel secondo spit che però non è mai dotato di maglia rapida o anelli arrotondati.
Sapevatelo 😉
Con questa relazione l’abbiamo un po’ mortificato questo Mercurio 😅, ma crediamo che certi aspetti vadano conosciuti prima di tentare, soprattutto per il fatto che non è poi così facile scendere.
Se però un po’ di unto non vi dà fastidio e avete margine rispetto alle difficoltà, in realtà si tratta di una gran bella via, varia, lunga e piacevole da percorrere.
Valutate soprattutto in base a ciò che vi fa divertire! 😉
Buone scalate e come sempre…..enjoy!!!
Disclaimer
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