Rivoli Veronese (VR) fr. Tessari, Monte Cordespino – parcheggio 150 m s.l.m – Multipitch, difficoltà 6a – 5b obbl. – sviluppo 360 m – Esposizione: SE
Questa rientra nel “Cacchio, ci siamo sottovalutati“! Si perchè nel dubbio, se non conosciamo la zona, non spariamo mai alto con i gradi, ma questa via – che pur ci aspettavamo facile – ci è sembrata un pochino troppo facile 😀
Si sa che ogni zona ha il suo mood, in alcune aree in Italia (e anche all’estero) la gradazione delle vie è molto generosa, in altre zone molto severa: da queste parti avevamo scarsa esperienza avendo fatto poco, e nello specifico a Tessari era la prima volta. Eravamo stati a Castel Presina a fare Evitando el Frio, e pur chiodata benissimo, l’avevamo trovata tosta, molto continua e di sicuro ingaggio sul grado.
Non volevamo qualcosa di così impegnativo ma nemmeno di troppo facile: eh beh, qui il grado è ben diverso, a saperlo avremmo osato qualcosa di più.
Pace (senza confini 😀 😀 😀 )
Ci siamo comunque divertiti e come spesso accade ultimamente abbiamo condiviso il nostro tempo sulle pareti con nuovi amici, gente con la stessa passione con cui scambiare due chiacchiere e qualche dritta.
Grazie quindi alla cordata Edgar Cicio (tranquillo, il tuo nome vero non ce lo ricorderemo mai 😀 ) + Marco e alla cordata Alberto + Giulia, è stato un piacere 😉 (con voi ci vediamo alla Pietra di Bismantova!)
Nel giudizio qualche elemento in più per valutare la via e… un buon posto per festeggiare il post via 😉
Avvicinamento
Giunti a Tessari, sfruttare uno dei parcheggi disponibili (ce n’è uno prima di passare il canale sulla sinistra, oppure ancora meglio, superare il canale e seguire la strada sulla sinistra per una cinquantina di metri).
Da quest’ultimo parcheggio, imboccare il sentiero che parte appena a destra (una specie di stradina di sassi ripida che sale nel bosco).
Al primo bivio che si incontra a breve, prendere a destra (nord). Quindi la stradina in breve risale con alcuni tornanti nel bosco (ignorare bolli rossi a destra) fino a raggiungere un sentiero CAI segnato di bianco e rosso.
Prendere ancora a destra (sempre nord) traversando sotto la parte iniziale della bastionata.
Continuare in piano per qualche centinaio di metri fino ad aggirare il primo gruppo di pareti che vedrete a monte. Oltre lo spigolo a questo punto, guardando in alto, riuscirete a traguardare il muro da cui parte la via (appena a sinistra di un’evidente parete gialla).
Continuare a seguire il sentiero che traversa verso nord fino ad incontrare un ometto gigante (alto 1m e oltre). Proseguire ancora alcune decine di metri fino ad individuare nel bosco alla vostra sinistra dei bolli rossi.
Iniziare quindi a salire nel bosco in verticale seguendo i bolli (accanto ad un ghiaione che va tenuto alla destra) fino a raggiungere le pareti.
Troverete una P. disegnata in rosso da cui probabilmente attacca un’altra via (non sappiamo quale).
Qui traversate a destra per un centinaio di metri stando sulla traccia che costeggia le pareti fino ad individuare l’attacco con il nome segnato da una targhetta metallica grigia, qualche metro sopra al sentiero che traversa.
Circa 30 minuti dall’auto.
Descrizione dei tiri
(questi sono i gradi che, in tutta sincerità, ci sentiamo di dare noi: i gradi ufficiali sono un pochino più alti in alcuni casi)
- L1 + L2 – 4a (45m) – Salire la facile rampa sopra alla targa d’attacco fino al cambio di pendenza (possibile sosta su albero, noi abbiamo proseguito), poi deviare in diagonale sinistra su terra per una quindicina di metri fino alla sosta alla base di un camino.
- L3 – 5b (20m) – Salire nel diedro, poi attaccare il breve camino uscendo quasi subito sulla spalla di sinistra, quindi rimontare a destra fino alla sosta.
- L4 – 5a (25m) – Facile muretto ben appigliato, poi ci si sposta a destra uscendo da un breve punto più verticale, quindi dritto fino alla sosta.
- L5 – 5b (25m) – Altro muretto un po’ più continuo del precedente con un passetto in placca nella parte centrale.
- L6 – 5b con passo di 5c (25m) – Placca appoggiata, poi ci si sposta leggermente a destra nel punto più verticale con passo di equilibrio (attenzione a cosa si prende con le mani) per affrontare la breve rimonta che conduce in breve alla sosta.
- L7 – II (20m) – In diagonale destra sopra alla sosta, poi diagonale sinistra (cordino su clessidra) e si sale su una cengia a destra dove si trova la sosta.
- L8 – III/IV- (30m) – Facile muretto su bella roccia molto lavorata che conduce alla cengia alberata. La sosta è al termine del muretto.
- L9 – Camminata (100m di sviluppo circa su sentiero) – Si seguono i bolli rossi su ghiaione fino alla parete successiva.
- L10 – 4 (40m) – Salire sulla destra di una placca liscia e aggettante seguendo uno spigolo un po’ rotto (attenzione) fino ad uscire dalla pendenza. Poi traversare su erba fino al successivo muretto con sosta.
- L11 – 5b (25m) – Seguire una fessura diagonale verso sinistra fino al secondo spit, quindi traversare decisamente a destra per circa 6-7 metri, quindi in verticale fino alla sosta.
- L12 – 5b (25m) – Primo passo su strapiombino (noi siamo stati sul lato destro, molto ammanigliato), quindi per placca appoggiata fino ad uscire dalla via.
Discesa
Dall’uscita della via, seguire una traccia con ometti sulla sinistra che traversa nel bosco fino ad un colletto (bivio). Qui prendere la traccia di sinistra che scende più direttamente (bollo rosso) fino a delle corde fisse al termine delle quali bisogno girare a sinistra per pochi metri per poi tornare a scendere.
Se a questo bivio andate invece a destra, raggiungerete nel breve la falesia “bastionata del Talian” (tiri duri ma… bellissimi a vedersi!)
Proseguire in discesa con tratti molto ripidi nel bosco (spesso terreno infido, portarsi delle buone scarpe) fino ad uscire dalla vegetazione.
Ignorare la prima traccia di sentiero che incontrerete e procedere ulteriormente in discesa per traccia (leggermente a sinistra) fino a riprendere il sentiero dell’andata che riporta al parcheggio.
Giudizio
La via è facile secondo noi, e ve lo abbiamo detto. E’ chiodata benissimo, tra l’altro, quindi adatta a prime esperienze. Le soste sono collegate da cordoni (da verificare e doppiare nel caso).
La roccia, pur essendo un calcare di buona qualità non ancora usurato e liso, purtroppo è assai fragile in molti punti: bisogna prestare attenzione a “tirare”, mai fidarsi (non che ci sia bisogno di tirare, però…). Inoltre, forse complici le recenti piogge, abbiamo trovato le pareti molto sporche di terra… nei tiri in alto migliora.
Il relativamente breve avvicinamento e il grado la rendono assai appetibile, quindi è facile trovarci “traffico”: bisogna avere pazienza 😛 Le soste sono comunque comode, si possono condividere, e volendo è anche possibile qualche sorpasso (pratica che a noi sta abbastanza sulle balle: se sei più forte hai sbagliato via e allora stai al gioco… oppure scendi e vai a farti una via più dura dove troverai meno gente, perchè arrampicare in testa alle persone non è mai piacevole).
L’autostrada sarà perennemente sotto di voi, e la sua “presenza” sarà costante fino ai tiri alti: ma la Valle dell’Adige resta comunque un posto molto godibile, con un clima eccezionalmente mite, evitando magari le giornate più ventose.
A pochi chilometri da qui, a Brentino Bellunese, una volta scesi potrete godervi un buon aperitivo dalla Gigia in centro paese… in compagnia di tutta la fauna di climber locali e non!
Disclaimer
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