VALLESINELLA – MADONNA DI CAMPIGLIO, TN (1540mt) – SPALLONE IRENE (2300mt circa) – Via Didattica e tratti della via del Pesce – Difficoltà alpinistica D-, IV+ / V- , Arrampicata classica da proteggere
In cerca di qualcosa che andasse bene con un meteo incerto, abbiamo optato per la nostra prima esperienza sullo Spallone Irene, una bastionata dove sapevamo esserci parecchie vie d’arrampicata trad non lunghissime: alla fine l’acqua e la grandine ce la siamo presi lo stesso, ma abbiamo scoperto un piccolo mondo, davvero molto intrigante!
Lo Spallone Irene si trova sul sentiero che collega il Rifugio Casinei al Rifugio Brentei, transitando di lì è impossibile non notarlo: con “solo” 1h e 30′ di avvicinamento da Vallesinella offre una roccia che possiamo definire ottima, salvo qualche terrazzino sfasciumoso tipicamente dolomitico. Le vie d’arrampicata si trovano sia sul versante nord sia sul versante sud, l’unico problema è che non sono semplicissime da individuare: noi infatti, complice il fatto che ci approcciavamo a questa struttura per la prima volta, ci abbiamo perso quasi 2 ore 😀
Alla fine abbiamo fatto un mix tra la Via Pesce (del cui attacco eravamo certi, dopo lungo ravanare) e la Via Didattica, che era la prescelta ma che abbiamo capito dopo dove esattamente attaccasse.
Sono entrambe vie classiche, si trova qualche sosta su cordone e qualche cordino (spesso da verificare) in clessidra, dunque tutte da proteggere. La Via Pesce ha gradi più bassi (è una via aperta da ignoti, probabilmente cacciatori, dunque segue il facile), ma dopo due tiri di questa ci siamo inconsapevolmente ritrovati sulla Via Didattica, dove c’è qualche passaggino di IV+ V-. Molto divertente. Senonchè l’ultimo tiro abbiamo dovuto saltarlo per sopraggiunto temporale… ritirata rocambolesca e grandine, ma fortunatamente eravamo già al riparo in un buco nella roccia (definirla grotta è farle un complimento!)
I tiri ve li descriviamo come li abbiamo concatenati noi, dunque un mix tra le due vie 😛
Avvicinamento
La cosa più comoda è parcheggiare al Parcheggio di Vallesinella, ma OCCHIO! da quest’anno (2021) è necessario prenotare il posto online, oltre che pagare dazio (8,00 €). Sabato e Domenica, in alta stagione, è consigliabile non rischiare e ottemperare a questa ennesima diavoleria: noi alle 7.00 abbiamo rischiato di rimanere fuori (eravamo la penultima auto senza prenotazione)!
Dal parcheggio (1.513 m) si segue il sentiero fino al Rifugio Casinei (1.825 m), proseguendo poi verso il Rifugio Brentei (sentiero escursionistico, segnalato); dopo aver superato la piana con il bivio per il Tuckett si prosegue ancora, sino ad arrivare in vista del versante nord dello spallone roccioso, che aggirato offre ovviamente il versante sud: da qui bisogna risalire verso la parete per roccette e erba, sino all’attacco della via prescelta (se avete dubbi mantenetevi dapprima lontani dalla bastionata così da poter leggere meglio la montagna).
Sia la Via Pesce sia la Via Didattica attaccano alla base del versante sud, nella parte più vicina al sentiero, coperta dai mughi. Abbiamo capito poi che – probabilmente – l’attacco della Didattica è in corrispondenza di un ometto + cordone.
Descrizione dei tiri
1° tiro Via Pesce: si sale verticalmente in uno dei diedri / spaccature alla base della parete, fino a trovare una sosta su cordone in corrispondenza di un terrazzino con erba e sfasciumi (20 m – III, II)
2° tiro Via Pesce: si obliqua verso destra, seguendo la rampa che punta verso un evidente diedro camino: ci sono 2 rimontine un po’ atletiche da affrontare e si incontra una sosta con cordone posto su un grosso masso, in corrispondenza di una fessura nera. La Via Pesce probabilmente prosegue sopra questa fessura, che nella parte superiore si apre e diventa percorribile. Noi invece siamo andati oltre… (30 m – III, IV)
3° tiro (da qui in avanti siamo sulla Via Didattica): proseguendo verso destra ci si riaggancia alla via Didattica, che prosegue nel diedro; infatti si incontra la sua sosta, in teoria sulla verticale dell’attacco e dei primi tiri che noi abbiamo saltato.
Superata questa sosta si rimonta con passo delicato la roccia di spigolo che immette nella spaccatura, risalendo la stessa (cordino) con arrampicata più sostenuta (30 m – IV+ ; passo di V-)
4° tiro: bella rimonta appigliata all’inizio, si prosegue nella fessura che poi diventa più facile (20 m – IV+, IV)
5° tiro: si prosegue dritto sulla parete, restando a sinistra del camino (cordino), fino ad incontrare una sosta “ufficiale” (40 m – III+/IV)
6° tiro: sopra di noi si vede chiaramente il camino che va affrontato restando sulla sua parete destra (cordino), rimontandolo al sui termine sulla sinistra (30 m – IV)
7° tiro: l’ultimo tiro, che non abbiamo fatto perchè ha iniziato a piovere, si trova sopra di noi (cordino) e presenta, secondo le relazioni, un passo di V- e 20 m di lunghezza; dovendo abbandonare in fretta la via ci siamo spostati sulla cengia di sinistra, in conserva, la quale permette di aggirare la parete portandoci sulla sommità. Da qui, camminando sulla rampa erbosa sommitale, si raggiunge la cima vera e propria dello Spallone Irene.
Discesa
Visto che ci trovavamo ormai sotto l’acqua in pieno temporale alle calate non ci abbiamo nemmeno pensato, adottando la soluzione più easy e meno rischiosa, anche se più lunga.
Risalendo lungo la rampa sommitale in direzione est, sempre per erba e roccette, si raggiunge dopo un po’ la traccia del sentiero attrezzato SOSAT, che collega in quota i Rifugi Tuckett (sinistra faccia a monte) e Brentei (destra faccia a monte). Verso il Brentei il sentiero presenta alcuni tratti su lunghe scale in ferro, mentre verso il Tuckett un attraversamento tra grossi massi detritici perfetti per un riparo di fortuna in caso di grandine 🙂 Inutile dire quale sia stata la nostra scelta, anche se in caso di tempo buono l’alternativa Brentei è senza dubbio la più breve.
Giudizio
Via molto divertente e non banale, soprattutto perchè non è scontato come muoversi su una parete che offre svariate alternative, richiede un po’ di esperienza di montagna. La roccia è davvero gripposissima, bisogna però prestare attenzione alle rocce mobili e ai detriti depositati sulle cenge.
L’impressione è che lo Spallone Irene non sia molto gettonato dai climbers, forse perché intorno ci sono cime più importanti. Ad ogni modo secondo noi si presta perfettamente alle situazioni in cui si ha a disposizione solo mezza giornata oppure quando nel pomeriggio il tempo può diventare incerto e si hanno poche ore a disposizione.
Vie brevi (massimo 6-7 tiri) ma sempre interessanti e divertenti.
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