LAGO DI MISURINA (BL) 1754 m – PUNTA COL DE VARDA 2504 m – Via di arrampicata classica – Difficoltà IV, pass. V – Grado alpinistico D- – Sviluppo 245 m – Esposizione Nord-Ovest
Prima di venire qui a Cortina avevo chiesto al nostro amico Christian di trovarci una via classica, non troppo lunga, e che avesse un interesse storico/alpinistico nel percorrerla.
Ci ha proposto questa via Comici / Del Torso, della quale ci siamo subito innamorati fin dalla descrizione.
Non sappiamo perché… sono quelle cose istintuali.
Sentivamo che era la nostra via!
E così è stato.
L’ unica via Comici da noi percorsa fino a questo momento è stata la fessura Comici / Cassin allo Zucco Campelli, dalle nostre parti, e la ricordiamo con amore.
Via perfetta e logicissima, su roccia ottima.
Qui è stato addirittura meglio perché questa via sembra proprio dipinta da un esteta della montagna.
Si sale dritti, in mezzo alla parete, seguendo sempre la linea più logica e di debolezza, ovvero i camini.
Ma non si tratta mai di un’arrampicata banale e il numero di protezioni usate e rimaste in loco sono davvero esigue (in media 2 chiodi a tiro, in alcuni non c’è nulla).
Il risultato finale è qualcosa di davvero succulento, senza grandi difficoltà ma sempre con il pepe di doversi proteggere (ed è necessario!) per poi sbucare con soddisfazione in cima.
Bella bella bella!
Provatela!!!
Avvicinamento
Raggiungere il lago di Misurina e parcheggiare (ove possibile) nel comodo parcheggio alla base della seggiovia che conduce al Col de Varda, punto d’accesso dei Cadini.
Qualora non ci fosse posto, a poche decine di metri lungo il lago si trova un enorme parcheggio a pagamento.
Si può ovviamente salire a piedi per morbido sentiero, ma visto che la seggiovia chiude alle 18 (orario estate 2023) ha davvero poco senso: prendendo gli impianti il parcheggio limitrofo è gratuito.
Giunti all’altezza del rifugio prendere il sentiero Bonacossa n°117 in direzione del rifugio Fonda Savio, che inizialmente attraversa un boschetto per poi piegare in diagonale su una pietraia, al di sotto delle pareti dei Cadini di Misurina.
Seguirlo per circa 10 minuti fino a quando ci si trova in verticale sotto alla parete ovest della punta Col de Varda (facilmente riconoscibile, c’è solo lei!).
Salire quindi per sentiero omettato in verticale e con svariate S fino alla base della montagna (20 – 25 minuti dal rifugio) e dell’evidente fessura.
Descrizione dei tiri
Si attacca all’altezza della fessura verticale che taglia l’intera parete ovest, ma esiste eventualmente anche una variante sulla sinistra che sfrutta una rampa più morbida per arrivare poco a monte della prima sosta. Onestamente non vediamo particolari ragioni per seguire la variante, però sappiate che c’è 😀
Guardando in alto poco prima di approcciare il campanile, risultano evidenti entrambi i percorsi.
L1 III+ (45m) – Seguire l’ampia fessura in diagonale sinistra senza particolari difficoltà fino all’altezza di un evidente e grosso blocco roccioso che si trova in mezzo al canale.
Aggirarlo a sinistra, quindi rimontarlo in diagonale destra fino alla sosta.
Su questo tiro tutte le protezioni vanno allungate, altrimenti vi troverete a trascinare un elefante in parete 😜
L2 IV (30m) – Salire in direzione dell’evidente camino alla propria destra, all’inizio abbastanza largo, poi decisamente stretto in mezzo (con gli zaini ci si incastra ma in qualche modo poi si passa).
Stando il più possibile all’esterno si prosegue in verticale sempre per camino fino ad uscire a destra (sosta su cordini e clessidra) oppure proseguire 3 metri circa salendo a sinistra sopra un ripiano, fino ad un cordone da cui si vede meglio il tiro successivo.
L3 IV (40m) – Dalla sosta alta su cordone, seguire in diagonale destra per entrare nuovamente in camino fino al punto in cui si stringe.
Uscire quindi a destra su spigolo (più facile), risalire qualche metro in esposizione per poi poter proteggere nel centro del camino.
Quindi ancora in verticale fino alla sosta sulla destra.
L4 IV+ (50m) – Traversare 3m a sinistra della sosta e seguire poi un camino / fessura verticale con difficoltà piuttosto continue e interessanti.
Ci sono anche un paio di punti leggermente aggettanti e non necessariamente proteggibili.
Forse il tiro più bello dell’intera via.
Noi in totale abbiamo usato 4 friend, un cordino su clessidra e nella parte alta troverete due chiodi.
Sosta su due chiodi collegati da cordone alla base del diedro successivo.
L5 IV (25m) – Sopra alla sosta seguendo il diedro diagonale ma stando più in spigolo per la maggiore quantità di appigli ed appoggi.
Tratti esposti dopo i primi metri dove si prosegue su spigolo per poi obliquare a destra fino alla sosta alla base del tiro chiave, al di sotto di un tetto giallo.
L6 V (15m) – Salire leggermente a destra della sosta (1ch), poi in verticale alzando bene i piedi fino a proteggere su cordino kevlar su masso incastrato, di fronte a rocce gialle.
Piegare quindi a sinistra con altri 2 chiodi, buone mani e piedi decenti fino ad uscire dalle difficoltà, trovando poco dopo la sosta su comodo terrazzo.
L7 IV- (50-60m) – Seguire la cengia in traverso sinistro per circa 7-8 metri, poi iniziare a salire in verticale in direzione di un caminetto/fessura che dopo alcuni metri sbuca in cresta (nessuna protezione, o almeno noi non ne abbiamo trovate).
Poi in teoria dovrebbe esserci una sosta che non abbiamo visto, ad ogni modo qui è facile e si può proteggere il socio da uno spuntone oppure proseguire fino quasi in vetta e proteggere da lì.
Poco cambia. Le difficoltà sono terminate.
Discesa
Dalla vetta individuare il punto di calata (catena) dal lato opposto e leggermente a sinistra rispetto alla cresta di arrivo.
Calarsi per circa 5 metri fino ad una forcella, poi ancora per altrettanti metri a sinistra (faccia a monte) superando un piccolo risalto.
Proseguire quindi a piedi per sentiero segnalato da ometti in diagonale fino a raggiungere un evidente ghiaione dal quale si scende in verticale senza linea obbligata.
Fare solo attenzione a non tirare rocce in testa a chi vi precede (la possibilità è estremamente elevata). Dopo un centinaio di metri, stando su erba a sinistra, diventa un po’ più agevole.
Quindi in breve fino alla seggiovia e al rifugio da cui si è partiti (circa 1h dalla cima ma dipende da come vi muovete su sfasci).
Giudizio
Via stupenda se apprezzate il trad e non avete velleità esagerate rispetto al grado alpinistico.
Qua si segue sempre il facile, che è dettato dai camini, ma non si tratta mai di un’arrampicata banale.
C’è sempre verticalità, necessità di proteggersi (e bene!), esposizione, e soprattutto una qualità della roccia a dir poco stratosferica, con pochissime situazioni in cui bisogna prestare attenzione al marciume, cosa rara su queste difficoltà in montagna.
Lo stesso purtroppo non si può dire per la discesa, tutta su sfasci, ma il gioco vale decisamente la candela!
Il quarto tiro è un po’ l’emblema di questa via e ne rappresenta il cuore.
Crediamo lo sentirete, che lo saliate da primi o da secondi di cordata.
Consigliata a tutti, purché siate davvero agili nel proteggervi autonomamente: qui non ci si può proprio accontentare della chiodatura originale. Non c’è quasi nulla, e non proteggere sarebbe da pazzi. Anche le soste andrebbero integrate.
Il tiro chiave invece è protetto molto bene, ma sono solo pochi metri.
Non è decisamente quello il punto più difficile della salita, per quanto esposto.
Non possiamo che dare il nostro plauso al genio alpinistico del grande Emilio Comici, che anche su questa parete ha saputo individuare, salire e lasciare ai posteri la linea perfetta!
Un super grazie ai simpatici Bengt e Katharina per la compagnia che ci hanno tenuto, a partire dalla mattina fino alla birra post arrampicata! Alla prossima!! 🤗🍻
Sempre in zona Dolomiti Ampezzane, ma sul Piccolo Lagazuoi, la Via Cengia Martini… COMING SOON!
Disclaimer
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