Hokkaido – Tokachidake Observatory, Distretto di Kamikawa (930 m slm) – Mt. Tokachidake (2.077 m slm – Disliv. positivo 1.147 m – trekking
Non sempre le ciambelle riescono con il buco… e non sempre le giornate vanno come ci si aspetta, soprattutto quando il passaggio di un tifone ha scombussolato del tutto il meteo!
Ma, come si suol dire, se non puoi scalare un vulcano… almeno “usalo” per rilassarti 😀
E’ quello che abbiamo fatto noi dopo aver tentato la salita al Mt. Tokachi, nel Parco Nazionale di Daisetsuzan, in una mattinata non troppo promettente, essere stati costretti al dietro front a un centinaio di metri dalla cima e aver svoltato la giornata con un bel bagno caldo in uno dei pochi onsen “misti” della zona! (sotto e nella gallery trovate le foto e le indicazioni per trovarlo)
Diteci… cosa c’è di meglio dopo un trekking!?
Digressione sugli Onsen
L’Hokkaido è ricco di vulcani e dunque anche di onsen: potremmo definirle terme giapponesi, ma non è proprio la stessa cosa. L’onsen, la cui versione all’aperto si chiama rotenburo, è una cosa che va presa con molta serietà in Giappone, è quasi un rito. Non sono graditi schiamazzi nè tatuaggi (qualcosa che nella loro cultura ancora rimanda ai corpi dipinti degli appartenenti alla Yakuza), si entra totalmente nudi dopo essersi accuratamente lavati: un tempo non erano divisi per sesso, tuttavia la maggior parte di essi oggi lo sono; in quelli “misti” è opportuno indossare un costume (in quelli privatamente gestiti, nel caso esistano vasche miste è obbligatorio, mentre in quelli liberi -che si trovano un po’ ovunque, basta cercarli- non vi è alcuna regola scritta, solo il buon senso!)
Se vi recate in Hokkaido, e in generale in Giappone, è un’esperienza caldamente -nel vero senso della parola!- consigliata!
Percorso
Veniamo alla nostra escursione, anch’essa consigliata ma in una giornata un po’ meno tremenda di quella che è toccata a noi!
Il Tokachidake è in realtà uno stratovulcano alto 2.077 metri, molto attivo (l’ultima eruzione è del 1989) motivo per il quale alcuni locali ne hanno giustamente paura.
Seguendo le indicazioni per il Tokachidake Observatory si raggiunge un comodo parcheggio alla base del quale partono diversi sentieri: noi ovviamente abbiamo scelto il più diretto! Riconoscerete l’attacco grazie un enorme ometto con scritta giapponese bianca (vedi foto): qui le scritte sui segnavia sono tutte in giapponese, quindi può essere una buona idea portarsi una mappa!
Dopo un sentiero largo e piuttosto agevole si raggiungere un bivacco ai piedi di una vecchia colata lavica. In questo punto abbiamo incontrato un escursionista che stava scendendo… che si è preoccupato di avvertirci, una volta capite le nostre intenzioni, che in vetta c’era una “wet storm”. In effetti le pendici sopra di noi non facevano ben sperare, essendo totalmente nascoste nelle nuvole: ma cosa sarà mai!, ci diciamo…
Ebbene, testardi come muli riprendiamo a salire.
Nella nuvola il sentiero si impenna, iniziando a zigzagare, la temperatura si abbassa e inizia a tirare un vento via via sempre più forte, carico di umidità. Raggiungiamo quella che dovrebbe essere la cresta che separa un cratere dall’altro versante della montagna: lo capiamo dal forte odore di zolfo portato dal vento. Qui in teoria ci sono geyser attivi, che però noi non riusciremo mai a vedere, immersi come siamo nelle nubi.
Putroppo anche i colori delle rocce magmatiche fanno capolino raramente.
L’ambiente diventa lunare: a guidarci solo i segni gialli sui sassi, fortunatamente di un giallo fosforescente e molto frequenti (il sospetto è che la visibilità da queste parti sia un problema tutt’altro che infrequente). Continuiamo a percorrere una specie di cresta ghiaiosa che sale verso la cima, ormai totalmente fradici e sempre più convinti che stiamo facendo una cazzata!
Alla fine desistiamo: la visibilità ormai ridotta a un metro, la consapevolezza che comunque in vetta non avremmo potuto vedere molto di più, la scarsa voglia di finire per sbaglio in un cratere di un vulcano attivo ci hanno riportato sui nostri passi e di corsa a valle.
Lieto fine a mollo
Peccato, ma la giornata può ancora prendere la piega giusta.
Sì, perchè guardacaso (ma nella nostra organizzazione quasi nulla è lasciato al caso!) poco lontano sappiamo esserci un onsen naturale, nascosto nel bosco, che diventerà ufficialmente la nostra meta.
Non abbiamo trovato l’onsen free che cercavamo, ma ci siamo imbattuti nel Fukiage Hot Spring Health Center, ovvero un onsen gestito, a pagamento (circa 600 yen a persona) che al suo interno ha anche un rotenburo “misto” molto carino, dove ci siamo ripresi dallo scorno della mancata vetta (abbiamo capito in seguito che ci mancava davvero poco per raggiungerla, ma… a volte il destino ci vede più lungo di noi).
Per chi volesse abbiamo poi scritto un piccolo articolo generico sul trekking in Hokkaido, con qualche informazione di sicura utilità!
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