BOLOGNANO – VIGNOLE (TN), LOC. GAZZI 465 m s.l.m. – CIMA DEL PEZOL 700 m s.l.m. circa – Arrampicata Classica – Difficoltà VI (V+ obbl.) – Sviluppo 210 m – Esposizione Sud-Ovest
Eravamo già venuti a fare questa via, ma la fortuna non ci aveva assistiti in quel frangente primaverile.
Avevamo trovato decine di cordate in coda sulla via della Trincea e qualcuna meno sulla Claudia 22, motivo per il quale ci eravamo indirizzati su quest’ultima, pur con grande soddisfazione alla fine!
Ma la curiosità non è scemata nel frattempo e “Cercando la Trincea” ci tenevamo davvero a farla, motivo per il quale, passata l’estate e alla prima occasione con temperature “umane”, abbiamo deciso di riprovarci.
E’ andata bene, ma con una buona dose di fortuna, soprattutto per il clima che era ancora decisamente caldo ma che in parete è stato mitigato da un piacevole venticello e da qualche nuvola che ogni tanto ci ha permesso di respirare.
Che dire…… via ancora più bella della Claudia e che merita decisamente una visita!!!
Bella roccia, un po’ di pepe in più sia per il grado sia per la possibilità maggiore di integrare in autonomia, tiri tutti belli e poche fastidiose discontinuità.
Per i dettagli, fate riferimento al giudizio alla fine dell’articolo!
Avvicinamento
Dal parcheggio vicino al tornante, superare la sbarra ed imboccare la strada sterrata che si inoltra verso il bosco ignorando il primo bivio che si incontra subito a sinistra.
Proseguendo per la strada, dopo 5 minuti circa troverete un secondo bivio con ometto, bollo rosso e piccolo bollo blu (riferimento costante) che va imboccato verso sinistra scendendo nel breve accanto ad un capanno di caccia per poi risalire dalla parte opposta fino ad un passaggio vicino a delle rocce che conduce poi a delle pareti verticali e strapiombanti che noterete qualche metro alla vostra destra.
Ancora dritti fino ad incontrare un bivio sulla destra con un sentiero in salita che sarà poi la strada di discesa al ritorno.
Dovrete seguire il sentiero segnato dal bollino blu e quello rosso più grande che rimane basso e continua a mezzacosta fino ad una piccola radura.
Dopo la radura, si segue il bivio a destra prestando attenzione ai bollini azzurri, quindi dopo pochi metri si prende la traccia che si stacca a sinistra rispetto al sentiero principale indicato da cartelli e bolli rossi.
Si procede su questa traccia per circa 5 minuti risalendo anche un piccolo passo su pietre fino ad avvistare tra la vegetazione la parete del Pezol.
Giunti ad un ghiaione, seguirne il percorso in salita sulla destra che conduce alle pareti.
La prima via che si incontra è la Claudia 22, poi, proseguendo a sinistra, si incontrano Cercando la Trincea e la Via Dassatti, ancora oltre Sulle Pance del Pezol. Andando a destra invece si trovano le vie Castagnarte, Clessidra e Ciao Rita.
Descrizione dei tiri
- IV/IV+ (40m) – Dalla scritta alla base, salire un primo muretto su roccia non solidissima, quindi iniziare a scalare per placchette ammanigliate in costante diagonale destra.
Passetto un po’ più delicato a circa 3/4 del tiro dove conviene alzarsi un po’ prima di traversare a destra. Quindi ultimi metri in verticale fino alla sosta su cordoni. - V (40m) – Un paio di metri a destra della sosta, quindi in verticale su placca con passi di movimento, quindi diagonale destra, poi di nuovo dritti salendo un secondo divertente muretto fino alla sosta alla base di un evidente diedro.
- V+ (30m) – Bellissimo tiro. Inizialmente a sinistra del diedro per rocce lavorate (occhio che qualcosa si muove), quindi entrare più all’interno con alcuni passi da proteggere in autonomia (protezioni lasciate volutamente lasche per possibilità di integrazione a friend).
Dopo il primo tratto, le protezioni si allungano ulteriormente ma le possibilità di integrazione non mancano.
Al termine del diedro, uscire a destra e salire ancora un paio di metri fino alla sosta su cordoni in clessidra. - V/IV+ (25m) – Seguire in verticale delle spaccature che portano ad entrare in un altro diedro sulla destra non visibile dalla sosta, che si risale sfruttando buone lame per le mani. Qui ci sono un paio di passi poco protetti integrabili con dado o friend piccolo.
Al termine del diedro, uscire a destra con passettino di traverso in placca e di nuovo in verticale con mani migliori fino al comodo terrazzino di sosta (occhio ai detriti nell’ultimo pezzo). - V+/IV+ (45m) – Salire in verticale stando un po’ a sinistra per sfruttare i piedi. Arrivati sotto al tetto, proteggere sul chiodo presente e traversare a destra. Quindi passo delicato in placca fino ad un cordino (possibile eventualmente spaccare a destra per rendere più facile il passo), quindi salire il muretto di sinistra ben ammanigliato.
Dopo un tratto appoggiato, altro muretto verticale con placca lavorata di movimento.
Uscire quindi su sentiero e spostarsi a destra una decina di metri fino alla sosta su albero. - V+/VI (30m) – Altro bel tiro, un po’ più tecnico del terzo ma meglio protetto.
Dall’alberello alla base, salire in verticale superando in breve uno strapiombino con buone mani. Quindi in leggera sinistra verso lo spigolo che aiuta ad alzarsi.
Giunti in placca, seguire delle spaccature diagonali e volendo allargarsi a destra nel diedro, oppure stare a sinistra con passo di equilibrio fino all’uscita, più semplice, che atterra all’interno della famosa trincea! 😉
Discesa
Dalla trincea, seguire una leggera traccia di sentiero verso monte. Giunti ad un bivio, se si scende a destra si raggiunge una paretina dove è possibile fare l’ultimo tiro facoltativo della via Claudia 22.
Per scendere invece, prendere a sinistra e seguire la traccia che aggira la parete fino al traliccio della luce con panche sulla vetta del Pezol.
Qui imboccare il sentiero dietro al traliccio che scende in direzione est.
Dopo un po’ si incontra un tratto attrezzato con catene e delle scale di legno.
Si passa quindi in un bel bosco di alberi antichi e infine ci si ricollega con il sentiero dell’andata che va ripercorso a ritroso fino al parcheggio (circa 30′ dalla vetta).
Giudizio
A nostro avviso si tratta di una via davvero molto bella, che vale sicuramente la ripetizione.
La roccia è sempre di buona fattura e per nulla consumata (2024), ogni tiro ha almeno un passo interessante e non regalato a prescindere dal grado, le protezioni sono buone e bastanti per gran parte dell’itinerario, fatta eccezione per due-tre tiri lasciati volutamente più sprotetti per godere maggiormente dell’aspetto trad della salita, senza per questo comprometterne la sicurezza.
Vista la quota poco elevata (500 m s.l.m. circa) e l’esposizione sud-ovest, sarebbe da evitare in estate e nelle giornate più calde delle mezze stagioni per le temperature eccessive, anche se spesso si gode di un piacevole venticello in parete che aiuta a non schiattare del tutto 😅.
Per integrare, portate set di friend base (si usano varie misure) e dadi (soprattutto piccoli, se avete i friend). Cordini utili per allungare le protezioni, rinforzare le soste ed integrare qualche cordone in clessidra un po’ consumato.
Volendo poi, con agilità rispetto al grado, si fa anche senza integrazioni….ma onestamente lo sconsigliamo. Soprattutto per rispetto verso il Soccorso Alpino che ha già tanto da fare anche senza di noi. Qualche grammo in più con mezz’ora di avvicinamento non vi ucciderà di certo😉.
Grazie mille a Florian Kluckner, Franco Sertori e Maurizio Piller Hoffer per averci regalato questo piccolo gioiellino!!
Disclaimer
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