fr. Roreto, Roure (TO) 860 m s.l.m. – Arrampicata – Multipitch – difficoltà: max VI, V+ obbl. , sviluppo 200 m; Esposizione SUD (attacco all’ombra in autunno/inverno)
Quando uno pensa ad una via Normale in genere si aspetta qualcosa di piuttosto morbido sulle difficoltà.
Poi è vero che non è sempre così… ci sono anche le eccezioni!
Ecco, diciamo che la Normale del Bourcet non vi verrà sicuramente regalata e che di vie Normali così impegnative ce ne sono capitate davvero poche!😅(almeno a noi!)
Ciò non toglie che la via sia un piccolo gioiello assolutamente meritevole di una ripetizione.
Ad oggi, una delle vie di granito più interessanti che ci sia capitato di percorrere (parlando di sola arrampicata, alpinismo escluso) considerando il nostro grado che come ben sapete -se ci seguite- non è “elevatissimo” 😜
Lasciamo al giudizio finale ulteriori dettagli sulla via, ribadendo qui la bellezza e l’interesse di questa zona: per godercela con calma questa volta abbiamo deciso di dormire in loco, precisamente presso il B&B Maison Mariot appena sopra a Roreto, che stra-consigliamo (anche e non solo per le incredibili colazioni della signora Angela). Tutta la zona è costellata di pareti con falesie e vie multipitch, spesso davvero suggestive e in ambiente incontaminato.
Il giorno prima ci siamo dedicati a qualche monotiro nella Falesia Oasi, situata insieme ad altre nel Vallone del Grandubbione, che già conoscevamo per aver percorso la Cresta dell’Uranio.
Avvicinamento
Rispetto alla prima volta in cui siamo venuti nel vallone, che trovate descritta nell’avvicinamento relativo alla Via Belvedere, abbiamo trovato un’alternativa che evita la minuscola stradina nella quale la nostra macchina non passava e che porta al parcheggio sull’opposta sponda del torrente Chisone.
In località Castel del Bosco, prima di arrivare a Roreto, di fronte al Ristorante Cacciatori, imboccare in auto la strada che attraversa il torrente, piegando poi a destra su sterrato (brutto in alcuni tratti) che dopo aver superato un parco giochi arriva al parcheggio dove si lascia la macchina.
Si prosegue a piedi in salita seguendo la mulattiera per una ventina di minuti, inoltrandosi nel Vallone, accompagnati da cartelli in dialetto via via sempre più incomprensibili 😀, superando il castagno addobbato con maschere e le successive indicazioni per il Settore Centrale, fino a raggiungere un punto dove le placche sono adese alla mulattiera e partono numerose vie.
Alla fine di queste placche, sotto alcuni strapiombi, si trova la targhetta della Via Normale, appena oltre invece troverete le indicazioni per lo Spigolo Grigio e Varianti.
Descrizione dei tiri
Abbiamo deciso di gradare questa via in modo classico perché quando la si scala ci si sente sovente “in ambiente di montagna”, per i suoi passaggi e le modalità di salita, per quanto le protezioni risultino anche piuttosto ravvicinate nei punti più difficili.
Inoltre secondo noi rende meglio l’idea nell’insieme di quello che uno dovrebbe aspettarsi durante l’ascesa.
- IV, V+, IV- (25m) – Dall’attacco, salire per placche appoggiate e lavorate in diagonale sinistra fino sotto ad un tratto aggettante, poi traversare a sinistra ed effettuare un’uscita oltre lo spigolo non banale, soprattutto se come noi non siete alti abbastanza per spittare sul chiodo prima del passo (io ce l’ho fatta in punta di piedi e con parecchio disagio, ma fosse salita Erica al posto mio non ci sarebbe arrivata).
Quindi per rampa appoggiata fino alla comoda sosta (le soste sono tutte comode in sta via, per grazia del chiodatore!😅). - IV, IV+ (32m) – Salire la placca lavorata a destra della sosta sfruttando i blocchi di roccia alla sua sinistra. Giunti su un terrazzino, attaccare un evidente diedro con un friend incastrato (2024, ma comunque integrabile autonomamente nel caso) uscendo poi sulla destra alla sosta.
- IV+, III (25m) – Salire nel diedro o sulla placca di sinistra, quindi uscire in spigolo a destra.
Seguire poi la facile rampa verso sinistra con piccole e facili rimonte fino alla sosta. - IV, V, V+ (25m) – Per facili risalti entrando in placca, poi due passi delicati di movimento verso sinistra che permettono di raggiungere una rampa che conduce all’ampia fessura.
Salire incastrandosi un po’ col corpo nella fessura verticale.
Quando poi si stringe, seguirla con bella arrampicata e spittatura generosa fino alla sosta su piccolo terrazzino sulla destra.
Ultimo passo eventualmente integrabile con friend medio. - V, VI-, VI, III (25m) – Affrontare il traverso verso sinistra che per quanto esposto, risulta decisamente ben protetto. Alzarsi quindi sul pulpito e salire un paio di metri piuttosto duri, con solo una piccola mano per la sinistra (parliamo usando come riferimento il nostro 1,68 cm MAX di altezza).
Poi sul secondo muro c’è un passo parecchio impegnativo per totale mancanza di mano destra e anche di piedi.
Bisogna fare il passo (secondo noi duro, ma eventualmente azzerabile col rinvio) ed uscire quindi oltre lo spigolo di sinistra, poi con passi più facili traversare qualche altro metro a sinistra fino a 2 soste affiancate.
Fare sicura qui per poter vedere i soci nell’ultima parte, oppure traversare altri 3 metri a sinistra fino alla sosta di partenza del tiro successivo (occhio però alle corde). - IV, V (25m) – Questo tiro e il prossimo sono in condivisione con la via Spigolo Grigio.
Salire a destra della sosta per facile rampa, poi a sinistra su placca; superare quindi una piccola balza raggiungendo una fessura che si rimonta direttamente con passi non scontati, poi in un diedro ammanigliato fino alla sosta (eventualmente, in qualche punto si può integrare a friend). - VI-, IV+, III+ (25m) – Attaccare la bellissima placca a destra della sosta, quindi al secondo spit sfruttare un po’ lo spigolo di sinistra che aiuta ad uscire dalle difficoltà.
Quindi rimontina verticale con rocce lavorate (seguire freccia blu) ed uscire infine verso destra dove si sale l’ultimo facile diedro fino alla sosta o fino all’albero successivo, a vostra discrezione.
Discesa
Al termine della via, seguire la traccia verso destra (faccia a monte) che scende molto ripida in un canalone, con tratti comunque ben attrezzati a catene e a volte con staffe per i piedi.
Possibile tenere imbrago e caschetto e usare le catene per proteggersi durante la discesa.
In circa 20 minuti parecchio ripidi si ritorna sulla strada dell’andata, quindi seguendo lo stesso percorso fino al parcheggio.
Giudizio
Questa via offre una bella varietà di scalata – con piccoli strapiombi, placche, fessure grandi e piccole – quasi nessuna discontinuità, tiri mai scontati anche sui gradi dichiarati più semplici e un’ottima roccia che nell’insieme dà sicurezza.
Ma serve capacità di lettura e non è da sottovalutare, vista anche la distanza delle protezioni presenti (che ci sono, ma a seconda del vostro personale limite e della percezione di ognuno, potrebbero necessitare di integrazione, comunque possibile viste le numerose fessure presenti).
E’ una delle più abbordabili del Bourcet, e questo la dice lunga sulle altre belle vie qui presenti… anche se la Via Belvedere a noi era parsa non scontata ma comunque più facile nell’insieme.
In particolare, alcuni passi ci sono sembrati morfologici: se siete nani potreste non arrivare subito o bene né con i piedi né con le mani, anche alcune spittate sono alte… e questa cosa come al solito non aiuta!
Anche per questa splendida via, bisogna ringraziare l’infaticabile Fiorenzo Michelin (insieme a B. e W. Canepa, e G. Rossetto – ottobre 1995), che purtroppo ci ha lasciati esattamente un anno fa.
La nostra speranza è che qualche giovane e volenterosa Guida della zona raccolga l’enorme eredità lasciata da Fiorenzo e possa mantenere in salute le sue vie, come del resto faceva lui in modo quasi maniacale, sistemando i problemi ogni anno.
Disclaimer
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