SAN DOMENICO di VARZO (VCO) 1.410 m s.l.m. – RIFUGIO CROSTA 1.751 m s.l.m. – Trekking – Disliv. compl. 620 m – Sviluppo 15 km circa
L’a nostra idea per questo sabato era “passeggiata con pranzo”: non volevamo nulla che fosse fisicamente impegnativo, ma avevamo voglia e necessità di rimetterci a camminare, attività che – chi per un motivo chi per un altro – avevamo interrotto da un mesetto, dedicandoci unicamente all’ “arrampicata-senza-avvicinamento” (con scarsissimi risultati 😀 ça va sans dire !)
C’è da dire che il concetto di passeggiata va sicuramente tarato a livello individuale, perché certamente per qualcuno 15 km (pur con scarso dislivello e in montagna), possono essere assolutamente impegnativi. Dipende sempre dal momento e dall’allenamento, che vanno valutati e ponderati da ciascuno.
Nonostante l’ottobre inoltrato, quest’anno l’autunno ha appena iniziato a bussare alle porte: il bosco è ancora poco colorato, ma presto lo sarà… e questa escursione ne guadagnerà sicuramente in fascino!
Conoscevamo già la meta (il Rifugio Crosta, questa rientra a pieno titolo tra le escursioni con il chiaro scopo di magnare e… magnare bene!) dalla precedente esperienza del 2021: in quel caso c’eravamo arrivati da Foppiano, con un percorso più corto ma con maggiore dislivello, e – volendo scalare – con le corde in spalla.
Quest’anno abbiamo optato per l’approccio soft: fischiettando per alpeggi e bei boschi, su morbido sentiero e mulattiere e senza praticamente nulla nello zaino ma di sicuro con taaaaaanta fame 😉
Percorso
A San Domenico di Varzo si parcheggia nel grande spiazzo che fa da riferimento anche per gli impianti.
Tornando indietro sulla strada per qualche decina di metri, non ai primi cartelli (che indicano tra gli altri il Cistella) ma immediatamente dopo, si trovano le indicazioni per l’Alpe Solcio e il Rifugio Crosta. Il sentiero risale nel bosco e dopo i primi metri avrete la certezza di avere imboccato la traccia giusta se troverete un vecchio telefono con l’esortazione a prenotare per il pranzo 😉
Dopo il primo tratto in un bosco molto bello e ben tenuto (pieno zeppo di funghi!), evitando la deviazione per il Bosco delle Fate, si esce poi su una forestale asfaltata e una volta ripreso il sentiero a seguito di un tornante, si arriva ben presto poco a monte dell’Alpe Fernone, con bei pratoni e baite ristrutturate di fresco.
Si prosegue nel bosco e nel giro di pochi minuti di cammino si arriva in vista dell’Alpe Dorcia dove troverete altre graziose baite, una delle quali con una piccola immagine votiva di S.Antonio affrescata in una lunetta.
Salendo ancora si segue il sentiero sempre ottimamente segnalato, rientrando nel bosco e raggiungendo poi le baite de I Crosi (1.662 m s.l.m.), un agglomerato rurale pittoresco e apparentemente in stato di abbandono.
Andando oltre, si doppia il costone delle montagna raggiungendo un altro alpeggio, Coate, con ulteriori strutture in pietra tipicamente ossolane: qui il bosco è diventato un lariceto – con esemplari di una certa importanza – e si scorge la valle del Pizzo del Balzo, per noi ancora inesplorata.
Dopo un abbeveratoio di legno, si sale in verticale nel bosco per qualche decina di metri, poi si prosegue in traverso, trovando a breve un possibile bivio che poco cambia le carte in tavola: o mulattiera o sentiero (quest’ultimo passa per l’Alpe Rono…che ha un sacco di baite ormai parecchio rovinate, ma in vendita!), dopo poco, si giunge comunque alla meta: il Rifugio Crosta!
Qui noi ci siamo fermati, per questa volta; tuttavia da qui, possono partire ulteriori avventure: una per tutte quella verso il Monte Cistella.
Giudizio
Facile camminata adatta a tutti (vedi premessa), in un luogo davvero bello: il Rifugio Crosta si trova in un ambiente da favola, può essere un’ottima meta da raggiungere per chi vuole passare una mezza giornata in tranquillità e/o per chi vuole andare oltre. A noi manca solo di vederlo con la neve, e sicuramente non mancheremo!
L’Ossola, la Val Divedro ecc sono zone incantate e poco battute rispetto ad altre mete: non vorremmo fargli troppa pubblicità con i rischi che ne conseguono, quindi ci limiteremo a dire che sono perfette per chi ama la natura senza troppi fronzoli e orpelli, adatte ad esperienze lente ed immersive piuttosto che ad un turismo mordi e fuggi.
La giornata di questa escursione poi è stata caratterizzata da un meteo incerto, con nuvole basse e un’umidità tangibile che preludevano all’arrivo imminente della stagione autunnale, con le sue atmosfere a volte un po’ cupe e i suoi silenzi… che a noi piacciono tantissimo!
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Disclaimer
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