Spigolo Bellavista alla Torre Bovental e giro ad anello del Sengio Alto – Piccole Dolomiti

Questa escursione fa parte di una due giorni in Piccole Dolomiti, dove abbiamo voluto sia “provare” la roccia di qui (ottima dolomia!) sia camminare, cercando di vedere il più possibile. La giornata dedicata al trekking la trovate QUI.

Passo di Campogrosso (VI) 1.460 m s.l.m. – Torre Bovental 1.665 m s.l.m. – Spigolo Bellavista IV+ sviluppo arrampicata 130 m
Cima Monte Baffelan 1.793 m s.l.m. – via Normale EEA

Come sempre schiavi del meteo, se il Bernacca da brutto sulle nostre Alpi noi migriamo verso altri lidi; in questo caso abbiamo approfittato per visitare una catena montuosa che non conoscevamo, ma che ci girava in testa da un po’: le Piccole Dolomiti, Valli del Pasubio. Da Milano è una bella vasca, quindi fare una due giorni era d’obbligo: per il primo giorno avevamo già un mezzo piano, per il secondo invece …abbiamo improvvisato!

Ci armiamo di tenda e partiamo alla volta del vicentino, sperando anche di cadere bene per quanto riguarda il cibo – e non resteremo delusi 😛
Abbiamo dormito a Malga Lora, un piccolo camping immerso nella natura e molto tranquillo: avremmo voluto anche mangiarci, ma il ristorante (che prometteva benissimo) avrebbe aperto solo il giorno dopo, quindi ci siamo dirottati verso la Locanda Obante, sulla strada della Gazza a un km dal campeggio e …sì, siamo caduti benissimo! Se capitate da queste parti, presso Malga Lora vi daranno anche utili informazioni per quanto riguarda i trekking e le escursioni, soprattutto se – come noi – non conoscete la zona.

Ma torniamo al nostro primo giorno in Piccole Dolomiti. Vi proponiamo una via d’arrampicata davvero plaisir, aperta nel 2018 e super protetta, concatenata ad una discesa che permette di esplorare un po’ la zona e salire sul Monte Baffelan, compiendo così un giro ad anello.

il milanese imbruttito a fine via… taaaac

Avvicinamento

Si lascia l’auto presso il Parcheggio di Passo Campogrosso (attenzione, non sulla strada perchè ci hanno detto che qui fioccano le multe!) vicino al Rifugio Campogrosso.
Da qui partono svariati sentieri, quello da seguire prosegue per Malga Bovental attraversando una faggeta e successivamente ampi pascoli in corrispondenza della malga. Arrivati al laghetto artificiale si devia a destra seguendo le indicazioni per la Forcelletta di Nord Ovest, salendo tra i mughi verso l’evidente Torre Bovental. Lungo il sentiero, dopo una decina di minuti, si incontra sulla destra un grosso ometto: qui parte la ripida ma breve salita che porta all’attacco dello spigolo.

Non potete sbagliare:
sul cordone del primo chiodo è attaccato un campanaccio da mucca!

Via di arrampicata

(diamo i gradi che riteniamo opportuni, precisando che la percezione delle difficoltà può essere stata influenzata anche dall’ottima chiodatura presente in via: non eravamo più abituati a tutte queste protezioni!!!)

1° tiro, IV- 20 m: si rinvia sul cordone con campanaccio (che da qui in avanti farà ovviamente un casino d’inferno!) per poi obliquare verso sinistra con ottimi appigli e un paio di passi in verticale fino a trovare la sosta attrezzata (3 chiodi con cordone), su un piccolo pulpito roccioso.

2° tiro, IV con passi di IV+ 25 m: si deve obliquare verso destra seguendo l’evidente cengia con passi aggettanti fino ad incontrare una sorta di diedro, che bisogna salire per poi rimontare a destra con passo un po’ più delicato. Infine più o meno in verticale fino alla sosta.

3° tiro, IV- 25 m: dalla sosta si raggiunge la parete di fronte. Salire poi su placca e spigolo ben appigliati. La sosta con cordone è sul pino mugo presente all’uscita.

4° tiro, IV+ 25 m: il tiro più bello e “difficile” della via. Si sale in diagonale ascendente verso destra con qualche passo delicato, arrivando ad un diedro che va risalito in verticale per i primi metri; al suo termine uscire a destra con passo esposto e mani non bellissime.
Poi sfruttando lo spigolo ci si alza, fino ad uscire verso sinistra su un terrazzino con pino mugo e sosta.

5° tiro, di collegamento 15 m: si sale su terreno terroso, fino a riguadagnare la parete e lo spigolo con relativa sosta attrezzata. Vi sconsigliamo di concatenarlo al 4° tiro, perchè le corde lavorano malissimo. In alternativa allungate bene le spittate del tiro precedente.

6° tiro, IV 20 m: si sale in verticale i primi metri, per poi spostarsi leggermente verso sinistra e uscire sul terrazzino, ove è presente un pino mugo con cordone per la sosta.

Da qui la cima è a due passi, con allegra campanella azzurra e libro di vetta.
(rimandiamo in fondo all’articolo per il giudizio complessivo)

video di vetta… beh dai, vettina!

Discesa, Monte Baffelan e giro ad anello.

Poco sotto la campanella è presente una traccia che scende tra i mughi, piuttosto ripida, fino a riguadagnare il sentiero che conduce alla forcella di Nord Ovest; se volete tornare in modo diretto a Campogrosso dalla forcella non vi resta che scendere a sinistra imboccando il proseguimento del sentiero di avvicinamento della mattina e seguirlo in discesa, ripercorrendo i vostri passi.

Se invece volete fare un bell’anello a piedi (consigliato!) o concatenare altre vie d’arrampicata, giunti alla forcella di cui sopra, scendere verso destra su terreno non molto piacevole per una ventina di metri fino a raggiungere il sentiero più agevole e ben marcato che vedrete sotto di voi.

Questo è il sentiero di arroccamento, che attraversa in quota tutta la catena del Sengio Alto, attraverso numerose scenografiche gallerie scavate nella roccia, risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Tra sali e scendi ne attraverserete svariate, con qualche piccolo tratto attrezzato con corde fisse (la frontale non è necessaria, se fuori c’è luce). Noi abbiamo proseguito fino al bivio che permette di salire il Monte Baffelan, ed il panorama lungo il sentiero è davvero notevole: queste dolomiti sono sì piccole, ma molto suggestive. Per arrivare sulla cima del Baffelan c’è da affrontare qualche passo di I°-II°, che dovrete percorrere anche in discesa disarrampicando: abbiamo notato che sono comunque presenti alcuni anelli di calata, che però non abbiamo usato. Inutile dire che dalla cima non abbiamo visto che nebbia perchè, come da tradizione, il cielo s’è annuvolato!
La parete che strapiomba sull’opposto versante ha anche delle belle vie classiche, così ci hanno detto.

Invece di proseguire tornando al bivio lungo il sentiero di arroccamento, essendo membri onorari dell’armata brancaleone, abbiamo deciso per una variante. Ignota. E ovviamente sconveniente.
Abbiamo imboccato il sentiero più a monte che si dirige verso Campogrosso, ma probabilmente abbiamo deviato troppo presto verso sinistra (faccia a valle) ritrovandoci in un colatoio detritico – probabilmente il letto di un ex torrentello – che scende ripidissimo su terreno orribile verso valle. La traccia è segnata da qualche ometto e c’è pure un cordone in un punto dove non scivolare è impossibile… tuttavia presumiamo che sia un percorso invernale (presenti segni di ramponi sulle rocce), sconsigliato in questa stagione!
Sbuca direttamente sulla strada asfaltata che poi, seguita, riconduce al Passo di Campogrosso.

Giudizio

La Via Spigolo Bellavista è una via assolutamente plaisir: l’abbiamo trovata facile, per questo forse i gradi che abbiamo dato noi sono un poco più bassi di quelli riscontrati in altre relazioni. Il fatto è che è molto protetta, rendendo quasi inutile piazzare ulteriori protezioni: va detto che non si tratta di spit ma di chiodi infissi a mano, che però essendo recenti danno adeguate garanzie (sempre meglio alternare le corde). La roccia, pur sembrando fragile, non lo è affatto, anche se bisogna stare attenti – in alcuni punti – ai detriti presenti; la ruvidezza e il grip sono quelli della dolomia, fantastici. I tiri sono brevi, le soste attrezzate… insomma, ci si può divertire in serenità!

Ad avere il tempo avremmo concatenato un’altra via, ma non ci è affatto dispiaciuto cimentarci nell’anello sopra descritto, molto panoramico e divertente: permette di scoprire la catena montuosa, restando sempre in quota.

Credits:
ilNiggah per alcune foto ma soprattutto per la compagnia!

Disclaimer

Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.

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