loc. Fondi, Schilpario (BG) (1.200 m slm circa) – Cimon della Bagozza (2.407 m slm) – dislivello compl. 1200 m circa – sviluppo compl. 12,7 Km circa – PD- 45° MAX
Questo weekend eravamo in vena di canali e così ci è tornato in mente che c’era una cima orobica che non avevamo mai salito e su cui erano presenti dei canali: il Cimon della Bagozza.
Montagna dalla forma affascinante, svetta imponente sul lato destro della val di Scalve impreziosendone il confine con la vicina val Camonica.
In genere questo percorso si effettua in primavera, ma vista la poca neve caduta fino a questo momento e il freddo + vento dei giorni scorsi, ero piuttosto fiducioso che l’avremmo trovato in buone condizioni, cosa che effettivamente si è verificata.
Il canale è percorribile quasi integralmente su neve compatta e stabile, senza sprofondare quasi mai. La pendenza è sempre modesta e generalmente sui 40°, con pochi punti in cui si arriva a 45°. Non abbiamo invece riscontrato punti a 50° come spesso abbiamo letto in altre relazioni.
Salita divertente e appagante soprattutto per lo splendido panorama che si può godere dalla vetta.
Avvicinamento
Da Schilpario (raggiungibile attraverso il passo della Presolana o da Boario Terme in val Camonica), prendere subito la strada sulla destra verso il passo del Vivione (chiuso in inverno), aggirare il paese e proseguire sulla strada per alcuni km fino alla stanga che la chiude. Lasciare l’auto nell’ampio parcheggio sulla destra e proseguire a piedi.
Pochi metri dopo la stanga è possibile scegliere se prendere un sentiero che taglia nel bosco o se seguire la strada in direzione del rifugio Cimon della Bagozza dato 45 minuti di cammino.
Noi scegliamo di tagliare nel bosco ma la scelta ci ha creato qualche difficoltà perché le indicazioni per il rifugio non sono sempre chiare e c’è la possibilità di sbagliare strada (cosa che ovviamente abbiamo fatto). Ci aspettavamo di trovare il rifugio sul lato destro della valle, vicino alle montagne e invece (l’abbiamo scoperto al ritorno) si trova sul lato sinistro, vicino alla carrabile.
Seguire la carrabile fino ad incontrare sulla sinistra della strada un enorme masso con una madonnina: è la madonnina dei Campelli. Da qui, si abbandona la strada e si prende una traccia sulla destra con segnavia 417 che nel giro di breve conduce al lago dei Campelli (coperto di neve in questo momento) e che poi risale ripidamente lo spallone coperto di mughi sul lato opposto della valle fino all’imbocco del nevaio.
Relazione della salita
Se non lo si è ancora fatto, inforcare imbrago, ramponi e picche e seguire verticalmente le tracce verso il centro del nevaio con sporadici segnavia sulle rocce affioranti fino ad arrivare quasi all’altezza del canale Nord Ovest (quello che risale alla destra della montagna, per capirci). A quel punto tagliare orizzontalmente verso destra e risalire con pendenza la parte iniziale del canale.
Noi ci siamo tenuti inizialmente sul lato sinistro, abbastanza a ridosso delle rocce, per poi spostarci più verso il centro poco prima di arrivare nei pressi di un paio di targhe metalliche che probabilmente segnano l’inizio di qualche via d’arrampicata sullo splendido spallone del Cimon.
Proseguire nel centro del canale portandosi sempre più a destra fino al punto in cui il canale si stringe un po’ e ci sono diverse rocce affioranti. Con pendenza sempre più o meno costante proseguire verticalmente aggirando le rocce fino all’uscita del canale che conduce su una bella selletta con vista sulla val Camonica.
Giunti a questo punto, risalire leggermente sulla sinistra fino a vedere un canale roccioso ed eroboso che risale verticalmente fino alla vetta (passaggi di II grado con roccia non buona).
In alternativa, superare un terrazzino e traversare orizzontalmente sul versante sud della montagna su una traccia che attraversa erba e neve e che in breve conduce ai segnavia che risalgono dalla cresta sud che poi va seguita facilmente fino in vetta.
Discesa
Portarsi sul lato opposto rispetto al sentiero che sale dalla cresta sud. Si dovrebbero vedere dei segnavia che scendono molto ripidamente sul fianco della montagna (attenzione: buona verticalità) per circa 100 metri fino a raggiungere una selletta. Da qui si può prendere l’imbocco del canale da cui scende la via normale. Inizialmente piuttosto stretto e con roccette sfasciumose, poi più largo e innevato. Ci si allarga progressivamente verso destra (faccia a valle) fino a che non è possibile scendere verticalmente sul nevaio, andandosi infine a ricollegare al sentiero dell’andata sullo spallone di destra.
Giudizio
Bella ascesa invernale, facile e divertente che regala un paesaggio davvero incantevole. Non ci sono tratti tecnici o difficili. Fare solo un po’ di attenzione una volta usciti dal canale perché ci sono tratti esposti sul versante sud.
Nelle condizioni in cui l’abbiamo trovato noi l’attrezzatura che avevamo dietro è stata del tutto inutile. Abbiamo usato solo i ramponi e una picca da alpinismo classico come appoggio (si poteva fare anche con i bastoncini). Inutile la seconda picca, imbrago, dadi, corda, viti da ghiaccio. Ad ogni modo è sempre meglio essere attrezzati e poi lasciare le cose nello zaino che ritrovarsi senza quando se ne ha bisogno, quindi bene così 😉
Disclaimer
Attenzione: Le attività che si svolgono in montagna quali alpinismo, arrampicata, scialpinismo, ma anche il semplice escursionismo possono essere potenzialmente pericolose: la valutazione del rischio spetta alla responsabilità di ognuno singolarmente, in base alle proprie condizioni psico-fisiche e alle condizioni ambientali. Relazioni e descrizioni all'interno del blog sono frutto della nostra personale esperienza, possono contenere imprecisioni nonostante la nostra attenzione; le foto e i video possono essere utilizzati esternamente solo a fronte di richiesta e autorizzazione scritta.
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